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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Biblio / Il "fondo" Quercetani donato alla biblioteca dell'ASSI

Domenica 11 Giugno 2017

biblio-firenze

di Gustavo Pallicca

Quello di ieri mattina è stato uno di quegli eventi che per un cultore dello sport, segnano la riconciliazione fra gli ideali puri e trasparenti e quelli invece dove la fanno da padroni l’agonismo esasperato e la ricerca a tutti i costi del successo. Ritrovarsi fra amici e parlare di cultura: questa è stata l’essenza della cerimonia che si è svolta venerdì mattina presso la sede della gloriosa e storica società Assi Giglio Rosso. L’occasione si è offerta per la ufficializzazione (anche se il progetto non è ancora concluso, ma solo rimandato per la parte che ancora rimane in casa del benefattore) del trasferimento presso la Sala di lettura "Aldo Capanni", che già raccoglie prezioso materiale storico inerente lo sport e l’atletica leggera in particolare, della biblioteca di Roberto L. Quercetani.

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Cinque Cerchi / Se a vincere e' l'ossessione delle "quote rosa"

Sabato 10 Giugno 2017

bach

di Gianfranco Colasante

In attesa di convincere Los Angeles a cedere i Giochi del 2024 a Parigi per vedersi assegnati subito quelli del 2028, i signori del CIO si portano avanti col lavoro. Come era nell'aria da mesi, ieri pomeriggio l'esecutivo ha accettato l'intero pacchetto di proposte avanzate dalla Commissione Programmi (presieduta dal senatore di area berlusconiana Franco Carraro) e per Tokyo 2020 ha aggiunto altre 15 gare che portano il totale a 339 eventi, un record assoluto (a Roma '60 le gare erano state 150). Ma ha anche spostato decisamente verso il centro l'asse di "genere" cancellando molte prove maschili a vantaggio di nuove gare femminili. L'ossessione di Thomas Bach per la parità uomo/donna ai Giochi ha prevalso su ogni considerazione, per non dire perplessità, di natura tecnica che, almeno nello sport ad altissimo livello quale quello olimpico, qualche rilievo dovrebbero pure averlo.

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Piste&Pedane / L'elogio della fatica

Mercoledì 7 Giugno 2017

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di Daniele Perboni

Caro direttore, dopo qualche tentennamento ho deciso di inserirmi nella disputa nata a seguito di quanto scritto da Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera e cui anche tu hai dato seguito. Perché nel Bel Paese non fioriscono più i talenti di una volta? Le risposte, a mio avviso, sono molteplici: poca voglia di allenarsi, mancanza di abitudine alla fatica (sì, anche quella si coltiva o, se preferite, si allena, sin da piccoli), concorrenza spietata di altri sport, e fra questi mettiamoci anche i più comodi videogiochi, monotonia dei lunghi allenamenti (ci si diverte molto di più in gruppo), bacino in cui “pescare” eventuali futuri campioni, tecnici poco preparati e ancor meno incentivati (i migliori emigrano verso spiagge più remunerative).

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Italian Graffiti / Atletica, voglia di sacrificio saltami addosso

Mercoledì 7 Giugno 2017

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di Gianfranco Colasante

Qualche giorno addietro, in risposta ad un lettore, sul Corriere della Sera Aldo Cazzullo ha celebrato il funerale dell'atletica, accomunandola al ciclismo che oggi può contare solo su Vincenzo Nibali. "Nelle discipline sportive in cui servono in particolare impegno, allenamento, dedizione, sacrificio, l'Italia latita", ha scritto Cazzullo. E ancora: "Il discorso non riguarda solo il ciclismo, che anzi è messo meno peggio dell'atletica. Agli ultimi Giochi l'uomo di punta era Fabrizio Donato, che nei giorni di Rio compiva quarant'anni. Quand'eravamo ragazzi avevamo Franco Fava 'cuore matto' e poi Salvatore Antibo affetto dal 'piccolo male', Paola Pigni e poi Gabriella Dorio, Stefano Mei e Alberto Cova che vinse Europeo, Mondiali e Olimpiade (negli anni in cui si ricorreva all'emotrasfusione, di cui Cova onestamente raccontò a Oliviero Beha). E poi Panetta sulle siepi, Bordin e poi Baldini nella Maratona, Damilano nella marcia, specialità da cui sono arrivate le ultime soddisfazioni sino alla controversa vicenda di Schwazer".

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Fatti&Misfatti / Splendori e decadenze per una finale inedita

Martedì 6 Giugno 2017

venezia

di Oscar Eleni

Dalla clinica dei gatti di Basiglio, non tanto lontano da dove abitava Pino Sacripanti che lunedì sera ha detto addio ai sogni scudetto insieme ad Avellino che non ha retto, fisicamente, mentalmente, questa cadenza che uccide anche i cavalli. Trovata legaiola dove te la spiegano. Sono gli stessi che per la libidine di una diretta sule reti RAI, non solo sport, si guardano orgogliosi nello specchio, nella speranza che Denbinsky o Fanelli trovino una finestra per farceli ascoltare. Un po’ come quelli che negli stadi, nei palazzetti, appena vengono inquadrati e appaiono sul maxi schermo, smettono di essere quello che sono, di fare quello per cui hanno pagato il biglietto e non vedono l’ora di chiamare casa: “Cara mi hai visto, tesoro mio cosa ti sembra del tuo papà, della tua mamma?”.

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