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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Fatti&Misfatti / Il coro di "Viva la pappa col pomodoro"

Giovedì 29 Giugno 2017

pianigiani 2

di Oscar Eleni

Sulla via dolorosa che porta da Gerusalemme a Lilla, ma, per fortuna, non si ferma ad Ostrava, fra miniere grondanti di lacrime, dove abbiamo rivisto l’atletica creativa. Era inferno nella Francia nordista, è stata meraviglia, per creatività, sensibilità della gente, la festa dell’addio di Usain Bolt mentre Van Niekerk provava la corona. La trovata della gara di giavellotto fra tedeschi e cechi è stata sublime. Tutto è stato bello dove l’atletica piace, tutto è diventato più bello se a commentarlo per Fox hanno messo Nicola Roggero e un Baldini che ci piace quasi più del campione che faceva saltare sulle sedie nei chilometri finali della sua maratona d’oro olimpica. Lasciate spazio ai credenti e non avrete delusioni. Quasi sempre. Certo esistono i deviati, ma si può convivere cercando di aiutarli.

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Piste&Pedane / Qualche riflessione dopo il disastro europeo

Martedì 27 Giugno 2017

perini 2

di Daniele Perboni

Fine settimana intenso, con fari puntati sugli Europei a squadre di Lille (Francia). Come è finita ormai lo sanno anche i sassi: l’Italia è settima nel computo a squadre, superata anche dalla Spagna (mai accaduto) e dall’Ucraina. La Polonia, seconda alle spalle dello schiacciasassi teutonico, è ottima seconda, confermando la validità e la profondità del suo movimento. Provare a copiarlo? Vedi mai che qualcosina potrebbe uscirne. Detto questo, qualcosa di buono si è visto. Purtroppo i “negativi” sono stati superiori ai “positivi” e il risultato è quello citato sopra. Fine dei giochi. La trasferta transalpina, però, ha messo a nudo alcuni nervi scoperti che evidentemente stavano sul “gozzo” al vecchio (nel senso dell’esperienza…) Elio Locatelli, il direttore tecnico.

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Fatti&Misfatti / La cucina dei semplici e' sempre aperta

Lunedì 26 Giugno 2017

azzurra.donne 2

di Oscar Eleni

Nascosto in una quercia davanti all’ex manicomio di San Colombano per vedere se esiste ancora la scritta più bella del mondo: non siamo (noi matti) tutti qui, ma sparsi per il mondo. Deve essere davvero così quando t’infiammi ancora per Valentino Rossi re di Tavullia e di ogni circuito nel mondo, quando scopri che anche gente da Formula uno si comporta come te all’incrocio con chi non dà la precedenza, non è certo falso che sono tutti sparsi per il mondo se vai dietro al caso Donnarumma, se si aprono e chiudono siti perché, ma guarda un po’,ci entrano anche i pataccari della vita, quelli che si fanno vendere la fontana di Trevi e poi vorrebbe essere scelti come ministri dell’economia.

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Saro' greve / Come a Rieti si corre, a Roma si nuota piu' veloci?

Lunedì 26 Giugno 2017

europe

di Vanni Lòriga

Questa volta parlerò di Mauro Lais e di Salvatore Massara. “Lais e Massara: ma chi erano costoro? ” si chiederanno gli ignari lettori di sportolimpico.it. Mauro Lais era un famoso avvocato sardo-romano, tra i pionieri del rugby italiano e alla fine degli anni ’50 presidente della Federazione. Storiche certe sue audaci arringhe. Una volta un suo difeso lo stoppò: “A Mauro, statte zitto se no ce mettono ar gabbio tutte e due …”. Lais mi è tornato improvvisamente alla memoria in questi giorni seguendo le telecronache della Coppa Europa Bruno Zauli di atletica.

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I sentieri di Cimbricus / Quando lo scoop e' solo uno ... sgub

Sabato 24 Giugno 2017

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di Giorgio Cimbrico

Oggi, 24 giugno, sul sito di repubblica è apparsa una scoperta storica: non è stato Bikila il primo africano a vincere un’olimpiade, ma Boughera el Ouafi. La scoperta non è una scoperta e non mimetizza un’inesattezza: Alain Mimoun anticipò Abebe di quattro anni fa. Accludo, non per gonfiarmi come un tacchino, lo giuro, il pezzo che ho scritto nel novembre 2015 senza mai aver pensato di rivelare una nuova e sconvolgente pagina di storia.

“Io spero in Dio”, scriveva accanto al suo autografo Alain Mimoun, sorridendo sotto i baffi che erano due tratti sottili. Sino all’ultimo fu vivace come un gas esilarante, come una cascata di impazzite gocce di mercurio. Nel 2003, superati gli 80 anni, offrì un giro di corsa sulla pista di St Denis, commuovendo chi assiepava lo Stade de France la sera in cui si aprirono i Mondiali. I vecchi lo conoscevano e non lo avevano dimenticato, i giovani scopersero l’algerino di Francia, il soldato, l’eterno secondo alle spalle di Emil Zatopek, il vincitore della maratona di Melbourne che attese l’amico- rivale, al traguardo a 4’ da lui, stravolto. “Non ti congratuli con il campione olimpico?”, domandò Alain a chi difendeva la corona. E Emil trovò le ultime energie per un abbraccio fraterno.

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