Cinque Cerchi / Alla fine, tra Parigi e Los Angeles, ha vinto Bach
Venerdì 15 Settembre 2017di Gianfranco Colasante
Lima, 13 settembre, 131. sessione del CIO. Win, win, win. All'unanimità e senza neppure un astenuto, un po' come accade nelle nostre elezioni politiche, alla fine hanno vinto tutti. Le due città candidate e, soprattutto, Thomas Bach che ha portato avanti per mesi una strategia tendente a non lasciare nessuno per strada. I Giochi del 2024 - com'era logico attendersi - vanno così alla sola città che li meritava, e che potrà celebrare il centenario di "Chariots of fire", e quattro anni più tardi il testimonio passerà a Los Angeles. Tutti contenti, allora? Certamente lo è il CIO che con questo escamotage ha portato a casa due candidature prestigiose. E di questi tempi di ridotto appeal olimpico, di scarse e improbabili vocazioni e, soprattutto, di "fastidiosi" referendum popolari - mai favorevoli - si è assicurato undici anni di relativa tranquillità. Non è poco. (nella foto il colpo di teatro di Bach con i sindaci Anne Hidalgo e Eric Garcetti).
I sentieri di Cimbricus / Rinasce il mercato delle reliquie
Venerdì 15 Settembre 2017di Giorgio Cimbrico
Ufficiale: è rinato il mercato delle reliquie. Lecito domandarsi quale sia il luogo dove la lastra su cui è fotografata la frattura di Valentino Rossi è ora fatta oggetto di culto. Altri interrogativi: chi è il committente? quanto ha pagato al trafugatore? come viene offerta all’adorazione? in cornice? dietro un supporto di perpex per non deteriorare l’immagine della tibia e del perone danneggiati? Fosse ancora vivo Andy Warhol potrebbe farne una serie giocata su diverse tonalità e farne un oggetto di culto tratto da un originale di culto. Ma che bella l’arte concettuale o il concetto di riproducibilità.
Atletica / Mondiali e dintorni, un fascicolo ancora aperto
Venerdì 15 Settembre 2017di Carlo Santi
Veleni nell’atletica italiana dopo il Mondiale di Londra? Sembrerebbe proprio di si. Il vertice voluto dalla presidenza federale lo scorso 12 settembre per fare (finalmente) il punto sulle vicende tecniche e guardare al futuro, non sembra aver prodotto grandi risultati. Se non per darsi appuntamento agli Europei di Berlino dell’anno prossimo per fare un altro bilancio aspettando il Mondiale 2019 e poi Tokyo 2020. La riunione avrebbe però potuto avere un altro effetto: l’uscita di scena anticipata del direttore tecnico Elio Locatelli. Un duro attacco gli è stato portato da Stefano Baldini che guida l’attività di sviluppo occupandosi degli “under 25”.
Fatti&Misfatti / Visioni distorte dalla Torre di Galata
Giovedì 14 Settembre 2017di Oscar Eleni
In esilio alle Asturie aspettando le visioni di Covadonga come succedeva ai tempi in cui Giacomo Crosa, la vecchia aquila del nostro grande salto in alto prima del periodo blu dove vanità faceva rima con chiamamammà, ventralista nei giorni dell’illuminazione Fosbury al Messico, telecronista e uomo di luce televisiva, cavaliere errante alla ricerca di verità matematiche attraverso il matrimonio, voleva capire perché Cesare Rubini odiasse tanto il Mike Fratello (“un parrucchiere” tuonava il Principe parlando di una eccellente allenatore NBA) che insidiava la “purezza” di Binelli e Magnifico promettendo mondi nuovi oltre Atlantico mentre lui pensava che potessero portare soltanto le borse. Vero e falso. Certo disturbava in un mondiale che già non andava bene. Nessuno dei due è andato nella NBA, il primo fu il dilapidatore Rusconi, ma molto tempo dopo.
I sentieri di Cimbricus / Var, Var, sarebbe piaciuto al professor Eco
Giovedì 14 Settembre 2017di Giorgio Cimbrico
"Vare, Vare, redde mihi legiones", vaneggiava Augusto dopo aver ricevuto la pessima notizia dello scherzo che i Germani avevano combinato nella selva di Teutoburgo. Var, Var, rendici la verità e magari in fretta, canta aggressivo, dopo appena tre settimane, il calcio italiano, un mondo perfettamente incistato nel paese che lo ospita o magari è viceversa: natura e fisiologia spesso fanno miracoli. E i politici che entrano a gamba tesa, che si salvano in corner, che rischiano il fuorigioco, che entrano e escono dalla zona (d’ombra) e che, metafore a parte, sono tifosi dichiarati e fanno pure interpellanze, costituiscono una parte ad dis-honorem nel cast di una commedia dell’arte senza fine, senza vergogna. Maschere.
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