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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Sei Nazioni (2) / Signori, la sconfitta e' (di nuovo) servita

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Lunedì 12 Febbraio 2024

 

ita-ireland 

Poco o nulla da fare contro i “tuttiverdi”, campioni in carica e secondi al mondo. Forti di un oltre 255 club e circa 860.000 praticanti, su una popolazione di poco più di sei milioni e mezzo di abitanti. E ora tocca alla Francia.

Daniele Perboni

Se qualcuno, segretamente, si attendeva qualcosa di diverso da quello che si è visto all’Aviva Stadium di Dublino scagli la prima pietra o, più prosaicamente, alzi la mano e lo dica a voce alta. Nessuno? Bene, anzi male, questo vuol dire che ci avevamo azzeccato. Ma una batosta simile, sinceramente, proprio non ce l’aspettavamo: 36 a zero, sei mete subite con un passivo che sarebbe potuto essere più pesante se i “tuttiverdi” non avessero sbagliato qualche trasformazione.

Un peccato veniale che si può perdonare. Inutile stare a formalizzarsi. Quelli là sono i più forti in Europa, secondi solo ai sudafricani campioni del mondo, nel ranking stilato da World Rugby (la federazione mondiale) prima del 6 Nazioni (azzurri undicesimi…), e se non perdono da una sfilza di partite qualcosa vorrà pur dire. Forti di un movimento che conta oltre 255 club con una base di circa 860.000 praticanti, su una popolazione di poco più di sei milioni e mezzo di abitanti, è facile, per loro, trovare sempre nuova linfa, nuovi campioni e grandi giocatori. Mettete tutto in uno shaker, agitate, servite e assaggiate e, soprattutto, subite la furia di chi sa giocare magnificamente con l’ovale in mano.

Vederli scorrazzare per il campo, mai invano, è come assistere alla rappresentazione di un balletto. Lago dei cigni, Giselle, Romeo e Giulietta? Fate voi. Quando attaccano è una gioia per gli occhi. Passaggi sottomano, veroniche, sostegno (sempre), calcetti a seguire, velocità, precisione. È tutta la squadra che avanza, avanza, avanza implacabile. Si gioca a memoria. Non serve guardare dietro. Già sanno che al momento opportuno troveranno un compagno pronto a ricevere la palla. La meta è solo questione di tempo. Così è stato e gli azzurri non anno fatto altro che subire quel magnifico gioco. 

Gli allievi di Quesada –, primo argentino a sedere sulla sedia di comando italiana –, pur mettendoci buona volontà e sacrificio, non hanno potuto far altro che stare a guardare, facilitando le cavalcate irlandesi con troppi errori. Rimesse laterali, la famosa touche, fallimentari, mischie spesso arretranti o crollate, palle perse in avanti, placcaggi sbagliati. Insomma il “solito” armamentario messo in mostra troppe volte dagli azzurri.

Ecco le parole del CT nel dopo partita: “È molto difficile trovare aspetti positivi nella gara di oggi, il match non ci ha consentito di mettere in campo praticamente nulla di quello che avevamo preparato in settimana. Nel primo tempo non abbiamo messo la pressione necessaria nelle nostre salite difensive, lasciandogli troppa libertà nella costruzione dei loro attacchi. Nel secondo non abbiamo di fatto avuto palle da giocare, e quelle poche che abbiamo avuto non sono mai state di qualità. Una performance deludente, non all’altezza di quello che questo gruppo può fare”.

Michele Lamaro, il capitano: “Purtroppo oggi abbiamo spesso buttato via le palle avute a disposizione, e questo non ci ha permesso di imporre la nostra pressione su di loro, portandoci invece ad averla costantemente contro. Oggi l’Irlanda ci è stata superiore in tutte le situazioni di gioco, la loro capacità di essere sempre di altissimo livello in ogni singola azione che sviluppano li rende la squadra che sono, noi ci riusciamo solo a tratti, e questo fa ovviamente la differenza, come l’ha effettivamente fatta anche questo pomeriggio”.

Signori, la sconfitta è servita. Ora ci attende un turno di riposo e poi domenica 25 febbraio sarà Francia-Italia.

 

 

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