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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Fatti&Misfatti / Nella valle delle vene varicose

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Lunedì 25 Aprile 2022

 

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“Siamo in guerra con la ragione, cercando di capire il Malagò ben intervistato da Dallera sul Curierun quando ci lascia in sospeso sul futuro prossimo, convinti che sia la violazione della pace olimpica ad imporre l’esilio a russi e bielorussi”.

Oscar Eleni

Fra fiori blu e piante verdi nell’isola giapponese delle vene varicose, fra vecchi che perdono la vista, in collegamento con radio supercazzola che vorrebbe farci credere che la vittoria di Macron ha salvato l’Europa mentre si dovrebbe tremare, non soltanto in Francia, per il quasi 42 % della controparte, oltre ai tanti astenuti. Figurarsi se qualcuno rinuncia alla piccola festa mentre intorno sibilano bombe, si lanciano siluri fra amici veri e presunti, nel girotondo degli astenuti, degli indifferenti, di non sa più a chi credere se si riesce a non vedere la luce neppure con questo Papa, inventandone di ogni tipo, nel vero stile vaticano al veleno.

Giornata di pazzie motoristiche, con la Ferrari che farà causa, come tanti finiti in pochi giorni dall’altare alla polvere, ai buontemponi che appena ti piazzano fra i favoriti vanno subito in sala corse per giocarti contro, con lo stesso sorriso amaro indecifrabile di molti giocatori che dopo troiadas variadas s’indignano se sospetti che abbiano già firmato altrove, che se ne sbattono della sconfitta e hanno fretta di togliersi la mascherina davanti a buon cibo e alcool denaturato come direbbe Icardi perdido più che pentito.

Siamo in guerra con la ragione, il sentimento, cercando di capire il Malagò ben intervistato da Dallera sul Curierun quando ci lascia in sospeso sul futuro prossimo venturo, convinti che sia la violazione della pace olimpica ad imporre l’esilio sui campi degli atleti russi e bielorussi, cosa non condivisa, nel tennis ad esempio, dalle associazioni giocatori e allenatori, non presa in considerazione dai serbi che a Belgrado hanno festeggiato il russo Rublev anche se aveva battuto in finale il Djokovic ancora con miccia corta e senza vaccino. Una città bianca che fra non molto avrà pure la finale dell’eurolega del basket che l’ULEB dei tentennanti, lo ha fatto notare pure il numero uno del CONI, si è presa dopo la “rinuncia” di Berlino, convinta che appunto i Pilato della lega del basket pro europeo avrebbero concesso pure alle tre società russe bandite di tornare a giocare a magari guadagnarsi un posto a tavola. Valli a capire certi circuiti mentali che ricordano le vene varicose.

Un tavolo dove difficilmente vedremo l’Armani se deve aspettarsi aiuti concreti, in piena emergenza infortuni, pandemia, cartellini rossi per doping, da chi, nella partita a Casalecchio contro l’avvelenata di Caja, ha fatto soltanto la comparsa e purtroppo erano tutti italiani. Per il tormento di chi non ama il criptato di questa rubrica annunciamo che in settimana si giocano l’Europa del basket anche Virtus Bologna e Reggio Emilia oltre a Milano, per cui torneremo in rete ammesso che ci lascino uscire dalla valle delle varici che portano alla trombosi.

Per adesso ci fermiamo a Posillipo per sentire come i napoletani hanno preso la peggior domenica sportiva delle loro squadre di calcio e basket. Spalletti si è portato il magone in ritiro, ma, da generale sincero, si è preso pure tutte le colpe per un trenino scudetto perduto nella sua amatissima stazione di Empoli. Nella palla al cesto, per la rabbia del nostro caro amico Barbuto a cui è dedicato il campo, una Napoli schifezza, con le mani tremanti persino sui tiri liberi, salite a bordo soprattutto voi rinforzi presunti dal nome importante tipo Vitali o Dormiveglia Gudaitis, cazzo, e spiegate al Buscaglia caduto nella trappola dove già si era perso Sacripanti davanti agli smemorati dell’Ovo, il 16 su 31 dalla linea della povertà di coraggio.

Basket civettuolo dove il Tedeschi che guida pure questi arbitri fa sapere che in confessionale, cioè nel privato, molti allenatori e tanti dirigenti sono contro l’anatema di Messina quando denuncia le facce di bronzo arbitrali, quelli che si sentono ducetti da osteria e al dialogo preferiscono il sorrisetto di compatimento. Una maschera molto usata nelle federazioni quando mandano in giro, spendendo esagerazioni, facendo spendere cifre da destinare magari a vivai esangui, istruttori che non servirebbero in regione già ben fornite. Politica, voti, contentini. Una storia antica che provoca risentimento soltanto quando non si va al mondiale, o, andandoci, in molte manifestazione, si fa la figura di quelli che alle feste non trovano nessuno che li apprezzi o li faccia ballare. Hanno ragione loro visto che in molti sono pure rieletti anche davanti a pareti vuote.

Certo che si brontola con la calza contenitiva che ti fa vedere stelle anche nei giorni dove la pioggia ricorda ferite antiche e finge di dare sollievo a fiumi inariditi. Mentre il ballo del qua qua ci fa sapere della felicità di alcuni commercianti per il ritorno del turismo, anche quello misterioso di Venezia dove al doge hanno fatto sapere che 20 mila saccopelisti si sono appisolati sotto i ponti, ma anche la rabbia, sempre dei soliti commercianti, per la crisi, la mancanza di personale da pagare poco.

Un po’ come le società sportive che chiedono agli investigatori di non rompere sulle super valenze, sui bilanci al nero di seppia, al rosso fuoco, un po’ come gli eterni scontenti che non si sono felicitati con la Vezzali che sta ottenendo l’insegnamento delle attività motorie già in quinta elementare preoccupati dalla spesa che servirà per avere quello che hanno quasi tutti i Paesi evoluti del mondo. Mai contenti, mai soddisfatti, certo chi governa si impegna molto per farti arrabbiare. Ci vorrebbe pazienza come con quelli dell’antidoping che sospendono subito, ma poi ci mettono mesi per far sapere come verrà punito il colpevole, salvo poi assegnare medaglie mondiali, europee dopo anni a chi, ormai non saprebbe più a chi chiedere il premio federale o del comitato olimpico.

Sapendo che ci si ritrova presto eccoci alla fonte degli aedi bravissimi nel “qui lo dico e qui lo nego”, la scuola elementare di qualsiasi carriera in politica, quindi anche quella sportiva, per le pagelle del basket alla terzultima giornata e pronto all’autodafè del PalaDozza, onorato dalle telecamere RAI, quando le nobilissime Fortitudo Kigili e Napoli Gevi si giocheranno la permanenza in serie A già perduta da Cremona dove almeno c’è gente seria che si dichiara pronta a ricominciare, perché scendere di categoria non è la fine del mondo se hai progetti concreti, anche se, come potrebbero dirvi Cantù, Udine, Verona e Torino, tanto per citare ex che hanno onorato o vissuto la serie A, non è così facile risalire e dal prossimo campionato ancora di più dopo la riforma voluta dal consiglio federale.

• 10 All’arbitro ucraino Boris RYZKYK e a chi lo ha mandato in campo per il suo esordio nello spumeggiante 103-92 che ha dato la salvezza a Varese e il tormento alla Fortitudo.

• 9 A Nando MARINO che, dopo aver ritrovato il sorriso per la Brindisi che contro Trieste ha ribrindato al successo, non ha avuto paura ad ammettere che in estate era mancata la cattiveria e la freddezza per fare giuste scelte.

• 8 Alla coppia KEENE-DE NICOLAO (Giovanni più bravo del fratello reyerino Andrea da 1 su 7 al tiro) che hanno dato al giovane Seravalli la prima vittoria in serie A seppure nella turbolenta Varese dove certo il lavoro dell’olandese lo ha aiutato a capire come la vita dei tecnici è appesa a molti fili di burattinai ipocriti.

• 7 Al BROOKS che pensavamo fosse svanito nelle nebbie di Assago e che invece si è ritrovato nella foresteria del doge De Raffaele alla Reyer sempre tormentata dagli infortuni.

• 6 A BRESCIA, quindi MAGRO, SOCIETA’, perché non credevamo che alla tombola scudetto potessero sedersi altri insieme a VIRTUS e ARMANI. Come dicono quelli del folber italiota magari qualità del torneo non eccelsa, ma battaglia “sportiva” almeno avvincente. Perché le virgolette? Beh, pensando ai bilanci e alla presunta eguaglianza competitiva.

• 5 A TRENTO che si sta perdendo il miglior Flaccadori e TREVISO che non ritrova armonia anche nella rivoluzione tecnica. Ora con salvezza quasi in tasca pensino al futuro vero per non provare pentimenti postumi come a Brindisi.

• 4 Al gruppo italiano dell’ARMANI, a parte l’appena recuperato DATOME, perché se nell’emergenza europea Messina avrà da loro quello che hanno dato contro Reggio allora meglio risparmiare il carburante per Istanbul.

• 3 Alla difesa FORTITUDO, prima fallo nell’ultimo quarto a 2 minuti dalla fine, che si era illusa di poter battere Varese nella gara a chi pisciava più lontano. MARTINO prima di farsi arrostire dall’edonismo di finti eroi ne bruci qualcuno già in spogliatoio.

• 2 A REDIVO. Protagonista con Brindisi nella vittoria su Trieste se non farà sapere che per avere un posto in una serie che merita ha dovuto accettare contratti a termine, di vedere bulletti strapagati avere più minuti di lui in troppe squadre.

• 1 A Vitali il vecchio, quello giovane è sempre nella lista infortunati dopo aver servito la patria nella finestra dei comici, e a GUDAITIS se non ci spiegano bene cosa intendevano a Napoli quando li hanno presi come rinforzi.

• 0 Al nobile TEDESCHI, capo degli arbitri sotto PETRUCCI imperante, se non rende noti i nomi degli allenatori e dei dirigenti che in privato gli hanno parlato bene dei nostri arbitri. Siamo curiosi di capire se sono gli stessi che ogni domenica rimpinguano il bilancio con le multe per offese varie ai direttori di gara (o di sala?), anomalie di ogni tipo e non soltanto alle attrezzature. Forse sono gli stessi che dicono a GANDINI che la sua Lega va benissimo e poi fanno girare voce che vogliono un presidente nuovo e non a intermittenza come molte dirette Discovery.

 

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