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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Duribanchi / Aspettando un nuovo uomo del destino

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Martedì 31 Agosto 2021

 

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Una escalation di leggi, leggine, provvedimenti hanno reso il Paese non governabile. Da qui il folle parlamentarismo e l’impossibilità per un partito di raggiungere il 51% dei consensi. L’idea centrale è che nessuno debba prevalere.

Andrea Bosco

Ci sto riflettendo. Una sensazione sgradevole che mi sta prendendo. E cioè che il mio Paese si stia avviando, incoscientemente, verso una nuova dittatura. I sintomi ci sono. E l’idea che la storia non si possa ripetere è una idea retorica. La storia non si ripete “eguale”. Ma “simile”, sì: gli esempi sono infiniti. Ha scritto Henry de Montherlant, raffinato controverso intellettuale francese, accusato di “collaborazionismo morale” e anni dopo morto suicida: “I dittatori nascono nelle case dove non si osa dare un ordine alla domestica”. C’è una teoria che quotidianamente si scontra con la pratica. Ci sono risposte che non vengono date. Che si evita di dare. Quesiti troppo scomodi per avere l’attenzione dei media.

Vado con ordine. Il disastro perpetrato dagli USA e dal mondo Occidentale in Afghanistan è sotto agli occhi di tutti. Decine di migliaia di persone in fuga dai talebani. Genia che continua a ghettizzare, proibire, terrorizzare, uccidere. Ma con la quale spiegano è necessario trattare. Perché da quelle parti c’è una feccia anche peggiore: l’Isis. I talebani sono assassini “di tanto in tanto”. I taglia-gole dell’Isis sono assassini in “servizio permanente”. Comunque quelli che secondo Giuseppe Conte avrebbero dimostrato “sensibilità da verificare” hanno giustiziato un anziano artista colpevole di un reato insopportabile ai loro occhi: era un musicista. Cantava e suonava. E il Corano vieta la musica. Viene da pensare al romanzo di Eco nel quale un monaco integralista avvelenava i confratelli per impedir loro di leggere un libro proibito: quello del “ridere”.

Va da sé che di fronte ad uomini dai comportamenti tanto disgustosi, per aiutare un popolo che sta disperatamente fuggendo, servirebbero strategie. Che né gli USA, né la assai poco presente Europa hanno ancora messo a punto. Avrebbero dovuto farlo almeno un paio di anni fa visto che era noto che la fallimentare, ventennale missione di pace in Afghanistan sarebbe terminata. Ma non l’hanno fatto. E ora quella disperata marea umana bussa alle porte del Continente Europeo. Come accoglierla? Dove accoglierla? Come sostenerla? Quale futuro dare a quelle persone? Parliamo di decine di migliaia di bambini, donne, uomini. Come evitare di stiparli in qualche centro di accoglienza? Come evitare che una così massiccia presenza trasformi zone delle nostre città in enclave foriere di conflitti ed intolleranza? Non basta “digiunare e pregare” per aiutare queste persone. Servono risorse economiche. L’Italia le ha? E’ in grado di garantirle? L’afflato solidale ha basi sulle quali poggiare? Le Regioni e i Comuni sono disponibili all’accoglienza? Oppure il governo la dovrà imporre?

La marea dei disperati afghani si somma a quella dei migranti “sociali” che dalla Libia e dalla Tunisia arrivano in Italia. Ormai la media è di 500 al giorno. Il quesito è il medesimo. Come? Dove? Per quanto tempo? Con quali risorse? Si chiede (giustamente) di aprire il cuore e il portafogli. Si chiede il rispetto della Costituzione. Si pretende una solidarietà che sarebbe disumano negare. Ma non si dice cosa accadrà tra un anno, due, dieci. Si parla di integrazione, di jus soli, di rispetto delle tradizioni e della religione altrui. E ci mancherebbe non si facesse. Ma non si fornisce una sola risposta di “prospettiva”. Si blatera, si ipotizza astrattamente, si mente. Il nodo “migranti” ha messo sulla graticola il ministro Lamorgese. “Pessima” per la destra, “competente” per la sinistra.

Non credo che un ministro sia in grado di risolvere o anche solo contenere un problema epocale come quello dell’immigrazione. Ci vogliono i governi, le risorse, la volontà politica di affrontare il problema. L’educazione civica a comprenderlo. Ma un ministro al quale “sfuggono” 8000 persone provenienti da mezza Europa per un rave-sballo non può sottrarsi alle proprie responsabilità. Piaccia o meno al presidente della Repubblica o a quello del Consiglio. Ai capibastone della politica. A questo o a quell’intellettuale. Lamorgese ha sbagliato. E non è la prima volta. La percezione è quella di un ministro che non agisce. Che vellica. I partecipanti a un rave. I raduni no-vax non autorizzati ma tollerati fino all’esercizio della violenza.

Apro una parentesi “vaccinata”. Anche i premi Nobel possono essere dei coglioni. Non è che perché a Stoccolma ti assegnano un importante riconoscimento sei domine-iddio. Forse non lo è neppure Kluge, direttore dell’OMS che ha ipotizzato per la fine del corrente anno circa 250.000 nuovi decessi per Covid 19 in Europa. Ma se avesse ragione? Vado avanti con madame Lamorgese. Le movide selvagge contro le quali sembra non si possano trovare rimedi. Gli assembramenti in discoteca o in spiaggia in ispregio delle normi vigenti. Il ministro Lamorgese è solo la punta dello smisurato iceberg italiano: prefetti, questori, giudici. E poi il più inutile dei tribunali: Il TAR. Dove quotidianamente la burocrazia prende a calci in culo il buon senso.

Scriveva Tacito negli Annali: “Corruptissima republica plurimae leges” (Nell’esagerata corruzione della cosa pubblica, risulta infinito il numero delle leggi). Vuole la vulgata che la Costituzione Italiana sia la “più bella del mondo”. Nessuno che rammenti come la Costituzione sia nata dal compromesso dei padri fondatori, terrorizzati soprattutto da una cosa: il ritorno di una dittatura. Da qui una escalation di leggi, leggine, provvedimenti che hanno reso il Paese non governabile. Da qui il folle parlamentarismo che ha un’unica vera base: l’impossibilità per un partito di raggiungere il 51% dei consensi. L’idea in Italia è che nessuno debba prevalere. E a capotavola (ultimamente), un tecnico: ora un docente universitario, ora un “avvocato del popolo”, ora uno stimato economista. Senza passare per la verifica del voto. Eletti da nessuno: indicati. Imposti dall’alto. Da presidenti sulla carta “parlamentari”. Di fatto “presidenziali”: ma guai a dirlo.

Ci sono cose in questo Paese che è vietato dire. Come ad esempio che la situazione nelle carceri è abominevole e disumana. Ma che nessuno osi chiedere nuovi e moderni istituti di pena. Meglio amnistie ed indulti in un paese dove nessuno va più veramente in galera e dove nessuno sconta per intero. Magari sarà l’immane debito pubblico che continua a galoppare mentre le “vispe terese” della politica continuano a sperperare e a scatenare l’inferno. Perché si presenti sulla scena un nuovo uomo del “destino”. Non avrà gli stivali, non arringherà il popolo da un balcone, non avrà a disposizione “milioni di baionette”. Arriverà in doppiopetto, le sue “divisioni” saranno schierate in Borsa, il suo potere non sarà quello di “proibire” ma semplicemente quello di lasciar fare. Aspettando di raccogliere.

Il “mercato” è più potente di qualsiasi bomba. Lo hanno capito, da tempo, i comunisti cinesi: marxisti che usano il mercato per continuare a crescere. Sarà il mercato a togliere quelle libertà nel nome delle quali la società italiana si sta dissanguando: compromettendo il futuro delle prossime generazioni. Di questo ho paura. Per chi resterà. Io certamente sarò passato a miglior vita, come si usa dire. Magari anche altri visto che i “TG terrore" hanno spiegato che una massa di ghiaccio grande come tre quarti dell’Italia si starebbe staccando con conseguenze bibliche per le città costiere del mondo. La mia Venezia, ovviamente compresa.

Credevo che il calcio potesse esprimere il peggio del peggio con fallimenti, ingaggi folli, soperchierie di ogni tipo: mi sbagliavo. La Formula Uno è peggio. In Belgio causa pioggia il Gran Premio è stato sospeso tre volte per impraticabilità della pista. Di solito in casi come questi si recupera il giorno dopo. Non sia mai: in Belgio dopo tre safety car farsa hanno concluso la kermesse e hanno pure assegnato i punti. Una volta i Lauda and Company avrebbero fatto il diavolo a quattro: quando l’associazione piloti aveva gli zebedei e contava. Oggi tra sbadigli, telefonini a manetta, dita nel naso, il massimo che i piloti sono riusciti a produrre è stata una partita: a scacchi.

Il calcio, in ogni caso, è roba ormai del Qatar. Gira voce che l’emiro del Psg che si è regalato Messi, voglia comprare la Salernitana che come noto, entro dicembre, Lotito dovrà vendere essendo già proprietario della Lazio. Dovesse accadere, la storica amicizia tra il governatore campano Vincenzo de Luca e il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis potrebbe essere a rischio. Prevedo un grandissimo lavoro per Maurizio Crozza.

Chiudo il libello savonarolesco con un grazie a Bebe Vio e a tutti gli atleti para-olimpici che hanno onorato lo sport alle Olimpiadi. Sono donne e uomini meravigliosi delle quali e dei quali a stento rammentiamo i nomi ma che hanno dato al paese una lezione di civiltà. La forza mentale che hanno dimostrato. La forza per superare il dolore e la fatica. Perché fare sport avendo un handicap è più faticoso. Ecco: in qualche ministero dovrebbero eleggere uno di loro. Perché sono persone di rare esternazioni, quanto di fatti concreti. Gente di sport che conosce il valore del sacrificio. Gente di cui fidarsi.

 

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