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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Tokyo 2020+1 / (6) Se 19 medaglie vi sembrano poche

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Giovedì 29 Luglio 2021

 

doppio-pl

 

Il presidente del CONI Giovanni Malagò (e non è il solo) si dice insoddisfatto perchè latitano gli ori, dimenticando l'impegno che le Federazioni pongono nel loro lavoro, e soprattutto mortificando quegli atleti e di quelle atlete che sono riusciti a scalare podi d'argento e di bronzo. Vere imprese.

 
MEDAGLIE - 19 (2 ORO - 7 ARG - 10 BRO)
CLASSIFICA A PUNTI (10-8-6-5-4-3-2-1) - 112 GARE SU 339

1. Stati Uniti 439,5
2. R.P. Cina 333
3. C.O. Russo 291
4. Giappone 287
5. Gran Bretagna 238
6. Italia 235
7. Australia 200,5
8. Francia 175,5
9. Olanda 164,5
10. Germania 155,5

RED.

 

I podi di Tokyo e i risultati degli azzurri 

 

Giornata storica in tutti i sensi per il canottaggio azzurro impegnato nell’ultima giornata utile. Con quattro barche in acqua sono arrivati in successione le due medaglie nei Pesi Leggeri che portano a tre le medaglie olimpiche, un bilancio migliore di quello di Rio 2016. Ha cominciato il Doppio maschile dei fedelissimi Stefano Oppo e Pietro “Willy” Ruta, una coppia sempre presente sui podi delle grandi rassegne internazionali: non per nulla tra il 2017 e il 2021 hanno saputo collezionare tre medaglie d’argento ai Mondiali col corollario di un oro, un argento e tre bronzi agli Europei.

Un bottino al quale va ora ad aggiungersi il terzo podio di Tokyo, colto nelle insidiose acque di Sea Forest spazzate dalla code del tifone che per fortuna è andato a sfogarsi altrove. In gara si sono trovati a fare gara a sé dopo che Irlanda e Germania avevano scavato un distacco incolmabile, ma hanno saputo imboccare il ritmo giusto per tenere a bada gli altri. Un terzo posto mai messo in discussione.

DOPPIO PL - Venti minuti più tardi sono scese in acque le ragazzine terribili, la varesina Federica Cesarini e la cremonese Valentina Rodini sulle quale pesavano grandi aspettative dopo che il giorno prima, in semifinale, avevano tenuto a bada le americane vogando nel miglior tempo mondiale di sempre: 6’41”36, diciotto centesimi in meno della temibile coppia USA. Una gara magica, condotta in acqua quattro dall’equipaggio azzurro, con almeno cinque barche sulla stessa linea e le olandesi una spanna più avanti. Uno schieramento rimasto invariato fino al traguardo, e deciso sul filo di 14 centesimi nei confronti delle francesi mentre le olandesi perdevano in acqua l’ultimo colpo di remo.

Poi l’attesa, l’incertezza, il verdetto e la commozione che ha travolto le due ragazze, strette in un abbraccio interminabile. Bella e sentita la cerimonia della premiazione, con l’una che ha posto la medaglia al collo dell’altra. Un trionfo che per di più al canottaggio italiano mancava dai giorni di Sydney quando a salire sul primo gradino del podio era stato il grande Quattro di coppia di Raineri, Galtarossa, Alessio Sartori ed Agostino Abbagnale. Un bel precedente per la prima medaglia al femminile del canottaggio.

PALTRINIERI – Non era facile pronosticare l’argento di Gregorio Paltrinieri dopo che aveva dovuto fermarsi per un oltre un mese a causa della mononucleosi che lo aveva colpito ad inizio giugno. E le cose in verità non erano parse confortante dopo una faticosa batteria e una finale agguantata con il settimo posto utile (mentre non ce l’aveva fatta Gabriele Detti. Pensare ad una resurrezione immediata nel giro di poche ore pareva azzardato. E invece è andata proprio così, perché ha ragione chi sostiene che in acqua si nuota certo con le braccia e con il fisico, ma la rotta la segnano sempre la testa e la volontà.

La finale degli 800 ha così raccontato un’altra storia, con Paltrinieri in ottava corsia. Una partenza veloce che ha sconcertato tutti, poi una gara condotta quasi sempre in testa almeno fino a due vasche dal termine. Quando dal frullatore della piscina è emerso quello che non ti aspetti, il debuttante statunitense Robert Finke. Il duello per il primo e il secondo lo decide l’ultima vasca, che il ragazzo americano chiude in 26”29 contro il 28”04 dell’azzurro che con 7’39”27 resta primatista europeo della distanza. Una prova di umiltà, tenacia, di orgoglio, di classe. “Quando ho la convinzione di aver dato tutto, allora sono finalmente appagato”.

Archiviato il primo capitolo del trittico, ora sabato Paltrinieri dovrà difendere il suo titolo olimpico e, il prossimo 5 agosto, trasferirsi nella baia di Tokyo per la 10 chilometri di fondo. Una impresa mai tentata, una sfida a se stesso.

FIORETTO – La quarta medaglia di giornata, ma anche la quarta della Scherma (che ha contribuito alla nostra storia olimpica con 129 podi), la portano a casa le ragazze del fioretto – Martina Batini, Erica Cipressa, Arianna Errigo, Alice Volpi – al termine di un inedito contro con le statunitensi che dopo un avvio difficile si è risolto senza difficoltà. La vera finale l’avevano disputato contro le francesi in semifinale, un incontro scorbutico, nervoso, nel segno di una continua alternanza risolta a favore delle transalpine sul 43 a 45. Ci si aspettava un podio, ed un podio è stato: alla fin fine, anche senza gli ori, la scherma la sua parte la fa sempre.

 

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