- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Piste&Pedane / Ma "loro" sono ancora lontani

PDFPrintE-mail

Mercoledì 14 Ottobre 2020

 

crippa bicchiere 

 

“Avvicinarli, quello posso farlo, sono in grado di farlo. Lavoro per questo. Prossimi obiettivi? Olimpiadi. Non mi monto la testa. Sarebbe bello un piazzamento fra i primi cinque, sei.”

Daniele Perboni

Metti che ti invitino a una festa alle porte di Trento. Metti che il festeggiato deve essere all’oscuro di tutto. «Altrimenti che sorpresa sarebbe?». Metti un pomeriggio nella prima decade di ottobre. Sole, caldo, gente allegra, una quarantina in attesa, birra e carne alla brace, proprio come deve essere un festeggiamento all’aperto. Metti che ti aspetti di arrivare in una sorta di Eden, uno di quegli agriturismi dove è “tutto bello” fra verde e animali in libertà. L’ambiente esorta questi pensieri: montagne e boschi a portata di mano.

Metti che appena esci dal casello autostradale di Trento, e percorri la via che ti hanno indicato, ti trovi immerso nella più classica delle zone artigianali. Uguale a mille altre di altre mille città diverse. Metti che a un certo punto ti perdi e solo grazie ad alcune giuste telefonate trovi la via di casa. Quella della grigliata e della festa.

Metti di scoprire che sei fra i soli tre giornalisti invitati. Uno è con te, l’altro è già arrivato. Bella forza, vive da queste parti. Metti che appena sceso dall’auto ti trovi immerso in un’atmosfera tranquilla, rilassata, senza eccessi, anche se l’ambientazione non è proprio ciò che immaginavi: il piccolo cortile di una azienda artigiana messa a disposizione da qualche amico: qualche gazebo per ripararti dal sole, panche e tavoli di legno, tre griglie semi professionali già in funzione e spillatore che pompa in abbondanza. Il tutto perfettamente in linea con la scenografia.

Ne conosci poche di quelle persone, quasi tutti con un bicchiere di birra in mano, ma ti basta riempire anche tu un boccale e già fai parte del gruppo.

Metti che il festeggiato è un ragazzo di 24 anni che nell’anno maledetto del virus abbia portato a casa risultati eccezionali. «Sì, ma loro sono ancora lontani», afferma pacato e consapevole.

Metti che il celebrato odierno si chiami Yeman Crippa e che ad organizzare il tutto sia il suo ancor giovane tecnico Massimo Pegoretti che, per l’occasione, abbiamo scoperto essere anche ottimo anfitrione. Metti che il ragazzo si sorprenda un poco alla vista di vecchi e nuovi amici. Metti che alla festa ci trovi anche il padre Roberto e tre fratelli. Logica vuole che la sorpresa sia grande. Ma il ragazzo è pacato anche nella vita. Saluta tutti in allegria e non si lascia andare a gesti che ti aspetteresti da uno della sua età. Birra in mano, passa in rassegna i presenti salutandoli uno ad uno. Bella atmosfera. L’abbiamo già detto? Non importa, lo ripetiamo.

Si mangia pollo, maiale e manzo alla brace, il tutto accompagnato da una eccellente birra non filtrata. Alla fine spazio anche per interviste al ragazzo. Con pazienza, tanta pazienza, si sottopone al consueto cerimoniale, consapevole che ormai è entrato nel ruolo e, dunque, deve sottostare alla procedura. Seppur noiosa. Scopriamo così che è reduce da un tour che ha toccato Firenze, Roma, Napoli, costiera amalfitana e, infine, un volo in Sicilia. «Dormivamo dove capitava. A fine giornata si cercava un albergo e si ripartiva la mattina dopo». Sette giorni in totale libertà. «Qualcuno ha provato a portare le scarpe da allenamento ma non sono state usate. Mai. Vacanza totale».

A domanda se pensa di riuscire a raggiungere “loro” risponde consapevole che «Non penso, troppo forti. Ma non mi demoralizzo. Avvicinarli, quello posso farlo, sono in grado di farlo. Lavoro per questo. Prossimi obiettivi? Olimpiadi. Non mi monto la testa. Sarebbe bello un piazzamento fra i primi cinque, sei. Peccato per la cancellazione degli Europei, in pista a Parigi e quelli di cross a Dublino. Due medaglie penso proprio che sarei riuscito a portarle a casa. Nel cross puntavo all’oro».

Papà Roberto, occhi umidi e colmi di soddisfazione, per quel figlio che si sta facendo conoscere. «L’ho sempre seguito, sin dalle prime gare. Mi sto già organizzando per Tokyo. Già ero pronto per quest’anno. Continuo a ripetermi, da credente peccatore, che sono fortunato. Dio mi ha dato tanto».

 

Cerca