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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Bordo campo / Uno sport italiano sempre piu' povero?

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Venerdì 29 Maggio 2020

 

zaytsev 


Il rischio di avere un vertice di qualità, dal calcio in primis al volley per finire al rugby, con le seconde file distanti anni luce, è più che reale. A chi toccherebbe intervenire?

Carlo Santi

Ivan Zaytsev saluta Modena e Meo Sacchetti lascia Cremona. A prima vista questi due trasferimenti, nel volley il primo e nel basket il secondo, potrebbero apparire quasi la normalità nel mondo di uno sport sempre più legato ai contratti. Entrambe le partenze, invece, normali non sono e riflettono quanto oggi il mondo dello sport sia terreno di conquista per le proprie ambizioni economiche a discapito di tutto. Modena e Cremona, entrambe per ragioni economiche, sono costrette a ridimensionare i loro investimenti, ridotti assai dal virus che ha colpito duro tutti.

Zaytsev ha ricevuto la proposta di dimezzare il suo contratto (da 550.000 euro della scorsa stagione, netti come si una nello sport) e ha scelto ancora la Russia, stavolta per giocare a Kemerovo, mentre il cittì della nazionale del basket, visto che Cremona è in crisi economica, ha preferito andare a sedersi sulla panchina della Fortitudo Bologna.

Motivi quelli della loro fuga che sono per entrambi condivisibili a prima vista ma che accendono una spia rossa per il movimento sportivo italiano, non solo per basket e volley. Il ricco ha sempre ragione – qui è come nel mare dove il pesce grande mangia quello piccolo – e prende i pezzi migliori che sono sul mercato infischiandosene di contratti già firmati lasciando in povertà gli altri. Povertà che vuole dire aridità, mancanza di stimoli per tutti, poca voglia di investire per chi ne avrebbe desiderio perché di fronte alle corazzate è inutile combattere con lo spadino di latta gettando via risorse e soldi. E, soprattutto, mancanza di esempi per i giovani dei bacini di utenza dei club da avviare allo sport.

Zaytsev e Sacchetti hanno scelto di andarsene per guadagnare di più e questo comportamento merita una profonda riflessione come merita una riflessione l’atteggiamento dei dirigenti dei club, e non parliamo solo di Modena, una delle case del volley nostrano, e di Cremona. Certo, si può obiettare che adesso la pandemia ha cambiato le carte in tavola, ha aperto una crisi enorme e lo sport sarà il primo a pagare le conseguenze, che tante società anche minori spariranno. Per questa ragione occorrerà ragionare per il futuro su regole diverse sulla gestione dei club e su un diverso modo di firmare i contratti che spesso, dopo la “Bosman”, sono diventati il vero valore del giocatore. Forse sarebbe il caso di chiedere ai club garanzie solide per la durata degli accordi siglati con fidejussioni bancarie.

Il rischio di avere un vertice di qualità in ogni sport, dal calcio in primis al volley per finire al rugby dove da tempo in Italia il movimento si muove sottotraccia tranne quando appare il Sei Nazioni dove l’Italia, di fatto, è una comparsa, con le seconde file distanti anni luce, è più che reale. Questo fa perdere interesse e attenzioni. Che senso ha partire e sapere che lo scudetto lo vince chi ha investito di più? Chi avrà più voglia – quando si potrà – di andare allo stadio? Se la Milano del basket investe grazie a Giorgio Armani 31 milioni per la squadra e Pesaro solo 2,5 è facile prevedere chi vincerà. Inutile sorprenderci se lo sport italiano sarà sempre più povero e rimarrà nel suo orticello e non in un giardino fiorito.

Cremona è passata in un attimo dal voler allestire una sorta di Club Italia nel basket con Sacchetti al comando al possibile baratro. Mentre Aldo Vanoli, il patron del club, sta cercando di trovare risorse, il coach ha abbandonato. Se la squadra sarà ancora in serie A avrà un nuovo allenatore, questo è certo, e potrà anche raccogliere altre soddisfazioni come la Coppa Italia del 2019. Nessuna censura al Sacchetti ora in maglia Fortitudo, nessuno può essere blindato, è chiaro, ma tutto questo deve far riflettere sul futuro come si dovrà – e presto – riflettere su chi e come gestisce il nostro sport.

Rimanendo nel mondo dei canestri, accendiamo un faro su Roma. La Virtus è lì lì per sparire mentre in città adesso ci sono altre due realtà in A2, l’Eurobasket e la Stella Azzurra che ha acquisito i diritti da Roseto. Due team romani che giocheranno l'una a Cisterna di Latina e l’altra a Veroli perché la Capitale non ha un impianto, e chissà con quale interesse per il pubblico locale. Sorge una domanda: ma dove sono i dirigenti che da anni, pur di assecondare i politici, non riescono a risolvere il problema? Il Palazzetto di viale Tiziano è chiuso da più di due anni (maggio 2018, … per chi non lo ricordasse) mentre non è ancora pronto il bando per la ristrutturazione.

 

 

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