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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Italian Graffiti / Acqua azzurra, acqua Benedetta

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Martedì 30 Luglio 2019

 

pilato

 

Mondiali trionfali per il nuoto e la sua federazione, saldamente al centro del sistema sportivo italiano. Tra tanti podi la reginetta è stata Betty Pilato con i suoi 14 anni salita con autorevolezza sul tetto del mondo. Un esempio di freschezza ed entusiasmo da cui c'è molto da imparare.

 

Gianfranco Colasante

 

A quanto si legge non pare attraversare il periodo più sereno della sua attività politica, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Visto che starebbe valutando, proprio in queste ore, se lasciare la poltrona presso la PCM (mantenendo la delega per lo Sport) dopo aver declinato il rischioso incarico di commissario italiano all'UE. Eppure è stato tra i primi, se non il primo, a telefonare a Paolo Barelli per complimentarsi e invitare la squadra azzurra a Palazzo Chigi. Non risulta (ma spero di sbagliare) che una telefonata dello stesso tono Barelli abbia ricevuto da Giovanni Malagò che si è limitato a twittare. Non è la stessa cosa. Tanto più alla conclusione di un Mondiale di enorme soddisfazione per tutti, in una disciplina universale come il Nuoto. In uno con l'Atletica base fondante dell'intero castellotto olimpico. E che dovrebbe essere il fiore all'occhiello del CONI.


Strascichi di storie vecchie, si dirà, sale sparso su ferite personali mai guarite. Ma proprio in vista di quanto accadrà domani al Foro Italico - quando Rocco Sabelli svelerà i suoi piani per il futuro (?) dello sport italiano - lanciare un segno di unità, di senso di "squadra", di appartenenza comune, non avrebbe fatto male. Non so se il capo di Sport&Salute (ma a chi è venuta in mente questa sigla?) abbia dedicato qualche minuto del suo tempo a guardare in tv le gare di Gwangju. Mi auguro che l'abbia fatto. C'è sempre da imparare nella vita, come teorizzava Cicerone, e non è mai troppo tardi.


Avrebbe potuto verificare come la federazione degli "sport acquatici" - nelle sue cinque discipline olimpiche - possa a buon diritto ritenere impressionante il proprio bilancio al mondiale coreano. Riduttivo definirlo solo come il migliore di sempre, anche se il medagliere complessivo assegna all'Italia - con i suoi 15 podi - la quinta posizione al mondo dopo Usa (36), Cina e Federazione Russa (30) ed Australia (23). Una posizione che diventa la quarta se ci si limita al solo nuoto in piscina. Qui gli azzurri hanno conquistato 8 medaglie - 3 d'oro, 2 d'argento, 3 di bronzo - con sei atleti diversi, fornendo una prestazione di massa che ha lasciato sguarnite poche specialità, condita da 19 primati nazionali e 22 "personali". A un anno da Tokyo è questa la constatazione più confortante.


Tanto che si fa fatica a determinare una graduatoria di merito. Certo, il quarto titolo mondiale del Settebello del "mago" Campagna, ha valenza trainante per tutto il movimento e conferma la Pallanuoto come il nostro sport di squadra più vincente. Ma non credo di sbagliare se, dato il giusto a Federica, a Simona, a Gregorio, a Gabriele, a Martina, quale simbolo di questa ascesa diventa fin troppo scontato indicare Benedetta "Betty" Pilato per la fresca irruenza dei suoi 14 anni e per la spavalda autorevolezza mostrata di fronte all'intero mondo.    


E' stata proprio questa solare ragazzina che con la madre fa sessanta chilometri al giorno per allenarsi in un piccola piscina della provincia di Taranto (dove manca una olimpica) a confermare la bontà delle scelte federali, una filosofia che fa oggi della FIN la federazione regina, ma anche a sottolineare quanto non possa più bastare l'entusiasmo di tecnici e dirigenti volontari o il supporto delle famiglie. Se c'è una ricetta per l'esplosione del nostro nuoto, essa è meno segreta di quanto si pensi. Lo ha rivelato lo stesso Barelli: "il nostro modello si fonda sulle società che reclutano e formano gli atleti; la federazione, con i suoi comitati regionali, ha solo una funzione di stimolo e supporto, con l'obiettivo di far coesistere sport sociale e agonismo di altissimo livello". Modello applicabile ad altre federazioni? Non credo.


Società, comitati, federazione: un sistema piramidale che coinvolge oltre 2000 addetti chiamati a finalizzare un movimento che coinvolge quasi 5 milioni di persone (!) attorno a migliaia di piscine che - con la loro attività quotidiana sul territorio - reperiscono le risorse per la parte sportiva. Ma non è solo un problema di soldi. Sintetizza Barelli: "siamo come un'industria, ma di dilettanti e volontari; purtroppo in Italia lo sport non ha il sostegno di scuole o università, gli enti locali annaspano, ecco perchè il sostegno dello Stato - e per suo conto oggi di Sport e Salute - diventa fondamentale". O almeno lo dovrebbe.


Da tutto questo si può trarre un insegnamento? Certo, più d'uno. Il primo che emerge è l'impossibilità di continuare a considerare "paritetiche" le 44 federazioni che si riconoscono nel CONI. Commensali seduti alla stessa tavola, ma con organizzazione e progettualità (quando esistono) ben diverse le une dalle altre, sport di squadra e sport individuali. Occorrerà una grande dose di fantasia per continuare a mantenere in vita questa struttura obsoleta che - lo si tenga sempre a mente - arriva dall'anteguerra e non è mai stata adattata alla nostra realtà.

Tanto che pare proprio arrivato il tempo per scelte coraggiose e innovative. Del CONI, per la sua parte, e di Sport&Salute, i cui vertici dovranno al più presto mettersi a studiare. Almeno finchè non si arrivi alla determinazione di scioglierlo (casomai sostituendolo con uno "sportello" dedicato presso il MEF, se proprio si deve continuare a vigilare sulla distribuzione dei soldi pubblici, non fidandosi del CONI, ma senza affidargli alcuna prerogativa "politica").

Ritengo che non saranno in molti a rimpiangere questa balzana sovrastruttura ideata da Giulio Tremonti al tempo dei governi Berlusconi che il CONI ha subito (e legittimato) con sospetta complicità. Il mondo dello sport va in altra direzione. Lo abbiamo visto in Corea.


18. Campionati Mondiali - Nuoto
Gwangju (KOR) – 21/28 Lug 2019

Medagliati e finalisti


• Uomini
200 SL – 1. Yang Sun (Chn) 1’44”93; … 5. Filippo Megli 1’45”67.
400 SL – 1. Yang Sun (Chn) 3’42”44; … 3. Gabriele Detti 3’43”23; … 5. Marco De Tullio 3’44”86.
800 SL – 1. Gregorio Paltrinieri 7’39”27; … 5. Gabriele Detti 7’43”89.
1500 SL – 1. Florian Wellbrock (Ger) 14’36”54; … 3. Gregorio Paltrinieri 14’38”75; … 6. Domenico Acerenza 14’52”05.
50 RA – 1. Adam Peaty (Gbr) 26”06; … sql. Fabio Scozzoli.
200 FA – 1. Kristof Milak (Hun) 1’50”73; … 4. Federico Burdisso 1’54”39.
4x100 SL – 1. Stati Uniti 3’09”06; … 4. Italia (Santo Condorelli, Manuel Frigo, Luca Dotto, Alessandro Miressi) 3’11”39.
4x200 SL – 1. Australia 7’00”85; … 4. Italia (Filippo Megli, Gabriele Detti, Stefano Ballo, Stefano Di Cola) 7’02”01.

• Donne
200 SL – 1. Federica Pellegrini 1’54”22.
800 SL – 1. Katie Ledecky (Usa) 8’13”58; 2. Simona Quadarella 8’14”99.
1500 SL – 1. Simona Quadarella 15’40”89.
200 DO – 1. Regan Smith (Usa) 2’03”69; … 4. Margherita Panziera 2’06”67.
50 RA – 1. Lilly King (Usa) 29”84; 2. Benedetta Pilato 30”00; … 5. Martina Carraro 30”49.
100 RA – 1. Lilly King (Usa) 1’04”93; … 3. Martina Carraro 1’06”36; … 8. Arianna Castiglioni 1’07”06.
100 FA – 1. Margaret MacNeil (Can) 55”83; … 4. Elena Di Liddo 57”07.
4x100 MX – 1. Stati Uniti 3’50”40; … 4. Italia (Margherita Panziera, Martina Carraro, Elena Di Liddo, Federica Pellegrini) 3’56”50.

• Misti
4x100 SL – 1. Stati Uniti 3’19”40; … 8. Italia (Manuel Frigo, Alessandro Miressi, Ilaria Bianchi, Federica Pellegrini) 3’25”58.
4x100 MX – 1. Australia 3’39”08; … 6. Italia (Simone Sabbioni, Fabio Scozzoli, Elena Di Liddo, Federica Pellegrini) 3’43”27.

 

 

 

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