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Piste&Pedane / Atletica in marcia, tra proclami ed errori di percorso

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Venerdì 27 Ottobre 2017

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di Daniele Perboni

Lo scorso lunedì una notizia eclatante ha aperto la settimana. Una di quelle che fanno sobbalzare sulla sedia, che ti lasciano a bocca aperta, tolgono il fiato, annichiliscono. Il mondo dell’atletica è rimasto letteralmente stupito, sconvolto quando ha saputo, tramite i social Fidal che Il numero uno del CONI oggi ha fatto colazione con gli #azzurri dell'#Atletica Elite Club al Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti”. Azz … chi l’avrebbe mai detto? Il dottor Malagò ha lasciato le sue stanze per mescolarsi con gli atleti? Quelli in tuta, scarpe (qualcuno magari ancora in ciabatte) e un poco assonnati (immaginiamo)? Per di più si è seduto ai tavoli intrattenendosi pure. Complimenti: news da Premio Pulitzer. Purtroppo non ci è dato sapere le preferenze culinarie del numero uno. Una mancanza fondamentale per completare l’informazione. La maggior parte dei nostri lettori resterà con l’acquolina in bocca, digiuno.

Per quanto ci riguarda vedremo di colmare il vuoto chiedendo a chi era presente, atleta, dirigente, tecnico, anche se pare abbiano chiesto discrezionalità illimitata. Comunque stiano tranquilli le eventuali talpe, garantiamo l’assoluta riservatezza sulla fonte.

Tanto per chiarire, dopo la famosa colazione di cui sopra, Malagò si è intrattenuto più a lungo con i trentasei azzurri del progetto AEC e udite udite (…) sono stati abbracciati uno per uno. Tutti loro ricorderanno a lungo questa mattinata. Verrà da raccontata ai nipoti in anni futuri, magari davanti all’immancabile caminetto accesso nei giorni di Natale. Ma che ci faceva il Presidente del Comitato Olimpico al centro di preparazione?

Una visita di cortesia, da padrone di casa, agli atleti riuniti dai vertici Fidal per confrontarsi con il Direttore Tecnico dell'Alto Livello Elio Locatelli e la struttura federale in vista dell'imminente stagione con un orizzonte proiettato sui Campionati Europei di Berlino (7-12 agosto), prima importante tappa nel percorso del quadriennio che conduce alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Nel corso della tre giorni sono in programma una serie di focus su tematiche specifiche: dall'assistenza sanitaria per prevenzione e riatletizzazione, passando per un incontro con un mental coach fino agli aspetti di comunicazione e marketing.

Cambiamo argomento e passiamo all’evento clou del fine settimana, quello appena terminato: la Maratona di Venezia. Come ampiamente commentato sui vari ogni di stampa ha vinto un atleta Italiano, il naturalizzato Eyob Faniel in 2 ore, 12minuti e 16 secondi. Il ragazzo si è migliorato di oltre tre minuti rispetto al precedente personale. E riuscire ad abbassare il tempo limite sui ponti veneziani non è impresa di poco conto. Quindi onore al merito, alle sue capacità e caparbietà, alla voglia di sacrificio e al tecnico, Ruggero Pertile, che lo ha portato ad un simile traguardo.

Qui, però, lasciateci aprire una piccola (o grande giudicheranno i lettori) parentesi. Prima di tutto intendiamo chiarire un aspetto: le considerazioni che seguiranno non riguardano affatto l’atleta e quanto ottenuto. Lo abbiamo già scritto ma intendiamo ribadirlo prima di essere fraintesi. Dunque, il 24enne portacolori della Venicemarathon Club con il tempo ottenuto si è issato al secondo posto delle liste italiane 2017. Ricordiamo che a guidare le suddette graduatorie è Daniele Meucci con 2h10’56” (sesto a Londra).

Insomma, sembra che la specialità abbia trovato un nuovo piccolo e giovane campione su cui fare affidamento per il futuro. Potrà anche essere così. Lo speriamo tanto per lui e per l’asfittica specialità. Ma vogliamo altresì ricordare che con quel crono Eyob si è piazzato oltre il centosettantesimo posto nelle liste di tutti i tempi. E ci riferiamo alle graduatorie italiane. Non volendo infierire non abbiamo controllato quelle internazionali. Insomma, dato la povertà del nostro movimento riusciamo a dare valore a qualsiasi risultato. Accontentandoci pure!

Terzo appunto settimanale. Sempre nella famosa riunione degli atleti d’élite la pregiata ditta Comunicazione Fidal ha messo in rete una serie di video interviste con alcuni atleti. Fra questi figura anche Gianmarco Tamberi, il quale alla domanda su cosa ne pensa del prodotto atletica e di come renderlo appetibile suggerisce di eliminare i turni di qualificazione nei concorsi. Una idea come un’altra, potrebbe anche funzionare. Sarebbe come ammettere al girone finale del mondiale di calcio solo le prime 10, 12 squadre del ranking. Così facendo si accorcerebbero i giorni di svolgimento e il tutto sarebbe più appetibile.

Sinceramente non condividiamo in toto questa idea. Già ci sono bastate le “trovate” al limite del carnevalesco dei vari esperimenti effettuati nei mesi precedenti in Australia. Potremmo anche aggiungerci il salto in alto e in lungo da fermo per esempio, il lancio del disco a due mani o il lancio del giavellotto con rotazione (specialità presenti nel programma atletico nei primi decenni del secolo scorso). Tutto fa spettacolo. Una soluzione per accelerare i tempi dei meeting e delle varie riunioni in pista potrebbe essere (come da molti anni suggerito da un vecchio suiveur delle piste) quella di eliminare le premiazioni di ogni gara, passerella per dirigenti e politici locali. Mediamente questo vizio italico allunga anche di oltre 60 minuti la manifestazione e, sinceramente, al pubblico interessa poco o nulla. Materia su cui discutere a lungo.

Basta abbiamo sbrodolato sin troppo. Alla prossima.

 

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