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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Giochi Olimpici Invernali - 2006

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2006 Torino

XX Giochi Olimpici Invernali




“L’Olimpiade ha dato tanto alla città in termini di infrastrutture, immagine, turismo: il bilancio è positivo, Torino è rinata”, parole con le quali, a sette anni di distanza, Evelina Christillin, un po’ l’anima propulsiva del progetto olimpico, tracciava la sintesi dei Giochi. Torino, che può considerarsi a buon diritto la capitale dello sport italiano, per il 2015 è stata designata quale “capitale europea dello sport”. Una scelta sulla quale hanno certo contribuito i Giochi del 2006, anche se resta insoluta la pesante eredità degli impianti che, dopo anni, stentano a trovare un utilizzo produttivo e definito.

L’idea di ospitare i Giochi era nata quale volano per il rilancio economico e turistico del Piemonte e dell’intero nord-ovest. A quello scopo, molto si era adoperato Gianni Agnelli entrando (assieme ad Henry Kissinger) nella Commissione voluta da Samaranch che, a fine 1999, aveva riscritto le norme del CIO a seguito dei frequenti scandali degli anni precedenti.

A favore della candidatura di Torino s’era poi pronunciato il Consiglio Nazionale del CONI che – il 28 gennaio 1999 – l’aveva preferita rispetto al consorzio Venezia-Dolomiti per 23 voti a 13 (i 42 membri del CN presenti s’erano pronunciati dopo aver esaminato il rapporto di una commissione presieduta da Mauro Checcoli). Una terza pretendente, Tarvisio, che contava su una candidatura mista Italia-Austria-Slovenia, si era ritirata prima del voto. Il progetto approvato considerava la città subalpina come centro logistico dell’evento, ma con buona parte degli impianti decentrati per una valorizzazione del territorio circostante e del Sestrière.

Con quel beneplacito Torino (il cui Comitato Promotore nel biennio 1998/99 era stato presieduto proprio da Evelina Christillin) potè aprire il suo dossier sul tavolo del CIO che, a metà giugno 1999, si pronunciò a suo favore. Presidente del Comitato Organizzatore – il TOROC (una “fondazione di diritto privato senza fini di lucro”) – era Valentino Castellani, un esperto in sistemi satellitari, docente di ingegneria elettronica e già sindaco della città dal giugno 1993 al giugno 2001.

Agli entusiasmi iniziali vennero però presto a sovrapporsi difficoltà di varia natura, da quelli economici a quelli più tecnici e, marcatamente, di rapporti tra le diverse componenti. Se i primi si poterono risolvere con una legge di finanziamento triennale e altre provvidenze, tra cui una lotteria istantanea, per i secondi si rese necessaria la nomina, nel settembre 2004, di un “supervisore ai Giochi” che il secondo governo Berlusconi individuò nel sottosegretario ai Beni culturali con delega allo sport Mario Pescante, già presidente del CONI dal 1993 e costretto alle dimissioni (settembre 1998) per una vicenda legata a mancati controlli anti-doping. Altro intervento nell’ambito dei Giochi riguardò l’emanazione, il 27 gennaio 2006, di un decreto del ministro della salute Francesco Storace, firmato il 27 gennaio 2006, che per il periodo 1° febbraio/31 marzo “congelava” gli effetti penali delle norme sull’uso di droghe.

Rimessa in moto la macchina olimpica, fu possibile in poco più di un anno e mezzo recuperare buona parte del tempo perduto. Tanto, che a Giochi conclusi, il bilancio poteva leggersi in positivo, almeno dal versante sportivo. Sia per i risultati agonistici che per la cornice di interesse popolare nella quale erano maturati. Fiore all’occhiello, con gli impianti, il sistema dei trasporti e i sei Villaggi per gli atleti e la stampa. Da catalizzatore per i torinesi e i turisti (un milione e mezzo di presenze, si è calcolato) la “Medals Plaza” allestita in centro città ed utilizzata per le premiazioni serali.

In una edizione dominata dagli atleti della Germania – 29 medaglie complessive col record di 11 ori – all’Italia sono andate 5 medaglie d’oro con Enrico Fabris, la vera rivelazione di questi Giochi, primo nei 1500 di velocità e nell’inseguimento a squadre, con Armin Zoeggler nello slittino, con Giorgio Di Centa nella staffetta 4x10 e nella 50 chilometri, la gara regina che ha concluso la rassegna. Un bottino completato dalle 6 medaglie di bronzo (nessun argento), e che si attesta non molto lontano dalle attese della vigilia, anche se è completamente manxato l’apporto dello sci alpino. Da notare che per la prima volta, gli atleti italiani sono stati presenti in tutte le discipline invernali.

Un’ultima considerazione su Torino 2006, letta dopo le due successive e deludenti edizioni olimpiche, riguarda il calo di interesse e di qualità dell’intero comparto nazionale della neve e del ghiaccio. Un valutazione che stride con le promesse non mantenute per un rilancio degli sport invernali in Italia, l’obiettivo primario che si chiedeva ai Giochi torinesi. Anche alla luce dei cospicui finanziamenti pubblici utilizzati.



La candidatura – La XX edizione dei Giochi Invernali venne assegnati a Torino il 19 giugno 1999, nel corso della 109ª Sessione del CIO tenuta a Seul. Erano sei le città che avevano avanzato la propria candidatura. Con Torino figuravano la svizzera Sion, poi Helsinki, Klagenfurt, la slovacca Podrad-Tatry e la polacca Zakopane. Dopo che la commissione di valutazione ebbe escluse le ultime quattro, Torino e Sion si confrontarono nella votazione decisiva. La città piemontese prevalse per 53 voti contro 36. Per la terza volta i Giochi sarebbero stati ospitati in Italia, la seconda per l’edizione invernale, mezzo secolo esatto dopo Cortina d’Ampezzo.

I finanziamenti – Dopo un iniziale previsione di spesa di 425 miliardi di lire, ai costi per l’organizzazione, le infrastrutture e gli impianti si provvide con un’apposita legge (la n. 285 del 9-10-2000) in aggiunta alle risorse offerte degli Enti locali (Regione, Provincia, Comune). Il bilancio preventivo, che ipotizzava il pareggio a 1124 milioni di Euro, era stato approvato dal CdA del TOROC il 31 maggio 2005. Un successivo accordo con “Sviluppo Italia” – autorizzato dal capo del Governo Silvio Berlusconi e siglato il successivo 10 giugno – garantiva altri 130 milioni di euro. Altri sostegni giunsero da uno speciale Gratta-e-Vinci denominato “Medaglia d’Oro” i cui biglietti, al costo di 2 euro, vennero messi in vendita il 10 gennaio 2006: massima vincita consentita 70.000 euro.

Gli impiantiL’impegno economico maggiore fu richiesto dalla costruzione o dall’adattamento degli impianti esistenti: lo Stadio Olimpico (già Comunale) destinato alle cerimonie, il palazzo di Torino Esposizioni, il Palavela, l’Oval, il PalaIsozaki, il palazzo Tazzoli (il vecchio palaghiaccio). Vennero allestiti siti in montagna a Sestrière (Sci alpino), San Sicario (Biathlon) Cesana-Pariol (Bob e Skeleton), Pragelato (Fondo, Combinata e Trampolino), Pinerolo (Curling), Sauze d’Oulx (Freestyle), Bardonecchia (Snowboard). Le successive vicende hanno portato allo smantellamento della pista di Cesana e, nel 2013, all’occupazione da parte di centinaia di immigrati e rifugiati di quattro palazzine del Villaggio atleti di Torino.

La simbologiaEmblema/Poster: elaborazione grafica della Mole Antonelliana stilizzata in una montagna, con il bianco della neve che risalta sull’azzurro del cielo. Medaglia: ideata da Dario Quatrini, tramite uno spazio centrale intendeva esaltare il concetto tipicamente italiano della “piazza” intesa come luogo di riunione e assemblea popolare; sul fronte elementi stilizzati dei Giochi, al retro i pittogrammi delle singole discipline. Mascotte: due pupazzi, una palla di neve (“Neve”) e un cubetto di ghiaccio (“Gliz”), disegnati dal portoghese Pedro Albuquerque, vincitore del concorso indetto dal TOROC e aggiudicato il 25 marzo 2003. Francobolli: il 9 febbraio le Poste italiane avevano emesso una serie di francobolli per Torino 2006: nove valori di colore azzurro, da 0,23 a 1,70 euro, rappresentanti sagome stilizzate delle diverse discipline.

La torcia – Disegnata da Pininfarina con criteri innovativi e assemblata con materiali diversi dal legno (alluminio, acciaio, polimeri). Alta 77 cm con un diametro maggiore di 10,5 cm, pesava 1850 grammi. La fiamma ardeva per non più di 15 minuti e non poteva essere riaccesa una seconda volta. La torcia è partita da Roma alle ore 10,20 dell’8 dicembre 2005 dopo essere stata accesa sulla piazza del Quirinale. Primo tedoforo l’olimpionico Stefano Baldini a cui il fuoco era stato consegnato dal presidente Ciampi. L’esemplare utilizzato per accendere il tripode, con le firme degli ultimi tedofori, è stata messa in vendita su eBay e ha realizzato 13.550 euro: somma destinata all’Associazione “Un sogno per il Gaslini”, l’ospedale pediatrico di Genova. Anche in occasione di Torino 2006 si sono avute contestazioni al passaggio della torcia.

La cerimonia d’apertura – All’insegna dell’italianità più conosciuta nel mondo, da Dante alla Ferrari. Il tripode è stato acceso da Stefania Belmondo; il fuoco, portato nello stadio da Alberto Tomba, era passato prima al quartetto della 4x10 di fondo e poi a Deborah Compagnoni. La squadra azzurra ha chiuso la sfilata delle 80 nazioni presenti con il tricolore affidato a Carolina Kostner. Quindi il presidente Azeglio Ciampi ha declamato la formula di rito (“Dichiaro aperta a Torino la celebrazione dei XX Giochi Olimpici Invernali”) e ha fatto la sua apparizione la bandiera olimpica portata da otto donne, tra cui Wangari Maathai, Sophia Loren e Isabel Allende. Azzeccato il commento de L’Èquipe: “Una cerimonia, viva, colorata, gioiosa e un po’ disordinata, molto italiana”. Gli italiani che l’hanno seguita in TV sono stati 10.720.000.

Consiglio di amministrazione (TOROC)
(costituito il TOROC il 27 dicembre 1999, il C.A. si è insediato il 5 febbraio 2000)
Presidente – Valentino Castellani.
Vice-presidenti* – Evelina Christillin (vicario), Giovanni Petrucci, Pierpaolo Maza, Bruno Rambaudi.
Rappresentante CONI – Raffaele Pagnozzi.
Rappresentante Comuni e Comunità montane** – Franco Capra
Direttore Generale – Paolo Rota (dal 27 Mar 2000), poi Cesare Vaciago (dal 31 Mag 2005)
Vice-D.G. – Luciano Barra (idem)

* Inizialmente anche Rinaldo Bontempi. Pierpaolo Maza dal 22 Mar 2004 in sostituzione di Rinaldo Bontempi, dimissionario.
** Inizialmente Francesco Jayme.


La scheda di Torino 2006

Altitudine (città): 239 s.l.m. (Sestriere: 2035 m s.l.m.)
Date: 10/26 Febbraio 2006
Sede assegnata dalla 119ª Sessione CIO (Seul, 19 Giu 1999) – Una sola votazione: Torino (Ita) 53, Sion (Sui) 36. La candidatura era stata presentata da sei località, ma nel corso della Sessione quattro erano state escluse dalla Commissione CIO: Helsinki (Fin), Klagenfurt (Aut), Poprad-Tatry (Svk), Zakopane (Pol).
Nazioni presenti: 80 (vincitori di medaglie: 26).
Atleti partecipanti: 2508 (1548 uomini, 960 donne).
Apertura dei Giochi: Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica.
Accensione del tripode: Stefania Belmondo (Sci di fondo).
Giuramento degli atleti: Giorgio Rocca (Sci alpino).
Giuramento dei giudici: Fabio Bianchetti (Pattinaggio di velocità).
Motto: “Passion lives here”
Programma tecnico: 15 sport, 84 gare (45 maschili, 37 femminili, 2 open).
Medaglie assegnate: 252 (84 Oro, 84 Argento, 84 Bronzo).

Membri italiani del CIO: Franco Carraro (dal 1982), Mario Pescante (dal 1994), Ottavio Cinquanta (dal 1996), Manuela Di Centa (dal 1999), Francesco Ricci Bitti (dal febbraio 2006).
Presidente del CONI: Giovanni Petrucci.
Sede della delegazione: Villaggi Olimpici (Bardonecchia, Sestrière, Torino).
Alfiere della squadra: Carolina Kostner (Pattinaggio di figura)

Atleti italiani in gara: 178* (105 uomini, 73 donne)
Riserve o non entrati: 10 (7 uomini, 3 donne).
Medaglie vinte: 11 (5 Oro, 0 Argento, 6 Bronzo)
Atleti italiani vincitori di medaglie: 21 (11 uomini e 10 donne).







 




 

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