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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Opinioni / Grandi quattrocentisti e mediocri 4x400. Perche'?

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Mercoledì 26 Luglio 2017

4x400-1 2

di Luciano Barra

Ho fatto un tuffo a Grosseto e ne sono tornato zuppo (non solo di caldo ed umidità), ma soprattutto di entusiasmo per il pubblico presente e per le molte prestazioni degli atleti italiani, soprattutto in discipline che ci vedono da tempo assenti. Così come fatto per i Campionati Europei Under 23 mi astengo nel fare commenti sui medaglieri conseguiti. Sia chiaro sono stati ottimi e non vanno sottovalutati, ma non si può dimenticare che in queste due manifestazione mancava, in larga parte, la Russia e quindi i paragoni con le edizioni precedenti non sono possibili! Volutamente non citerò nomi perché a questo livello giovanile è giusto non esaltarsi più di tanto, anche se in questo caso le premesse ci sono tutte. Questo concetto non piace ai “federali”. La storia dimostra che non sempre le promesse possono essere mantenute. I motivi sono sempre gli stessi: un modello tecnico federale ancora troppo “decentrato” e la mancanza di motivazioni, anche perché la maggioranza dei giornali sono assenti sull’atletica in maniera drammatica. Vedremo.

A Grosseto mi sono entusiasmato per i 400 e la staffetta 4x400, quest’ultima su cui da tempo avrei voluto intervenire ed ora finalmente ne ho l’occasione. La staffetta 4x400, così come la 4x200 stile libero nel nuoto, è sempre stata considerata la cartina al tornasole sulla forza tecnica di un paese. In Italia nonostante, ieri e talvolta oggi, si siano toccati vertici nelle varie discipline dell’atletica, la 4x400 è da lungo tempo assente. Significativo un dato: nelle graduatorie all-time l’Italia figura al 24° posto come squadra, preceduta da paesi come India, Finlandia e Irlanda. Forse solo nel Giavellotto maschile abbiamo una classifica peggiore.

Ma permettetemi un po’ di storia per giustificare la mia passione per la 4x400. Nulla a che fare con la personale esperienza agonistica (una mediocre incursione in una frazione ai Campionati Junior a Bologna nel 1960). Invece ricordo molto bene una famosa 4x400 del 1956 a Firenze quando, grazie ad un 3’10”8 la squadra azzurra composta da Lombardo, Spinozzi, Bettella e Pancera battè nell’ultima gara la Francia per vincere l’incontro contro la formidabile squadra diretta da Robert Bobin. La somma dei loro tempi individuali avrebbe dato un totale di 3’14”1, quindi il differenziale fu di oltre 3 secondi. E su questo aspetto elaborerò a lungo.

Altra esperienza personale è il record italiano di Società conseguito dal Club Atletico Centrale (club ispirato da Alfredo Berra e che ha poi portato un patrimonio di atleti e dirigenti al CUS Roma) nel 1959 allo Stadio delle Terme di Caracalla con un 3’16”4. Anche in quel caso la somma dei limiti personali di quella squadra (Bracchitta, Castello, Viragh, Spinozzi) dava un totale di 3’18”5, quindi con un differenziale di 2 secondi.

Di quei tempi non posso non citare tre corridori di staffetta del miglio a cui sono fortemente legato. Mi riferisco a Renato Funiciello, Mario Pescante e Marco Sbernadori, e quanto loro hanno dato – al di là delle performance tecniche – all’atletica italiana e romana.

Un po' di storia antica

Poi ricordo la 4x400 di Stoccarda del 1986. Il 3’01”37 dell’attuale record nazionale con il quartetto Bongiorni, Petrella, Zuliani e Ribaud. La somma dei loro stagionali dava 3’06”52, quindi il differenziale fu di 4 secondi e 15 centesimi! Persino a livello del record del mondo il differenziale è negativo. Infatti il record stabilito ai Mondiali del 1993 a Stoccarda è di 2’54”29 ma la somma dei personali per quell’anno di Valmon, Watts, Reynolds e M. Johnson dava 2’57’18 quindi il differenziale fu di circa 3 secondi

Cosa sta a dimostrare tutto questo? Che il differenziale fra i record personali conseguiti nella gara individuale e quanto viene poi corso in staffetta è fra i 2 ed i 3 secondi. Perché tutto questo avviene più con le nostre staffette del miglio? Perché nell’ultimi 10/15 anni non si è più insegnato come correrle e i nostri ragazzi sono stati messi in campo non sempre nel giusto ordine. Va detto – a merito di Vittori e Donati – che negli anni Ottanta furono bravi a dare ai nostri quartetti il giusto “sacro fuoco” necessario per superarsi, ed ovviamente anche le istruzioni tecniche necessarie per correre la 4x400 nella giusta maniera.

A livello olimpico non si possono dimenticare alcune prestazioni notevoli delle nostre squadre. Prima della guerra due finali nel 1932 e 1948 grazie a Facelli e Missoni. Poi il massimo con il bronzo di Mosca grazie a Malinverni, Zuliani, Tozzi e Mennea in 3’04”3, ma anche il 5° posto a Los Angeles in 3’01”44 di Tozzi, Nocco, Ribaud e ancora Mennea (con un differenziale di oltre 4 secondi), il 6° a Barcellona nel 1992 in 3’02”18 con Aimar, Vaccari, Grossi e Nuti (anche qui con un differenziale di 4 secondi) ed il 7° a Messico City in 3’04”6 con Ottolina, Puosi, Fusi e Bello.

Nei Campionati del Mondo, purtroppo, non abbiamo avuto il medesimo livello di prestazioni : solo un 5° posto ad Helsinki nel 1983 in 3’05”01 con Malinverni, Sabia, Zuliani e Ribaud e poi un 7° nel 1997 ad Atene in 3’01”52 con Saber, Vaccari, Nuti, Mori, che segnò un differenziale record di oltre 4 secondi fra personali individuali e risultato complessivo.

Nell’ultimo decennio – nonostante alcune buone individualità - non abbiamo avuto grandi risultati. Credo che l’ultimo risultato di rilievo sia stato l’8° posto in finale agli Europei di Barcellona (Vistalli, Galletti, Licciardello, Barberi) in 3’04”20, mentre la somma dei personali di quell’anno significava 3’03”83, quindi un differenziale negativo. Ancora l’altra sera in Belgio la nostra squadra composta da Re, Lorenzi, Leonardi, Corsa, dietro il Belgio, ha ottenuto 3’04”71, quando la somma dei loro record stagionali avrebbe dato un totale di 3’04”43.

I consigli di un parcheggiatore abusivo

Non sarebbe necessario porsi la domanda del perché di questo differenziale fra i risultati conseguiti e la somma dei record personali? Spesso si sono citati i maldestri cambi. Io ricordo un grande personaggio, sia come atleta e tecnico, Franco Bettella. Un anno, per protesta, si “accampò” con la sua roulotte nel parcheggio presidenziale del CONI, credo che fosse una protesta per il mancato riconoscimento di un suo titolo all’ISEF di Roma. Mi chiamò Pescante pregandomi di parlargli e convincerlo a muoversi da lì perché Onesti era infastidito. Ci andai e lo convinsi a parlarmi delle sue esperienze da atleta e da tecnico nella 4x400. Mi disse cose che ora citerò ma soprattutto si tolse dal parcheggio e si spostò in un’altra zona del Foro Italico.

Bettella mi disse che secondo lui c’erano 4 punti fondamentali da tenere presenti:

a) bisognava che i tecnici e gli atleti conoscessero tecnicamente gli atleti contro cui dovevano correre;
b) che a parità di livello tecnico era sempre meglio lasciar andare avanti il proprio rivale, per poi superarlo nel rettilineo finale, mai provare a superarlo prima, soprattutto in curva;
c) mettere in ultima frazione il migliore quando c’era speranza di salire sul podio;
d) altrimenti quando conta la prestazione cronometrica era meglio che il migliore corresse in seconda o terza frazione perché ciò avrebbe permesso alla squadra di rimanere “agganciata” ai primi e quindi di correre più veloce.

Un’ultima citazione che avvalora almeno uno di questi punti. La 4x400 femminile (nella foto Colombo/Fidal) è stata la squadra di punta fra le nostre staffette negli ultimi grandi avvenimenti. Ma avrebbe potuto fare molto meglio se si fosse applicato il suggerimento d) di Bettella. Infatti, tanto per fare un esempio, la detta 4x400 ai Giochi Olimpici di Rio è stata messa in campo con la nostra migliore atleta in ultima frazione. Corse in 3’27”05 arrivando sesta. La medaglia di bronzo rimase a 62 centesimi. Sono convinto che se la Grenot avesse corso in seconda frazione ciò avrebbe permesso alle frazioniste in terza e quarta frazione (Spacca e Folorunso) di limare quella differenza necessaria per arrivare al bronzo, e Dio solo sa quanto ne avremo avuto bisogno.

Come detto all’inizio mi ha entusiasmato a Grosseto la 4x400 Junior che ha vinto correndo in maniera magistrale. Ma anche in quel caso la somma dei tempi dei record personali (3’07”60) era inferiore al risultato finale conseguito (3’08”68). Tanto è anche perché, in barba alle teorie enunciate sopra, la squadra ha corso con il suo migliore in prima frazione e l’ostacolista in ultima!

Ora voi vi chiederete: ma perché questa tiritera sulla 4x400? Perché mi sto preparando a fare il tifo per il Botswana ai prossimi Campionati del Mondo, in barba agli Stati Uniti dominatori da (quasi) sempre di questa specialità.
 

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