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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Focus / L'estate ci portera' una nuova candidatura olimpica?

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Sabato 24 Giugno 2017

go-2026

di Luciano Barra

Scusate gli oltre tre mesi di silenzio dovuti all’inguaribile amore per l’atletica che mi ha portato ai primi di marzo a Belgrado per i Campionati Europei Indoor. Un peccato di presunzione per voler essere l’unico presente a tutti i Campionati Indoor dal 1970 in poi e la voglia di respirare l’aria del record del mondo di Tito Morale del 1962. Risultato; un bel capitombolo sule scale dello stadio, frattura del polso destro e tutto quello che ne consegue. Ora che riesco a scrivere non posso esimermi da recuperare il tempo perduto, soddisfare i trepidanti lettori e rispondere a qualche sollecito. In questi mesi ho letto molto sull’attività internazionale e sulle Candidature Olimpiche e quindi da là riparto. La settimana scorsa lo Sport Italiano ha fatto un bello spot ricevendo allo Stadio dei Marmi (che non chiamo Pietro Mennea perché Mennea quella pista non l’ha mai vista) il presidente della Repubblica Mattarella. È stato importante presentare al Capo dello Stato ed all’opinione pubblica l’assieme dello Sport Italiano Olimpico e non Olimpico, i Campioni di oggi e quelli del passato.

Nello stesso tempo ha fatto bene il presidente Malagò a mostrare i muscoli, anche se bisogna stare attenti perché non è tutt’oro ciò che riluce. Non solo Malagò ha fatto bene a ricordare la ferita subita dalla candidatura di Roma 2024, perché ciò non accada più. Dove invece sono rimasto un po’ confuso è sulla strategia che c’è dietro la ormai assegnata Sessione del CIO da svolgersi a Milano nel 2019. Era stata presentata fino ad alcuni giorni fa come l’asso nella manica per poi avanzare la Candidatura di Milano ai Giochi Estivi del 2028. Ma come mai non era stato chiarito da subito alle autorità milanesi che il CIO stava ormai da mesi andando avanti per una doppia assegnazione 2024/2028? Non si rischia ora di fare una brutta figura con loro?

Ora si è spostato l’obbiettivo della Sessione del 2019 su una eventuale Candidatura di Milano per i Giochi Invernali del 2026. Diciamo subito che Milano, nonostante le gravi carenze impiantistiche, è sicuramente una città credibile, efficiente e seria. Ma proprio per questo, però, è necessaria altrettanta serietà, efficienza e credibilità.

L’organizzazione della Sessione del CIO del 2019 è già di per se un obbiettivo importante e molto impegnativo, vuoi per il costo (2 milioni di euro?), vuoi per il numero dei partecipanti (almeno 3000 persone). Come qualche giornale ha notato esiste una difficoltà regolamentare legata al fatto che il CIO, ad oggi, non permette al Paese che organizza la Sessione di essere nello stesso tempo Candidato all’assegnazione di Giochi che si decidono durante la Sessione stessa. Il motivo è ovvio. Viene allora spontaneo domandarsi: ma se il CIO non cambia questa regola perché Milano, e il CONI, devono organizzare un evento tanto impegnativo?

Ma ammesso che si possa superare questo scoglio credo che il CONI dovrebbe evitare di fare gli errori commessi con la Candidatura di Roma 2024. Due su tutti: non aver fatto nascere la Candidatura “dal basso” (quindi dal territorio) e non presentare il tutto con un serio “studio di fattibilità”.

È sufficiente che presidente della Regione (Maroni) e sindaco di Milano (Sala) si dicano favorevoli? No di certo. E dimostrato, vedi Parigi e Los Angeles, che le candidature reggono se dietro ci sono altre forze. Non dimentichiamo che al momento a livello nazionale non abbiamo due istituzioni, Governo e Ministero dello Sport, che sono “un’anatra zoppa”, essendo in decadenza. Vi immaginate quale sarà l’atmosfera nei primi sei mesi del prossimo anno, con elezioni ed un eventuale nuovo Governo (sempre quando sarà possibile)?

La forza che viene "dal basso"

Ecco perché, da subito, se Candidatura deve essere essa deve basarsi su una forza propulsiva che viene “dal basso” a partire dalle forze economico/finanziare che a Milano contano alle istituzioni ed alla gente della Città e delle Montagne.

Lo “studio di fattibilità”, grande assente di Roma 2024, è altrettanto importante perché i Giochi Invernali hanno alcune peculiarità da non sottovalutare. Mi ha sorpreso leggere dall’ultimo comunicato della Giunta CONI, a proposito della posizione italiana sulla candidatura, che “ogni discorso è stato rimandato al post-Lima” (fine settembre 2017)”.

Alcuni giorni fa “Inside the Games” ha pubblicato un lunghissimo articolo di Michael Pavitt in cui si dettaglia quanto sta facendo Calgary per preparare la sua candidatura ai Giochi del 2026. Il CBEC (Calgary Bid Exploring Committee) ha di recente presentato al Consiglio Comunale di Calgary il suo studio per una possibile candidatura. Non vi annoio sui dettagli del rapporto ma sulla circostanza che i Giochi verrebbero a costare 3,1 miliardi di euro, senza considerare i costi operativi d’organizzazione (Vancouver nel 2010 era costata 5,2 miliardi) e che una candidatura sarebbe possibile solo se finanziata dal Governo Federale e da quello Provinciale dello Stato dell’Alberta). Inutile dire che il Comitato ha sottolineato che Calgary avrebbe il vantaggio di utilizzare gli innumerevoli impianti Indoor esistenti e quanto già utilizzato nei Giochi del 1988.

Ovviamente il Comitato ha anche prodotto il risultato di un’indagine sul supporto dei cittadini che vi propongo di seguito.

calgary-2026


Due giorni dopo Innsbruck ha presentato in una conferenza stampa il proprio “studio di fattibilità” annunciando che il prossimo 15 ottobre si svolgerà un referendum nel Tirolo. Non vi tedio su quanto stanno facendo, sempre per la candidatura del 2026, Sion (Svizzera), Stoccolma (Svezia), Almaty (Kazakistan) e Sapporo (Giappone).

Questo per spiegare che siamo in netto ritardo e come sempre un po’ superficiali. Ho persino letto che una candidatura di Milano ricalcherebbe quanto fatto a Vancouver 2010 e Torino 2006 per la suddivisione degli impianti/gare fra città e montagna e sul fatto di aver distanze simili fra òe due località. È stato sufficiente andare su Google Map per accertarmi. La distanza fra città e montagne di Torino e Vancouver era di un po’ più di 110 km per un’ora e mezzo di percorrenza con autostrade. Fra Milano e Bormio i chilometri sono oltre 200 con 3 ore di percorrenza.

Infine, un accenno alla nostra “forza” Internazionale. Sicuramente Malagò è un astro nascente e potrebbe diventare membro del CIO nel 2019 (proprio a Milano?) ma la nostra situazione non è confortante come una vola. Pescante esce dal CIO l’anno prossimo e Carraro lo imiterà nel 2019 per raggiunti limi di età (80 anni). Ci rimane membro del CIO il presidente della Federazione Internazionale di Bob Ivo Ferriani. Utili potrebbero esser Francesco Ricci Bitti, presidente dell’ASOIF e Riccardo Fraccari, presidente del Baseball/Softball, tornati sport olimpici a Tokyo 2020.

Un po’ pochino se si pensa che quest’anno abbiamo perso la presidenza della Vela di Carlo Croce, la possibilità di Antonio Urso di diventare presidente del Sollevamento Pesi e le difficoltà per Paolo Barelli a battere Julio Maglione il prossimo mese per la presidenza della FINA.

Sono fatti che devono fare riflettere, utili ad evitare brutte figure.

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