Lagorio

Print


Lelio LAGORIO


lagorio

Toccò a lui, come ministro della Difesa, firmare il diniego per gli atleti militari a recarsi a Mosca per i Giochi del 1980. Un boicottaggio parziale del Governo Craxi che ha pesato a lungo su una intera generazione di sportivi. Lelio Lagorio si è spento il 7 gennaio a 91 anni nella sua casa di Firenze, città dove era arrivato da bambino da Trieste dove era nato il 9 novembre 1925.

Allievo di Piero Calamandrei, a Firenze aveva iniziato la carriera politica nella corrente nenniana del Partito Socialista, succedendo nel 1965 a Giorgio La Pira come sindaco di Firenze, breve parentesi prima della presidenza della neonata Regione Toscana tenuta dal 1970 al 1978. Il “Granduca socialista” – come ha ricordato il presidente Sergio Mattarella – è stato “un esponente di spicco del socialismo, un giurista colto e rigoroso, uomo del dialogo, servitore dello Stato”. Ma anche scrittore prolifico, autore di molti volumi nei quali ha illustrato e spiegato la parabola della sinistra e, in particolare del PSI, scomparso drammaticamente nel 1994.

Con l’appoggio a Bettino Craxi, nel marzo 1980 divenne ministro della Difesa nel secondo governo Cossiga (primo socialista della storia, fautore della politica delle Caserme Aperte), confermato nei due successivi governi, e poi – dal luglio 1983, – titolare del dicastero del Turismo e Spettacolo con delega allo Sport nel primo governo a guida socialista, prima della breve esperienza come parlamentare europeo.

In tema di sport lascia Lagorio una eredità importante – come ha scritto Ruggero Alcanterini, all’epoca vice-presidente dell’AICS – della quale il movimento sportivo potrebbe ancora avvalersi, quanto meno in termini di riflessione: un DdL del 1984, relativo a una riforma generale dello sport in funzione della salute e della qualità della vita, della pratica sportivo-motoria nella scuola e del potenziamento del patrimonio impiantistico.

Il progetto, cui aderirono molte componenti e personalità del tempo, da Ignazio Lojacono (Presidente del CUSI) a Francesco De Carli (Responsabile Sport del PSI), da Aldo Notario (Presidente del CSI) a Gianni Usvardi (Presidente dell’AICS), trovò anche molti oppositori nel pianeta ufficiale dello sport. La chiusura anticipata della Legislatura pose fine a quel tentativo di proporre risposte alla crescente domanda di sport, non solo indirizzata al vertice.