Pascutti

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Ezio PASCUTTI



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Se ne è andato alle sette di sera del 4 gennaio, all’Istituto Sant’Anna di Bologna, dove era ricoverato da un paio di mesi per una grave forma di insufficienza renale. Era prossimo ai 79 anni. La notizia della sua morte ha colpito molto la città di Bologna e il popolo rosso-blu che lo aveva adottato da quando era arrivato, giovanissimo, dal Friuli.


Già ad ottobre la malattia lo aveva costretto al ricovero. La famiglia aveva deciso di rendere pubblica la notizia delle sue gravi condizioni con una lettera al Resto del Carlino. Fatalità ha voluto che la moglie Emanuela, ricoverata all’ospedale Sant’Orsola per una caduta accidentale in casa, non ha potuto essergli accanto nelle ultime ore.

Ezio Pascutti, ala sinistra e pilastro del Bologna di Fuffo Bernardini, la squadra che mise in bacheca il settimo scudetto bolognese nella stagione 1963-64 (quella del famoso spareggio all’Olimpico contro l’Inter di Herrera), è stato soprattutto un formidabile cannoniere: con la maglia rosso-blu, cui è sempre rimasto fedele, ha realizzato 130 reti in 296 partite ufficiali giocate dal 1955 al 1969.

Alto solo 1.74, in Nazionale si è fatto largo a danno di grandi attaccanti come Mariolino Corso e Gigi Riva (che trovò spazio proprio per un suo infortunio), prendendo parte ai due dei Mondiali più sfortunati della nostra storia: in Cile nel 1962 e in Gran Bretagna nel 1966. Di temperamento focoso ed eccitabile, spesso portato a reagire, di quel periodo si ricorda in negativo il pugno sferrato al terzino sovietico Dubinskiy in un ruvido URSS-Italia del ’63 che gli costò una clamorosa espulsione.

Pascutti era nato a Mortegliano (Udine) il 1° giugno 1937. Arrivato a Bologna giovanissimo, ne aveva fatto la sua seconda casa: il suo esordio in A porta la data del 1° gennaio 1956 (LR Vicenza-Bologna 2-3). In azzurro ha giocato 17 incontri segnando otto reti (esordio: 9 novembre 1958, Francia-Italia 2-2).

Nella foto (20 dicembre 1964) con un giovane Gianni Rivera all'uscira di un Milan-Bologna 3-1.