Simeoni

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Sara Simeoni [1953]

Atletica

             (gfc) La più grande atleta italiana di tutti i tempi. Una delle maggiori saltatrici in alto della storia, seconda donna al mondo a superare i 2 metri. Due volte primatista mondiale (2.01), in tre edizioni consecutive dei Giochi Olimpici ha riportato una medaglia d’oro e due d’argento. La sua caratteristica più celebrata resta il temperamento, grazie al quale è riuscita molto spesso a migliorarsi proprio nelle grandi occasioni. Nelle sue cinque gare più importanti, tra il 1971 e il 1978 (tre Campionati d’Europa e due Olimpiadi), ha superato quattro volte il suo record personale eguagliandosi nella quinta (ma si trattatava pur sempre del primato del mondo)!

            La “dolce Sara” aveva scoperto il salto in alto per guarire dalla delusione di aver dovuto rinunciare alla danza classica, per la quale il suo fisico filiforme, ed ancor più i piedi, la rendevano poco adatta. Ma “prima ballerina” era destinata a diventarlo comunque, anche se in pedana anzichè sulle tavole del palcoscenico. La grande carica agonistica le ha fatto perdonare alcune pecche stilistiche (fino al termine della carriera ha cercato correttivi per la rincorsa e per la fase di caricamento). L’elevato tono muscolare, una lievità e una sensibilità verso l’asticella non comuni, le hanno permesso di raggiungere risultati superiori alle sua qualità fisiche, consentendole di battersi alla pari con le più potenti rivali tedesche Rosemarie Ackermann e Ulrike Meyfarth. Le sue doti di serietà, simpatia e spontaneità hanno contribuito a farne, non solo nel suo tempo, una delle sportive più popolari al mondo.

                Nata in una famiglia benestante di Rivoli Veronese il 9 aprile 1953, utilizzando un istintivo stile frontale debuttò a 12 anni con 1.25. L’allenatore Walter Bragagnolo, che ne aveva intuito le grandi possibilità convertendola nel 1969 dalle “forbici” al “fosbury”, riuscì in breve a portarla al primo dei 21 record italiani (il primo, nel 1970, con 1.71). Da allora Sara ha fatto avanzare il limite nazionale di 30 centimetri. Le sue prime affermazioni furono il nono posto agli Europei del 1971 (1.78) e il sesto ai Giochi di Monaco del 1972 (1.85) vinti dalla sedicenne Meyfarth. Raggiunse per la prima volta il podio ai campionati continentali di Roma, nel 1974, terza nella gara vinta dalla Ackermann, ultima grande interprete dello “straddle”. Due anni più tardi, ai Giochi del 1976, la Ackermann fu ancora prima (1.93) ma con Sara salita al secondo posto, due centimetri più in basso.

                Per Sara, il balzo al vertice mondiale della specialità avvenne nel 1978. Alle 19,56 del 4 agosto, sul campo di Brescia durante un confronto con la Polonia, le riuscì di superare alla seconda prova i 2.01 del nuovo primato mondiale (23 centimetri oltre la sua altezza), record che la Ackermann aveva portato l’anno prima a 2 metri esatti. Le due rivali si affrontarono poco dopo in una gara di intensa drammaticità, e sotto la pioggia, nella serata del 31 agosto agli Europei di Praga. La Simeoni, che aveva perso sei dei precedenti sette duelli, superò alla prima prova 1.99 e alla seconda i 2.01 del suo fresco “mondiale”. La Ackermann, che l’aveva contrastata con successo fino a 1.99, dovette alfine alzare bandiera bianca.

                La raggiunta superiorità dell’italiana venne confermata il 26 luglio 1980 ai Giochi di Mosca quando, con 1.97, seppe vincere il secondo oro olimpico dell’atletica italiana femminile. La Ackermann, ormai in declino, fu solo quarta. Due anni dopo, agli Europei di Atene, la Simeoni, terza, ritrovò sulla sua strada la Meyfarth che celebrò il suo rientro togliendole con 2.02 il limite mondiale. La tedesca a Los Angeles nel 1984 riuscì nell’impresa di rivincere la medaglia d’oro 12 anni dopo Monaco, ma Sara fornì al Coliseum la migliore prova del suo temperamento. Malgrado avesse dovuto ridurre molto gli allenamenti per un grave infortunio, capitatole l’anno prima nell’edizione inugurale dei Mondiali, tornò a valicare dopo sei anni i 2 metri conquistando a 31 anni una straordinaria medaglia d’argento.

                In un periodo storico nel quale l’1.90 costituiva l’eccellenza mondiale, Sara ha superato quel limite, in competizioni ufficiali, non meno di 101 volte, diciotte delle quali al coperto. La sua ultima apparizione si è avuta a Cagliari il 14 settembre 1986. L’anno seguente ha sposato Erminio Azzaro – il suo allenatore negli anni più importanti – ch’era stato a sua volta buon saltatore in alto, primatista italiano e “bronzo” agli Europei del 1969. Nel luglio 1990 è nato il loro unico figlio, Roberto, che per un po’ ha proseguito in pedana la tradizione di famiglia. Lasciate le pedane, Sara si è in seguito impegnata nella promozione dell’atletica presso i giovani e insegnando all’Università di Scienze motorie di Chieti.