Atletica / (1) Dopo sessant'anni gli Europei tornano in Svizzera

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Mercoledì 23 Luglio 2014


1954





LUCIANO BARRA


I Campionati Europei tornano in Svizzera dopo 60 anni. Infatti, la sesta edizione della rassegna si svolse a Berna dal 25 al 29 agosto del 1954. Proprio un mese prima che nella stessa città si concludesse la quinta edizione della Coppa Julius Rimet di calcio, oggi la FIFA World Cup. I due avvenimenti hanno in comune, oltre alla sede, una circostanza non comune: furono i due primi avvenimenti sportivi ad essere trasmessi in tutta Europa dall’Eurovisione. Un anno prima la Televisione aveva distribuito per la prima volta delle immagini Paneuropee con l’incoronazione della Regina Elisabetta II, trasmesse dalla BBC nonostante il parere negativo di Winston Churchill. La finale dei Mondiali di calcio fu un evento storico. Non avevo il televisore, lusso per quei tempi, così andai a vedere la finale a casa di parenti. Si scontravano due super squadre l’Ungheria di Ferenc Puskas (la stessa Ungheria che l’anno prima, in maggio aveva battuto l’Italia 3 a 0 nell’inaugurazione di quello che poi diverrà Stadio Olimpico, dopo essere stato fondato come Stadio dei Cipressi e, più tardi, Stadio dei Centomila) e la Germania Ovest, come veniva allora chiamata, di Fritz Walter.

Fu una partita epica, dominata largamente dall’Ungheria, favorita dai pronostici, che dopo pochi minuti era già in vantaggio di 2 a 0 grazie a due reti di Puskas a Czibor. Ma la squadra tedesca, anticipando la profezia di molti anni dopo di Gary Lineker (“le partite durano 90 minuti e vince sempre la Germania” …) rimontò e vinse all’86’ grazie ad un incredibile goal dell’indimenticabile ala destra Helmut Rahn. Cosa accadde dopo quella finale, rientra nella usuale polemica del calcio. Vanno letti gli articoli di Gianni Brera e le corrispondenze di Lelio Rigassi. Accuse di doping o di compravendita della partita, in cambio di trattori per la puszta ungherese, furono i temi principali.

Quella finale si disputò al Wankdorf Stadium che aveva una capienza di 64.000 spettatori, mentre i Campionati di atletica, un mese più tardi, si svolsero al Neufeld Stadium, 20.000 spettatori, impianto ch’era stato inaugurato nel … 1898. Berna fu scelta dopo la rinuncia di Losanna che aspirava ad ospitare i Giochi Olimpici. In quello stesso stadio, undici anni dopo, nel 1965, si svolse una bellissima edizione del Sei nazioni, chiamato allora ABFINS (dall’iniziale dei paesi partecipanti, tutti membri del MEC, l’embrione della Comunità Europea), ideato da Bruno Zauli come premessa della Coppa Europa. A quella edizione dell’esagonale ebbi la possibilità di assistere dal vivo, invitato dalla FIDAL come speaker ufficiale delle manifestazioni internazionali che si tenevano in Italia e tra i pochi, nell’atletica Italiana, che parlasse l’inglese.

Tornando a quella edizione dei Campionati Europei, che nel dopoguerra era stata preceduta da Oslo (1946) e da Bruxelles (1950), per la prima volta si svolsero gli 800 femminili. Li vidi, a dodici anni, in televisione ed ho ancora vivide le immagini in bianco e nero di quelle gare. La vera notizia fu la “re-incorporazione” della Germania, assente nelle due precedenti edizioni post-belliche, con il ritorno di atleti della Repubblica Federale, insieme ad Ungheria, Bulgaria e Romania. Presenti Liechtenstein ed Irlanda, ma anche gli atleti della Saarland, un territorio tedesco che nel 1957 tornò a pieno titolo a far parte della Germania.

Quei Campionati '54 furono dominati dell’Unione Sovietica che conquistò 35 medaglie, più del doppio della seconda classificata, con ben 16 medaglie d’oro, quattro volte di più di ogni altro Paese. L’Armada Sovietica era guidata da Vladimir Kuts, altri vincitori furono grandi atleti come Ignatyev (400) , Yulin (400 ost.), Krivonosov (Martello), Kuznetsov (Decathlon) e, nelle donne, Itkina (200), Oktalenko (800) e tanti altri. Nello stesso tempo quei Campionati vanno ricordati per la doppietta del tedesco Fütterer nei 100 e 200, per la vittoria di Roger Bannister nei 1500 (fresco del suo primo sub-4’ nel Miglio e dalla vittoria nei Commonwealth Games di Vancouver) e di Emil Zatopek, dominatore dei 10.000 nella prima giornata e bronzo nei 5000 nell’ultima, a riconfermare il suo triplete dei Giochi di Helsinki 1952. Altrettanto significativa fu la medaglia d’oro di sua moglie Dana Zatpkova nel giavellotto, cosa che permise di ripetere la doppietta familiare già conseguita ai Giochi di Helsinki.

La squadra azzurra, guidata dal CT Giorgio Oberweger, era composta di 23 atleti e tornò a casa con tre medaglie, ognuna di colore differente. Ma quella edizione dei Campionati va ricordata per l’1-2 ottenuto da Adolfo Consolini e Beppe Tosi nel disco, a conferma del dominio Italiano di quegli anni. Consolini era al suo terzo titolo europeo (sempre con Tosi secondo) che, con le sue due medaglie olimpiche (oro nel 1948 e argento nel 1952), i suoi tre record del mondo e i sei europei lo fanno, per molti e forse non a torto, ammesso che si possano fare paragoni di risultati ottenuti in diverse ere storiche, il più grande atleta Italiano di sempre. Il bronzo italiano fu conquistato, incredibilmente, dalla 4x100 femminile composta da Maria Musso, Giusi Leone, Letizia Bertoni e Milena Greppi.

Quanto farebbe bene alla squadra azzurra che si prepara per Zurigo rileggere queste ed altre gesta del passato. Per questo proporrò alla FIDAL che a ogni atleta in partenza per i Campionati sia regalata una copia dell’annuario FIDAL, con l’impegno di “ripassare” il capito relativo alle grandi manifestazioni del passato. Considerato che le “motivazioni” sono elemento fondamentale per conseguire un importante risultato, il tempo dedicato a questa lettura varrà tanto quanto quello dedicato ad un allenamento. Prima di dar loro il biglietto aereo farei anche, per ognuno, un breve quiz storico, almeno relativo alle proprie specialità. Chissà se – quando saranno sui blocchi o sulle pedane – il sentire la responsabilità, e il peso, dell’emulazione non li aiuteranno a rendere al meglio.