Elezioni / Sportivi in Parlamento: servono davvero allo sport?

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Venerdì 1 marzo 2013

Concluse le elezioni e ultimati i conteggi, si va (forse) verso la composizione del nuovo Parlamento che, a sua volta, dovrà dare vita al governo. Tutte cose già scritte, ma sulle quali gravano pesanti incertezze. A cominciare dalla “non-vittoria” del PD di Bersani, la sinistra che si proponeva alla guida stabile del Paese, e l’avanzata appena insufficiente del PDL di Berlusconi, una rimonta alla quale nessuno credeva.Tra mezzo, la sconfitta del premier Mario Monti (l’uomo del “no” a Roma 2020) e, soprattutto, l’uragano Beppe Grillo che minaccia di sparigliare i progetti di tutti. Scenari inquietanti che dovranno trovare una soluzione rapida, ma che appare – se non proprio impossibile – molto complicata. A metà marzo i nuovi eletti si ritroveranno a Roma secondo quanto prevede la Costituzione. Tra i quasi 1000 eletti (una enormità che non ci possiamo permettere) figura la solita numerosa pattuglia di deputati e senatori con stimmate sportive. A chi – e, soprattutto, a cosa – sarà utile la loro presenza?

Le esperienze del passato, in questo senso, non sono confortanti. Vediamo. Parliamo innanzi tutto di chi dal Parlamento è stato costretto ad uscire. Il primo tra loro è Mario Pescante che, dopo due mandati da fedele berlusconiano (ed un opaco incarico da sottosegretario), non ricandidato dal PDL, esce di scena. Ormai ex-di tutto – da presidente del CONI a membro dell’Esecutivo CIO, tanto per citare gli incarichi più appariscenti – rientra nell’ombra. Lo si è rivisto in prima fila solo in occasione dell’elezione di Giovanni Malagò per la quale, si dice, si sarebbe molto speso. Finalmente una scelta coraggiosa, dal momento che a voler giudicare in positivo – a favore dello sport, intendiamo – la sua lunga permanenza sugli scranni di Monte Citorio, si fa una certa fatica.

Con lui tornano alla vita civile – in ordine sparso per il centro-destra – il senatore Paolo Barelli, presidente di lungo corso della federnuoto; Sabatino Aracu, già presidente dei Giochi del Mediterraneo 2009, alle prese con guai giudiziari; Claudio Barbaro, sfortunato relatore della legge sugli stadi, travolto dal crollo di Futuro e libertà. Sul fronte opposto, tanto per fare un nome di sinistra, fa sensazione la bocciatura in Abruzzo di Paola Concia, ex-maestra di tennis e icona dei diritti dei gay, ma soprattutto ex-responsabile sport del PD. Con richiesta di venia per chi avessimo dimenticato. Tra chi ha lasciato la politica, figura anche Giovanna Melandri – sua la firma in calce alla riforma (?) del CONI – che ora si dedica alla gestione del discusso museo Maxxi.

Tra gli appartenenti alla “casta” politica, sopravvive a fatica Manuela Di Centa, confermata in Friuli. Resta sua la proposta di un Liceo dello sport, ma con contorni da definire nei dettagli, e che nasce a spese delle ore di … latino. Staremo a vedere. Meglio ha fatto Luciano Rossi, eterno presidente del tiro a volo, riconfermato alla grande in Umbria. Un nome, il suo, che getta un ponte verso i nuovi parlamentari in arrivo dall’universo sport. In primis il 75.enne Franco Carraro – un altro ex di tutto – eletto senatore in quota berlusconiana (n. 4 della lista) nella rossa Emilia Romagna. Già ministro socialista in epoca Andreotti-Craxi, era giusto che facesse l’unica esperienza che gli mancava, quella del parlamentare. Chi altri? In Senato entra trionfante Josefa Idem, capolista PD sempre in Emilia, che ha subito avanzato idee riformiste e che appare (appariva) la candidata in pectore a dirigere il ministero dello sport ventilato da Bersani in campagna elettorale.

Sempre al Senato ecco lo sciabolatore PDL Marco Marin, un oro, due argenti e un bronzo in tre Olimpiadi. Tanto per restare alla scherma, in quota Monti, ma con qualche difficoltà rispetto a quelle abitualmente incontrate sulle pedane, approda alla Camera la guerriera Valentina Vezzali. Con lei, ma sul fronte PD, entra l’atleta paralimpica Laura Coccia. E i grillini, i veri trionfatori della tornata elettorale? Qui i dati si fanno più sfumati. Per quanto è dato sapere, i soli nomi possibili sono della 30.enne milanese Paola Carinelli, pallavolista di buona caratura, e del ligure Simone Valente, un laureando in Scienze motorie che sogna di stendere piste ciclabili per tutta la penisola.

Provenienze diverse, certo, ma tutti assieme appassionatamente. Ovviamente, a favore dello sport. Sarà proprio così?