CONI / Giovanni Malago nuovo presidente del Comitato Olimpico

Martedì 19 febbraio 2013

Lo sfidante Malagò eletto con 40 voti contro i 35 di Pagnozzi. Costituita la nuova Giunta. Roberto Fabbricini segretario generale.

Roma, ore 11. Aria nuova al Foro Italico. Giovanni Malagò, 54 anni, l’uomo nuovo, l’outsider che i “grilli parlanti” indicavano come la vittima designata, viene eletto presidente del CONI ai danni del favoritissimo Raffaele Pagnozzi, 65 anni, l’uomo dell’apparato, al CONI sin dal 1° settembre 1973. E che aveva il vantaggio, non trascurabile, di giocare tra le mura di casa dopo vent’anni da segretario generale. Una votazione dal risultato annunciato e che invece si è tradotto in un trionfo per il presidente del Circolo Aniene al quale va riconosciuta la serietà con la quale ha condotto la sua campagna e la validità del programma proposto nell’affrontare il difficile confronto. Una bella notizia per chi, come noi, ha sempre sperato che un giorno lo sport italiano riuscisse a liberarsi dai condizionamenti – stavamo per scrivere “dalla casta” – che lo hanno ingabbiato per almeno trenta/quarant’anni. Oggi si cambia: si spalancano i finestroni del Palazzo H e, finalmente, entra un po’ d’aria fresca. Sarebbe una grave colpa sprecare quest’occasione.

”Nello sport è difficile vincere, ma anche non vincere.” – sono state le prime parole, commosse, del nuovo presidente – “Considero questa carica la più importante nel nostro Paese: farò di tutto per onorarla”. L’assemblea dei grandi elettori, sotto la regia del solito Franco Carraro, ha dato 40 voti a Malagò contro i 35 andati a Pagnozzi (una scheda nulla). Quasi un testa a testa, ma risolto con un margine maggiore delle attese. Le previsioni delle vigilia pendevano tutte dalla parte di Pagnozzi. Impressione che pareva avallata dal numero dei partecipanti alle due distinte cene elettorali tenute ieri sera dai candidati. Ma nelle cabine, anche col bizzarro sistema di voto messo in atto, le cose sono andate in maniera del tutto diversa. Così, mentre Malagò poteva correva ad abbracciare le figlie, lo sconfitto farfugliava poche parole di rito e usciva dalla sala pallido come un cencio. Nella sconfitta si è sempre soli.

Comunque siano andate le cose, chiunque abbia mantenuto o tradito la parola data, il risultato resta inappellabile. Oggi è sicuramente finita un’epoca, un altro ventennio. Purtroppo, non il più esaltante per lo sport italiano. Non tanto per i risultati, a quelli pensano le federazioni e soprattutto gli atleti, quanto per il clima ottuso che negli ultimi vent’anni ha pesato come una cappa sul Foro Italico. E che ha perpetuato un cosiddetto “modello di sviluppo” che sapeva di stantio e di ripetitivo, lontano dal Paese reale e dai suoi enormi problemi. Questo è il merito maggiore che va ascritto a Giovanni Malagò: l’aver sparigliato le carte e aperto nuovi spazi. Con l’augurio che sia capace di mettere in pratica al più presto il suo programma con quel colpo di volano che tutti ora si aspettano. E al quale non potrà che contribuire la professionalità e l’esperienza del nuovo segretario generale – Roberto Fabbricini – che come pochi conosce lo sport, i suoi meccanismi e le sue liturgie. Ma che, soprattutto, è persona di grande buon senso e profonde qualità umane.  


Il governo CONI 2013-16

● Presidente –
Giovanni Malagò (40 voti su 76)
● Giunta Nazionale –
(Dirigenti) Franco Chimenti (49 voti, Vice-presidente vicario), Luciano Bonfiglio (47, Vice-presidente), Giorgio Scarso (37), Paolo Barelli (35), Giancarlo Abete (33), Sergio Anesi (10), Fabio Pigozzi (10)
(Atleti) Alessandra Sensini (36), Fiona May (24)
(Tecnici) Valentina Turisini (72)
(Comitati Reg.) Fabio Sturani (47)
(Comitati Prov.) Guglielmo Talento (43)
(EPS) Massimo Achini (36)
(Membri CIO) Franco Carraro, Mario Pescante, Ottavio Cinquanta
● Segretario generale –
Roberto Fabbricini
f.f. vice-segretario generale: Carlo Mornati

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