Piste&Pedane / Ma chissa' cosa avranno mai da dirsi?

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Venerdì 7 Gennaio 2022

 
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Col Campaccio apre la stagione internazionale e nazionale: la solita festa dell’Etiopia, copione identico per gli ultimi anni. Gli italiani? Due sesti posti per Faniel e Battocletti, con gli altri a ridosso. Ma con una novità.

Daniele Perboni

Con il massiccio del Monte Rosa sullo sfondo e la felicità della piccola aliena bionda che festeggia urlando felice la mattinata inondata dal sole, finisce il personale letargo. È il 6 gennaio e una trentennale incombenza preme: il 65º “Campaccio” è alle porte. Tutto è pronto: accredito, autodichiarazione, Green pass. Vado. Ci devo andare, anche se la pigrizia, ... Sul posto la compagnia è ottima. S’incontrano vecchi e nuovi amici, vecchi e soliti borbottii.

Incrociamo il D.T La Torre «Ciao, grazie per gli auguri rivoluzionari di buon anno». Sotto quel cappellaccio di cuoio spunta il viso di Chicco Leporati, nuovo responsabile di mezzofondo e maratona.

Le gare? Festa d’Etiopia, con tanto di bandiere, per salutare il diciottenne Yihune Addisu e la venticinquenne Dawit Seyaum. Identico copione degli ultimi anni. Gruppone di atleti africani davanti e briciole per azzurri ed europei in generale: sesto, settimo e ottavo Faniel, Chiappinelli e Aouani e sesta e nona Battocletti e Arnaudo. Così va la vita.


La voglia di competizione è tanta e lo dimostrano anche i “numeri” dei partenti: 70 fra gli uomini e 57 fra le donne, senza contare i partecipanti nelle varie categorie, dalle giovani ai master, anche se qualche categoria poteva essere raggruppata per evitare di mostrare in tv la penuria di una trentina di concorrenti. Non è certo con queste miserie che si fa del bene all’atletica. Comunque, onore agli organizzatori per la caparbietà e l’amore che ci mettono per continuare a tenere in vita una creatura nata nel lontano 1957, con Franco Volpi a battezzare il primo podio. Solo nel 1970 si son aperte le porte alle ragazze e Paola Pigni a far da madrina. 

Passeggiando sul prato fra una gara e l’altra. «Guardatevi le registrazioni degli ultimi anni e vedrete che il copione è sempre lo stesso. Questi (gli africani più o meno noti) stanno passeggiando, Quando arriveranno all’ultimo giro apriranno il gas e non ce ne sarà per nessuno». E così è stato.

«Se Yoghi (Chiappinelli) sta ancora nel gruppo di testa vuol dire che stanno andando piano. Appena si farà sul serio si staccherà». Previsione rispettata. Idem con le donne. «Il metro di misura? L’Arnaudo. È ancora con le migliori. Appena aumenterà l’andatura saluterà il gruppo». Facile profeta.

Leporati a domanda risponde: «Sì, dal primo gennaio teoricamente (sorride) sono il nuovo responsabile del mezzofondo veloce, prolungato e maratona. In pratica il settore che La Torre ricopriva ad interim».

«È dal 1994 (Silvia Sommaggio) che non vince più un’italiana, ma perché non hanno “costruito” una gara più abbordabile per la Battocletti?».

«Guarda là, Antonio con Faniel e il suo manager. Stanno discutendo da quasi un’ora. Chissà cos’avranno mai da dirsi …». Indovina indovinello.