I sentieri di Cimbricus / Il costo salato della corruzione

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Venerdì 26 Novembre 2021

 

bandiere


Ci risiamo: dopo i fatti di Salt Lake City che portarono ad un profondo mea culpa da parte dei maggiorenti del CIO (ricordate la riforma del dicembre 1999?), ma a poco altro a giudicare da quanto ora si scopre in Brasile.

Giorgio Cimbrico

Sempre divertente giocare con le sigle: CIO, Crime International Organisation? No, non esageriamo e non infanghiamo con irresponsabile superficialità quando di mezzo ci sono il conclave e il consiglio d’amministrazione dello sport mondiale. Non c’è dubbio che l’ordine e la calma regnino nel quartier generale di Losanna, ma non sarebbe male aver piazzato una cimice e ascoltare i commenti su quanto è appena accaduto in Brasile: molti avocado e ananas marci, in un gran cesto, non c’è dubbio. Confidando che il giudice Marcelo Bretas si fermi lì. E non è detto.

Una bossa nova molto triste e un record per Carlos Arthur Nuzman: 31 anni di carcere per l’ultraventennale presidente del comitato olimpico brasiliano e presidente del comitato organizzatore dei Giochi di Rio 2016. Reati: aver gestito un’organizzazione criminale, riciclato denaro, evaso il fisco, corrotto. Condannati anche Sergio Cabral, ex-governatore di Rio de Janeiro (che in galera c’è già), Leonardo Gayner, all’epoca a capo delle operazioni olimpiche, e l’uomo d’affari Arthur Soares. Legacy e Heritage sono parole molto usate dal CIO. Di quelle brasiliane non c’è da esser fieri.

Cabral ha confessato come Rio sia riuscito a battere Chicago, Tokyo e Madrid che aveva l’ennesima buona candidatura: comprando sei e successivamente tre voti di membri del CIO, versando prima 2 milioni e poi 500.000 dollari alla specchiata ditta Diack e figlio (Lamine e Papa Masata) già assai attiva – e ben remunerata – nello scandalo della copertura del doping russo. L’ex-presidente della IAAF, in carica dal 1999 al 2013, ha avuto quattro anni di condanna (due dei quali sospesi), l’intraprendente Papa cinque. Bretas invierà i risultati e le conclusioni che ha raggiunto alle procure di Senegal e Francia, dove i due risiedono.

L’indagine era nata grazie a un’inchiesta di Le Monde, risalente al 2017 e legata alla compravendita dei voti che, nella sessione CIO svoltasi a Copenhagen nel 2009, portò alla vittoria di Rio.

A questo punto rimangono da rimpiangere i tempi in cui, in occasione di vertici, incontri, seminari, visite agli impianti, i dignitari, alloggiati in hotel a molte stelle, venivano omaggiati con regali che qualcuno riteneva imbarazzanti, altri no. Il livello si è progressivamente alzato (pagamento degli studi dei figli, terreni in omaggio, etc) sino allo scandalo di Salt Lake City che portò a radicali cambiamenti, a sospensioni, a radiazioni. Una trasparenza che ha fatto presto ad opacizzarsi.