Piste&Pedane / Storie comuni per gente speciale

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Martedì 29 Settembre 2020

 

urna 


La (breve) stagione agonistica sta finendo a singhiozzo, sul piatto restano solo le elezioni per il nuovo governo federale. Tutto ruota attorno alla scelta della data che, guarda caso, soddisfa solo uno dei tre contendenti. O no?

Daniele Perboni

È una storia sbagliata. Una storia da basso impero. Una storia iniziata mesi addietro, quando una nuova pandemia costrinse il mondo a rinunciare ai Giochi Olimpici. Da quell’evento, a valanga, tutta una serie di storie da raccontare per gente mica tanto comune. È la storia di un presidente e della sua corte che si sta aggrappando allo scoglio cercando di sfuggire alla tempesta. Sa che non ci riuscirà, è consapevole che prima o poi il maestrale arriverà. Lo pretende la legge.


E questa recita che entro la fine di marzo del prossimo anno si dovranno tenere nuove elezioni per innalzare al trono di re Giomi II (il primo sedette sul trono all’indomani dei Giochi londinesi, con la promessa, non mantenuta, di restare a palazzo per un solo quadriennio) un nuovo reggente con la schiera di dieci consiglieri federali. Due dei quali innalzati a rango di vice, con uno di questi, Vincenzo Parrinello, generale della Guardia di Finanza, un po’ più vice. Insomma vicario (cioè che “esercita un'autorità o una funzione in sostituzione o in rappresentanza di altra persona di grado superiore”, sentenzia il vocabolario).

Dunque, dove sta questa “storia da basso impero”? Sta nel fatto che la stagione è ormai agli sgoccioli. Fra una pletora di manifestazioni annullate, spicca qualche campionato tricolore ad ottobre e poi … E poi basta. Come di consueto, si potrebbe dare libero sfogo alle varie assemblee regionali e a seguire quella nazionale. Invece no. Il nulla. Il gruppo dirigente attuale ha pensato bene di concedersi ancora una manciata di mesi al timone del panfilo FIDAL. Perché? Non si sa. Ma noi che siamo sempre incurabili e perfidi maligni abbiamo elaborato un’altra storia di periferia.

Come già tutti sanno, o dovrebbero sapere, per la conquista del trono sono in lizza tre cordate, con una quarta annunciata ma di cui non si sa praticamente nulla. Una boutade? Mah, staremo a vedere. Tre dunque i papabili, nomati in ordine strettamente alfabetico, per non incorrere nelle ire del solito che “Ma perché mi ha messo per ultimo?”: Roberto Fabbricini, Stefano Mei, Vincenzo Parrinello. Parrinello? Già, proprio quello, il vice vicario, … Con qualche mese in più di campagna elettorale vedi mai che manovrando bene le leve del potere il generale non riesca a guadagnare un netto vantaggio sui restanti competitor (notate la finezza del linguaggio economico, …)? E sì, perché altri motivi non ne vediamo e, così pare, non ne sono stati esplicitati. Almeno sino alla data in cui scriviamo.

Fine marzo, ultima data utile e così sia. Signori accontentatevi! Il nuovo gruppo dirigente si insedierà a stagione invernale praticamente finita e con i Giochi di Tokyo alle porte, andando incontro, indubbiamente, a diverse difficoltà organizzative e di programmazione. Tranne che … Avete capito bene! Tranne per chi già è al timone e sa di poter navigare con enorme vantaggio rispetto agli avversari. Sportivamente parlando non si può certo parlare di fair play (altro inglesismo buttato lì per dimostrare di essere figo). Ma questo non è sport. È politica, bellezza! Ci si muove a colpi di mazza ferrata.

E Mei e Fabbricini? Si son mossi, il primo con un video diffuso su whatsapp, l’altro con un comunicato inviato via mail, chiedendo di anticipare la data del congresso, ma per ora non hanno raggiunto lo scopo.

Insomma, è una storia un po' sputtanata.

Note a margine. Domenica 27 settembre, Vittorio Veneto: Campionato italiano dei 10.000 in pista. Il programma originale prevedeva l’inizio delle gare alle 14,30. Ma ecco che qualcuno, il solito bastian contrario?, ha cominciato a sputare sentenze sull’orario delle gare. “Troppo presto. A quell’ora fa caldo. Non si tengono mai in considerazione le esigenze degli atleti”. Così gli organizzatori si vedono costretti a posticipare le partenze. Morale della favola? Temperature che non superano i 14 gradi. Un freddo cane.

E gli organizzatori? Ecco lo sfogo di uno di loro: «Ma perché si devono sempre intromettere senza sapere e sparare sentenze a casaccio? Da queste parti, in mezzo a queste montagne, statisticamente a fine settembre le temperature massime arrivano a 20/22 gradi. Immagino che il signore che ha dato il via a tutto questo sia in maniche corte. Mi piacerebbe incontrarlo, ho una giacca a vento da regalargli …».

Un’altra storia sconclusionata. Storie comuni per gente speciale?