Duribanchi / L'importante e' esagerare, cantava il menestrello

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Martedì 8 Settembre 2020

 

futurismo 2


“E si esagera: in tutto. Chi dovrebbe tutelare il diritto? Una democrazia dove la legge non viene applicata ma viene interpretata non è una democrazia. È un arbitrio.”

Andrea Bosco

Ufficiale: l’Italia licenzia un nuovo codice della strada. Milano (ma non solo Milano) ripudia le automobili. John Elkan se ne faccia una ragione. Vada a venderle altrove le sue vetture. Non in Italia, non a Milano. Dove con libido l’assessore alla Mobilità del Comune, Massimo Granelli, ha annunciato la creazione di dieci strade a velocità limitata. Zone a 30 all’ora, 20 km di città a passo ridotto (più o meno il 15% dell’urbe abitata), autovelox in funzione appena esci dal portone di casa (l’Italia è già il paese che eroga il più alto numero di multe automobilistiche in Europa), piste ciclabili, ciclisti (oltre che sui marciapiedi) autorizzati a percorrere strade a senso unico (per gli automobilisti) contromano, nessun piano per contenere lo schifo dei monopattini elettrici sfreccianti (impuniti) ovunque, abbandonati (impuniti) ovunque, pilotati senza casco anche con due passeggeri (impuniti) per volta.

Ha spiegato Granelli: “Questo tipo di intervento urbanistico introduce più sicurezza stradale, perché si crea un nuovo equilibrio fra pedoni, biciclette, moto ed auto. E poi i marciapiedi più larghi e le aree pedonali consentiranno di vivere di più e meglio i quartieri. E infine Zona 30 vuol dire meno inquinamento di prossimità, black carbon e biossido di azoto, quelli degli scarichi delle auto”. Al momento non c’è controprova. Al momento chi teme il Covid che gira nei mezzi pubblici ha come alternativa il “caval di San Francesco”.

Pensare che Milano è stata la città del futurismo e della velocità. F.T. Marinetti nel suo “Manifesto” spiegava che “Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità”. Oggi F.T , a Milano, non lo farebbero entrare. I futuristi, tra l’altro, profumano di “destra”. Compresi quei De Pero e quei Balla. Che c’erano: quando c’era Lui.

Le Boldrini che vorrebbero abbattere tutti i simboli del fascismo, compresi quelli razionalisti, vale a dire le case più belle (fuori ma soprattutto dentro) del centro storico di Milano, mi producono irritazione. Mi portano a detestare il “politicamente corretto”.

Non sopporto più le menzogne. Gestori dei locali in zona Arco della Pace, Colonne di San Lorenzo, Navigli a Milano: gente che mente. I giovani che hanno ripreso ad abbandonarsi alla movida sono tutti senza mascherine. Ci sono le foto che “inchiodano”. La movida non prevede mascherine. La movida prevede assembramenti, abbracci, gente stipata come sardelle (non dico sardine perché quelle ormai sono altra roba), sbevazzamenti, “tirate” di questa o quella “roba”, casino, musica a palla, sballo. Con la complicità dei gestori. Quando il bordello infuria col cactus che chiamano carabinieri, polizia e vigili (ammesso vengano). Stanno zitti: perché movida significa bevute. E bevute significano introiti. Con il Covid che gira si muore. Ma gli affari sono affari. E gli affari spiegava Dumas figlio “è semplicissimo: sono i quattrini degli altri”.

Mi fa orrore la masnada talebana che negli States vuole abbattere la statua del “criminale, colonialista e razzista Cristoforo Colombo” per sostituirla con quella di una leggendaria trans, paladina dei diritti umani. Chi potrebbe essere ostile ai diritti umani? Li ha portati avanti una transessuale? Ha lavorato evidentemente meglio di tanti eterosessuali. La sessualità è un campo minato. Nel quale puoi perderti se appena immagini di poter dare giudizi. Nessuno deve avere l’arroganza di ghettizzare le inclinazioni altrui.

Ma si lasci stare la Storia. La pretesa di riscriverla è assurda. Volete farlo davvero? E allora dovete cancellare le piramidi: a meno che non crediate agli alieni, accettate siano state costruite grazie al lavoro (e alla morte) di centinaia di migliaia di schiavi. Dovete cancellare il Partenone, perché anche la democratica Atene, non era “farina da far ostie”: mica solo quei “fascisti” degli spartani. Dovete cancellare il Colosseo dove i gladiatori si sgozzavano per il piacere della plebe al pari dei cristiani che venivano dati in pasto ai leoni. Dovete cancellare i magnifici edifici arabi di Granada e Cordoba, perché quelle evolute dinastie che avevano la luce a gas quando a Londra nelle strade si sprofondava nel guano fino alla cintola, erano anche evolutissime nell’arte di impalare gli “infedeli”. E dovete prendere d’assalto Castel Sant’ Angelo. Per secoli tra faide, intrighi, stupri e veleni, impiccagioni e torture le stanze dei Papi hanno grondato sangue. Mi dite cosa c’entra Cristoforo Colombo con la polizia violenta made in Usa?

L’importante è esagerare cantava il menestrello. E si esagera: in tutto. Chi dovrebbe tutelare il diritto? Una democrazia dove la legge non viene applicata ma viene interpretata non è una democrazia. È un arbitrio. Un delinquente (alla terza evasione) sparito dopo aver usufruito di un permesso premio per buona condotta. I Tg si indignano ma non c’è un nome, non c’è un indizio su quel giudice. È “un giudice”: entità astratta. Ha operato a termini di legge? Forse sì. Perché il vulnus di una democrazia dove innumerevoli siano i diritti e pochi i doveri è rappresentato dalle leggi. Quella dei “permessi” ai carcerati per “buona condotta” si chiama Gozzini, democristiano perbene che credeva nel “recupero” di chi sbaglia. Peccato che in base a quella legge troppi giudici valutino in modo pedestre. Alcuni per ragione “ideologica”. La maggior parte ha “troppo lavoro”. I mafiosi escono per decorrenza dei termini, perché i giudici neppure si accorgono siano decorsi. La giustizia italiana è un mostro che inghiotte tutto. Cresta di quel drago repellente noto come burocrazia.  

Cosa “coprono” le paginate di omissis cancellate con nero di china dei documenti desecretati relativi all’iter della pandemia? Cosa sanno di così irriferibile i servizi segreti riconfermati senza dibattito parlamentare con l’artificio della “fiducia”? I servizi segreti italiani: spelonche di serpenti.

Settecento anni dopo, Dante Alighieri è diventato una icona pop. Il rapper, il pubblicitario, l’imbrattatore definito “artista”, il cinema, il teatro, la filosofia e la sociologia. La teologia, l’amore e la fede. E ovviamente, il web con le sue influencer poppe al vento. Il più grande letterato italiano di tutti i tempi simile alla zuppa di Andy Warholl.

Qui si dovrebbe parlare di sport. E lo si fa con competenza. Mi confesso un “imbucato” con   difficoltà a capire. Ferrari: basta. Tu puoi sbagliare la macchina, il telaio, il motore. Puoi avere sfortuna. Puoi avere un pilota che perde il controllo della vettura e va a sbattere. Ma non puoi sbagliare sempre TUTTO. Una volta le gomme, una volta i freni, una volta le sospensioni, una volta il sistema elettrico, una quello idraulico, una volta la power unit che vi porti, una volta la strategia ai pit stop, una volta l’uscita improvvida nel “traffico”, in qualifica. Non si tratta di vincere o di perdere. Si tratta di gareggiare con “dignità”.

Ha vinto a Monza una vettura della quale in pochi, tra i lettori “comuni”, avevano contezza. Segno che non serve essere Hamilton e guidare una astronave per trionfare. Almeno per una volta. Ma la Ferrari di questi qui sa coniugare un solo avverbio: mai. E quando al “mai” ti affidi, (nello sport, come in qualsiasi attività della vita) sei da rimuovere. Perché alla fine le tue giustificazioni diventano insopportabili. La Ferrari non ha investito negli anni come la Mercedes? Può essere una spiegazione. Ma se tutti vanno più veloci di te. Se tutti sono più organizzati di te, gli investimenti non c’entrano. Il Drake di Maranello, là dove riposa, si farà girare gli zebedei e verrà a prendervi a calci. Come meritate.

Lo sfortunato Nicolò Zaniolo si è fatto nuovamente e in modo grave, male: rottura del crociato. Peccato aver perso un protagonista come lui per i prossimi mesi. Come si dice: in bocca al lupo.