Piste&Pedane / Prove di ripartenza (con troppa prudenza)

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Mercoledì 17 Giugno 2020


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Rispetto al resto del mondo, da noi l'atletica parte buona ultima, o quasi. Intanto il calcio ha già sparato il colpo d'avvio. Ora toccherà al calcetto, ma restano fermi pallavolo, basket, rugby. Per quanto ancora?

 

Daniele Perboni

 

Norvegia (Oslo, Jessheim, Bergen), Svezia (Växjö, Södertälje), Ungheria (Szombathely), Austria (Schwechat), Germania (Neubrandenburg), Republica Ceca (Proga, Kolín, Kladno, Plzeň), Serbia (Novi Sad), Finlandia (Lahti, Espoo, Jyväskylä), Slovenia (Domžale, Slovenska Bistrica). Andiamo fuori continente e atterriamo a Shanghai, dove ci attende un bel tour fra Chengdu, Fuzhou, Shijiazhuang e Pechino. Non paghi cerchiamo l’ebbrezza del centro America (Città del Messico). Una volta da quelle parti non possiamo lasciarci sfuggire il fascino struggente della vecchia Habana (Cuba), quindi un salto in Brasile e per finire in bellezza, dopo quasi tredicimila chilometri, finiamo a Gaborone (Botswana), poco oltre i mille metri di quota (1010 recitano alcune mappe).

No, non stiamo sparando nomi di località a vanvera. Molto più semplicemente un amico ci ha fatto trovare nella casella postale il supplemento risultati di Track&Field News (del 15 giugno), famosissimo newsletter a cui tutti ci siamo abbeverati prima dell’avvento di Internet. Il commento all’invio (“Mentre da noi si discute, gli altri come vedi fanno…”) ci ha fatto riflettere! Nessuna polemica da parte dello scrivente. Solo la sottolineatura di quanto la “voglia” di agonismo e di normalità ha spinto organizzatori, federazioni e atleti ad anticipare lattività, anche di qualche mese rispetto alla prudenza italica

Dalle nostre parti siamo stati molto più accorti. Forse eccessivi? Per quanto ci riguarda non crediamo. Meglio ritardare che accelerare eccessivamente. Lamentele? Da più parti se ne sono udite, più o meno blande. Ma, per assurdo (neppure tanto), se poi qualcuno si fosse infettato? Chi si sarebbe assunto la paternità delle “porte aperte”? Quasi certamente avremmo assistito al classico e nostrano scarica barile, di cui siamo maestri insuperabili.

Ora, però, la boa è alle spalle e, con tutte le precauzioni del caso, giovedì 18 (Imola) inizieranno test, raduni e ammennicoli vari. Sabato 20 ripartiranno anche i lombardi a Brusaporto (test nella velocità: 150 e 300 metri e nel mezzofondo: 800 e 1500 metri) e Mariano Comense il giorno dopo (ostacoli: 200 individuali e staffette 4x110 ostacoli maschile e 4x100 ostacoli femminile; alto e lanci con disco e martello). A seguire Rubiera, Formia (con gli ostacolisti già in raduno da lunedì) e Piacenza.

Per quanto riguarda gli appuntamenti lombardi gli organizzatori sottolineano che “Ogni momento di questi raduni sarà ritmato da una serie di norme di comportamento e distanziamento, dallarrivo al campo allingresso, dal riscaldamento fino al test vero e proprio. Nel momento dei test verranno applicate le norme indicate dai disciplinari e dai protocolli: nelle prove di velocità e ostacoli gli atleti occuperanno corsie alternate (solo dispari o solo pari); nel mezzofondo si correrà “a inseguimento” con quattro atleti per serie al via da quattro punti diversi della pista distanziati di 100 metri; ogni saltatore in alto coprirà il materasso con il proprio telo personale; i lanciatori si cimenteranno con i propri attrezzi”.

L’atletica parte buona ultima, o quasi, visto che già il calcio ha sparato il colpo d’avvio. Quasi certamente si darà il passaporto al calcetto ma restano ancora al palo rugby, pallavolo e basket. Per quanto ancora resisteranno? Si sente nell’aria un forte afrore di agonismo e le recenti sfide calcistiche hanno mostrato, come il pubblico sia assetato di pallone. Si son visti assembramenti inevitabili sul prato verde. Dunque anche l’atletica potrebbe ripartire con il classico format.

Coraggio o audacia? Resta, come sempre, una scelta politica!