Osservatorio / Un programma per il futuro dell'atletica? Parliamone.

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Mercoledì 15 Gennaio 2020


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Come annunciato (o minacciato?) ecco qui il testo di “Spunti per un Programma Decennale per l’Atletica”. Mancano almeno dieci mesi al rinnovo delle cariche federali. Di mezzo ci sono i Giochi di Tokyo e tante occasioni per confrontare idee, progetti, motivate ambizioni.

 

Luciano Barra

 

L’avevo promesso ed ora lo sottopongo alla vostra attenzione e soprattutto alle vostre osservazioni e, perché no, alle vostre critiche. Certo, in un Paese come il nostro, dove quasi sempre la filosofia dell’annuncio tende a sovrapporsi alla realtà dei fatti, il timore di cadere nella stessa trappola resta forte. Ma è anche vero che qualunque progresso non può essere immaginato senza una preventiva analisi del passato, una attenta valutazione del presente e, soprattutto, una precisa visione del futuro. Così, ben conscio dei rischi che correvo, ho accettato la sfida di mettere per iscritto alcune considerazioni personali, ma sollecitate dalle tante proposte accavallatesi in queste ultime settimane da parte di chi ritiene (e non sono pochi) di avere le necessarie potenzialità per candidarsi alla presidenza della FIDAL.

 

Quindi, ripeto, ho messo in fila alcune mie osservazioni basandomi – oltre che sulla mia “datata” esperienza – sugli spunti contenuti o abbozzati nei documenti resi noti – in toto o anche solo in parte – dai predetti candidati. Una lettura istruttiva, con proposte interessanti anche se non sempre innovative, che hanno in ogni caso il comune denominatore della “passione”, il vero collante che dovrebbe tenere assieme la gente dell’atletica.

Il documento che ne è risultato e che pubblichiamo oggi – inteso come un contributo né a sostegno di una parte piuttosto che di un’altra –, per chi avrà la pazienza di leggerlo, ha la pretesa di toccare tutti gli aspetti del presente, provando ad immaginare un possibile futuro. Diciamo, esteso al prossimo decennio e dintorni, come dire a 2/3 quadrienni olimpici. Un arco di tempo minimo per avviare (e realizzare) quella inversione di tendenza in senso positivo che tutti auspichiamo. Un percorso che consenta di ridurre se non colmare la distanza che oggi separa l’atletica italiana dalla frontiera internazionale, in continuo – quando non frenetico – movimento.

A costo di apparire noioso, ripeto quanto avevo scritto presentando il Programma nel mio articolo dello scorso 3 Gennaio. Questo ne era il succo: “Lo scopo del Programma? Provocare un incontro – anche forse uno scontro – tra le forze in campo per correggerlo, anche ribaltarlo, ma alla fine arrivare ad un progetto comune da sottoscrivere per chiunque dovesse essere chiamato al ‘soglio’ federale.” Troppo ambizioso?

Devo infine ripetermi a scanso di equivoci: nessun protagonismo. Il Programma che propongo non è, e non vuole essere, una entrata personale in campo: ma non si può neppure rinunciare a mettere a disposizione di altri le esperienze vissute e maturate in decenni di lavoro e di prima linea.