Saro' greve / Ma cosa e' mai questo lattato?

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Lunedì 7 Ottobre 2019

 

loriga-2016 


Con questo articolo si conclude (speriamo per ora) la collaborazione di Vanni Lóriga con la comunità raccolta attorno a questa piccola testata dal grande cuore. Che proprio Vanni, con la sua sapienza e la sua sorridente ironia, ha aiutato a far crescere. A nome dei lettori – pochi o tanti che siano – gli diamo un forte ed affettuoso abbraccio. Grazie di cuore, Comandante!

Vanni Lóriga

È con comprensibile disappunto e nostalgia che comunico ai lettori di SportOlimpico che con questo numero terminerò la mia collaborazione. I motivi sono parecchi, ma in definitiva si tratta di un tributo che debbo pagare alla ferrea legge dell’anagrafe. Si parla tanto di “Quota 100” per fruire del trattamento pensionistico ed io intanto ho superato quota 162 in quanto firmo su quotidiani a livello nazionale da oltre 70 anni a cui debbo aggiungere i 92,7 di età. Scrissi infatti il mio primo articolo importante sul “Paese” nel settembre del 1949 con una intervista al campione dei pesi piuma Alvaro Cerasani, detto “er Palletta”, idolo dell'Alberone (il quartiere sull’Appia sviluppatosi attorno a un secolare e imponente leccio, alberone che oggi non c’è più, abbattuto dall’incuria degli uomini e dalla protervia degli elementi).

Da allora non mi sono mai fermato ed avrei molte altre cose da raccontare. Che sicuramente farò con la stesura di alcuni libri che ho in cantiere e che piano piano intendo portare a termine. Magari proprio con l'aiuto ed il sostegno anche solo morale di questa benemerita società editrice, GarageGroup.

Concludo la mia collaborazione settimanale in coincidenza dell'ultima giornata del campionato mondiale di Doha che mi ha tenuto compagnia con le telecronache del premiato “Trio Bat-Man”. Chiarisco che riassume i nomi di coloro che parlano alla RAI e che elenco indicando il significato dei loro cognomi.

Nomen omen, nomina sunt omina.BRAGAGNA. Era una imbarcazione lagunare ed anche la rete che usava, idonea a scandagliare i fondali, nulla ignorando. Il collega Franco fa onore al suo cognome e niente del passato e del presente sfugge al suo rastrellamento.

ALESSANDRINI. Il suo nome, Guido, ci ricorda Dante e Monna Vanna nel sonetto delle Rime per cui lo sento molto vicino. Il cognome ci fa pensare alla famosa Biblioteca Alexandrina, la più importante dell’antichità che fu distrutta da un furioso incendio nel 48 Avanti Cristo. Forse questo particolare lo ha indotto a ricordare che un certo Gary Cooper, non l’attuale allenatore statunitense ma il più famoso attore che secondo lui aveva molto a che vedere con il Mondiale di Doha. Infatti vinse il Premio Oscar per l’interpretazione di “Mezzogiorno di Fuoco” ed in Qatar, sottolinea Guido, ogni mezzogiorno è infuocato, ...

TILLI. Il cognome di Stefano è il plurale di “tillo”, lemma botanico che indica una estroflessione cicloplasmatica del parenchima del legno che riempie vasi per impedire la penetrazione di microrganismi e funghi. Funzione utilissima e che colleghiamo a quanto sull'argomento scrive Nicola Candeloro, Maestro dello Sport, già Direttore della Scuola di Formia “Bruno Zauli”, ricercatore, docente universitario. Il quale ha pubblicato uno studio – “Ma cosa è l’acido lattico?” – che ha concluso con la seguente affermazione: “La produzione di lattato è positiva e non, come erroneamente si sostiene, negativa per il muscolo”.

Chi voglia addentrarsi nell’argomento potrà leggere l’elaborato (che alleghiamo in calce) del ricercatore pescarese. Anche perchè molta parte delle telecronache avevano carattere didattico e c'è sempre da imparare. Si è parlato molto di acido lattico e di lattato e, lungi dal venirmi il cosiddetto latte alle ginocchia, tanto ho appreso e ringrazio tutti per il loro lavoro.

Chi erano Paavo Nurmi e Franco Arese.Non ho rimproveri veri da muovere ma vorrei portare qualche contributo al loro mitragliamento di notizie, al motto “vedi che il più bravo sono io”. Mi permetto, per esempio, di segnalare, che quando è stata decantata la invidiabile versalità della stupenda Oromina Sifan Hassan avrei fatto un timido riferimento a un certo Paavo Johannes Nurmi.

In una carriera di dieci anni stabilì 28 primati mondiali e il momento di maggiore rendimento lo registrò ai Giochi di Parigi 1924, in cui, come racconta Maestro Quercetani, “il suo obiettivo era quello di superare la saga di Kolehmainen a Stoccolma 1912 (3 ori ed 1 argento). Nel giro di sei giorni percorre un totale di 26 chilometri. L’8 luglio vinse la batteria dei 5000 metri; il 9 quella dei 1500; il 10 corse le finali di 1500 e 5000 con un intervallo di circa un’ora; il 12 la gara di cross e il 13 concluse con una staffetta”.

Quanto al nostro ristretto campo nazionale varrebbe anche la pena rammentare che Franco Arese, nel 1971, vinse il titolo europeo dei 1500 e concluse la stagione dominando la Maratona romana di San Silvestro (Paola Pigni prima fra le donne e Franco Fava negli juniores). La “gamba lunga della Provincia Granda”, come lo definì Salvatore Massara, deteneva anche i primati nazionali sui metri 800, 1000, 1500, Miglio, 2000, 3000, 5000 e 10.000.

Come mai non ho parlato della Sardegna? – Concludo con un grosso apprezzamento per il livello di questo campionato mondiale. La gara di maggiore spessore (in tutti i sensi, ...) è stata sicuramente il lancio del peso maschile. A tal proposito mi torna in mente che nel 1990 a San José incontrai Randy Barnes che nel corso di una conferenza stampa dichiarò che lui non sapeva neanche cosa fosse il doping. Infatti un mese dopo fu beccato “positivo” a Malmö e in seguito ci ricadde, squalificato a vita. Non voglio insinuare niente: solo dire che un tempo le cose andavano così.

A chi dovesse segnalarmi che per la prima (ed ultima) volta non ho parlato della mia Sardegna obietto che avrei potuto farlo con Filippo Tortu, peraltro il nostro miglior classificato individuale in campo maschile. Lo faccio invece per un'altra questione. Nei pressi di Olbia, sulla SS-125 Orientale Sarda, proprio di fronte all’Isola di Tavolara, è entrato in funzione l'Ospedale “Mater Olbia”, una struttura con 240 posti letto, 12 ambulatori, oltre 500 dipendenti. I lavori erano fermi da trenta anni e tutto si è sbloccato con un contributo di 1,2 miliardi di euro versato dalla Qatar Fountation Endowment. Questo Emirato, che ha invaso la Costa Smeralda. comincia ad essermi simpatico.

Bilancio finale. – Non assegno voti. Ad altri spetta questo compito. Prendo atto che nel medagliere figuriamo al 31. posto (ma ricordiamo che non c'è la Russia come squadra). Aggiungo che uno solo dei 65 Azzuri ha migliorato il primato personale: si tratta di Yeman Crippa che ha tolto il record nazionale a Totò Antibo con un tempo (27’10”76) che lo porta ai vertici continentali. Avanti tutta, Yeman!

Ecco lo studio di Nicola Candeloro. – “Cliccare” per credere.