I sentieri di Cimbricus / Il fiero dibattito sul sesso degli angeli

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Venerdì 4 Ottobre 2019


ortega 2


Ambiente, pubblico, programma gara, forzature del regolamento. Ma anche altri problemi: si è andati più in là nell’interpretazione irrompendo in quello che un tempo avremmo definito bizantinismo o discussione sul sesso degli angeli.


Giorgio Cimbrico

Il tempo meno vecchio tra i primi dieci aveva 23 anni, 48"25 di Marie José Perec, in occasione della doppietta 200-400 della francese ad Atlanta. E ora arriva Salwa Eid Naser che di anni ne ha 21 e una volta correva vestita da capo a piedi e ora no, come tutte le altre, e con i tatuaggi e con i piercing e ha gli occhi sgranati perché nella vittoria credeva ma 48"14 non era previsto, terza dopo l’accoppiata K&K, Koch 47"60 e Kratochvilova 47"99.  Altri tempi. Quando dopo 370 metri Salwa ha smarrito la bellezza assoluta della sua corsa rotonda sostenuta da piedini al fulicotone, Shaunae Miller ha provato ad avvicinare la bahrainiana con mamma nigeriana. Era troppo tardi ma è servito a  trasformare la mannequin bahamense nella sesta della storia, 48"37.

Ho visto Koch dal vivo, quel giorno a Canberra; ero anche a Sydney per la serata di Cathy Freeman, insieme ad altri 112.523. E ora, senza esserci, mi è toccata anche questa pagina. E sono felice. Felice anche la famiglia caribico-baltica: dopo l’argento di Shaunae arriva quello dell’estone Maicel Uibo nel decathlon. In scala ridotta, come gli Zatopek a Helsinki ’52.  

In molti anni ne abbiamo viste tante. Ad esempio, in un’età non ancora altamente tecnologica – erano i Mondiali ’83, i primi, a Helsinki – il martellista polacco Zdzyslaw Kvasny venne retrocesso dal secondo all terzo posto dopo ricorso dell’Urss: l’esame del filmato inciso sulla preistorica cassetta che registrava la gara mostrò che aveva toccato la “cornice” della pedana.

Sette anni più tardi, Europei di Spalato: in qualificazione un lancio di Paivi Alafranti viene giudicato “piatto”. I finlandesi fanno ricorso e la ragazza viene ammessa alla finale senza misura. L’esame video suggerisce che la punta del giavellotto aveva toccato l’erba nell’area buona per la promozione al turno decisivo. Non è il caso di sottolineare chi conquistò il titolo: la signorina Alafranti. Nel 2002, Coppa Europa ad Annecy, venne registrato un salto mai avvenuto: 7.42 di Tatiana Kotova, quinta di sempre e tuttora presente nei sacri testi. Testimone diretto e ravvicinato, il soprascritto. Sarà stato 7 metri. Nessuno ovviamente fece ricorso.


A Doha si è andati più in là nell’interpretazione irrompendo in quello che un tempo avremmo definito bizantinismo o discussione sul sesso degli angeli: il lancio di Halasz, nullo giudicato buono, avrebbe influito sull’andamento della gara dell’ungherese che dopo il lancio incriminato ha infilato un palio di nulli. Nowicki, che assomiglia al crudelissimo nemico di McLeod nell’Ultimo Immortale, ha tirato delle gran bordate, nulle, tirando a vincere, per ritrovarsi quarto, Pardon, terzo. Non ci capisco più niente.

I 110hs erano da ripetere. Ortega, dopo esser stato urtato da McLeod - il giamaicano, non l’highlander - era in rimonta  e avrebbe preso una medaglia. Gli spagnoli non hanno chiesto che venisse assegnata per danni fisici o psicologici, ma semplicemente di ricorrere o di far correre Orlando da solo, a cronometro. Colpo di martelletto: eccezione negata. Più tardi, decidono di dare un bronzino, che non si nega a nessuno, con un tempo superiore a quello del quarto, il cinese Xie. Ci capisco sempre meno. O meglio, capisco che quando la situazione è intricata si privilegia il letto a due piazze. (foto Iaaf.org).

Chi ha fatto l’orario è un demente o di atletica capisce poco. Negata le doppiette 200-400 e 1500-5000, Il capolavoro è stato mettere le prove multiple in contemporanea. Per fortuna l’asta è andata per le lunghe e le ragazze sono riuscite a concludere il giavellotto, subito rilevate dai colleghi.

Kevin Mayer, biondo e di gentile spetto come il Manfredi di Dante, si ritira tra lacrime e dolore all’ottava prova, l’asta, uno dei suoi terreni di caccia, Era in testa, con 56 punti su Damian Warner. Ho provato un vero dolore perché quando lo vedo, mi viene in mente l’ormai usatissimo Uomo Vitruviano (anche da questo nostro giornale). Katarina Johnson-Thompsonper una volta ha smesso l’espressione da piccola fiammiferaia: ha vinto e battuto Nafi Thim, è andata sfiorare i 7000 punti senza concedere più sprofondi, specie nei lanci.

Ieri c’era molta gente.  A occhio, sui 20.000, visto che metà del Khalifa non è mai stato aperto. Mi piacerebbe sapere l’entità dell’incasso. A Londra, due anni fa, si poteva tentare una rapina alla cassa. Qui, mah.

Grazie a Niklas Kaul di Magonza, vent’anni, decathleta-finisseur, la Germania non sparisce e rinverdisce la tradizione di quello che loro chiamano Zehnkampf, dieci battaglie. Unico nel suo genere: chiude con quasi 80 metri di giavellotto e 4'15".

Bragagna cita Boskov. “Come cervo che esce di foresta, diceva di Vialli”. Vujadin lo diceva di Gullit.