Piste&Pedane / Tra emozioni e conferme, emerge la Lasitskene

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Lunedì 30 Settembre 2019 (Notte)

 

lasitskene
 


Bilancio magro per i pochi azzurri in gara ma, soprattutto, un altro campanello d’allarme per la nostra atletica che non riesce a trovare la soluzione per diventare, se non grande, almeno accettabile.

Carlo Santi

DOHA (IV G.) – Divertirsi con Mariya Lasitskene e con un cinquemila-spettacolo, deprimersi con i nostri atleti che non riescono a mettere in campo troppo valore. Con gli azzurri siamo alle solite. Non solo poche soddisfazioni, ma anche risultati ben al di sotto del normale. Chissà cosa accade quando si prepara un evento così, ... Servirebbe un’attenta analisi per capirlo. Cosa è accaduto in questa quarta giornata del Mondiale? Gloria Hooper nei 200 metri non è andata oltre il settimo posto in batteria con 23”33; Maria Benedicta Chigbolu nel giro di pista ha fatto peggio, 52”63 (quest’anno aveva corso in 51”69) con un finale troppo in salita. Subito a casa entrambe. «Mi ero preparata bene – ha detto la Chigbolu – ma gli ultimi 50 metri hanno rovinato tutto. Dispiace perché se ne va il lavoro di un anno. Mi ero preparata per questa gara».

E meglio non è andata con Eseosa Desalu nella semifinale dei 200: settimo nella sua con 20”73 (in batteria Faustino aveva corso in 20”43). Passo indietro per il velocista. «Pensavo di fare meglio, ma ero contratto, legnoso e mi è costato caro – ha spiegato – La partenza non è ancora perfetta. Adesso si riparte a testa bassa». Dei due ostacolisti dei 110 va avanti solo Hassane Fofana, ripescato per la semifinale con il primo tempo (13”49) mentre Simone Perini (13”70 in batteria, quest’anno ha corso in 13”46, primato personale) è stato eliminato.

Bilancio magro ma, soprattutto, un altro campanello d’allarme per la nostra atletica che non riesce a trovare la soluzione per diventare se non grande almeno accettabile. Questione di testa, di preparazione e preparatori prima ancora che di atleti.

Domani c’è un altro bell’esame con la finale del salto con l’asta con Claudio Stecchi e l’ingresso in gara di Davide Re, il primo azzurro sotto i 45 secondi nei 400, e dei saltatori in alto Gianmarco Tamberi e Stefano Sottile.

Che gara i cinquemila. – Cinquemila metri di puro spettacolo, una gara dal ritmo sostenuto e risolta in volata dalla coppia etiope Edris-Barega, divisi da 85 centesimi (12’58”85 contro 12’59”70) con il canadese Mohammed Ahmed terzo (13’01”11) ma persa da Jacob Ingebrigtsen, alla fine solo quinto. Il ragazzo norvegese, in gara con i due fratelli Filip e Henrik, ha affrontato l’ultimo giro in maniera troppo esuberante, al limite della follia.

Il campione europeo dei 1500 e 5000 metri, titoli conquistati la scorsa estate a Berlino, ha adottato una tattica suicida: ha deciso di partire per la volata a 300 metri dalla fine. Gli etiopi e il canadese (nato a Mogadiscio, in Somalia) se lo sono mangiato, infilandolo 120 metri più avanti e lui, il giovanotto che voleva sorprendere tutti, si è spento prima di chiudere sul traguardo con un tuffo – anche questo scenografico – mentre suo fratello Filip, che lo aveva scortato, una sorta di lepre, si era arreso a 500 metri dal traguardo. L’altro atleta della tribù Ingebrigtsen, Henrik, fin dalle prime battute s’era capito che per lui non era serata: ha chiuso ben lontano dai primi, 13.simo in 13’36”25.

Mariya è sempre Mariya. – Sull’affollata pedana dell’alto non sono mancate le emozioni. La russa Mariya Lasitskene con una gara senza errori ha vinto l’oro con 2.04, due centimetri meno del suo top stagionale (2.06 a Ostrava il 20 giugno) fallendo poi 2.08. A contenderle la vittoria è stata una millennial, la appena diciottenne ucraina Yaroslava Mahuchikh che ha saltato anche lei 2.04 (al terzo tentativo) prima di rinunciare ai tre tentativi a 2.08.

Un argento, il suo, preziosissimo, forte anche del record mondiale di categoria quel 2.01 di vecchissima data che apparteneva alla kazaka Olga Turchak dal 1986 e alla tedesca Heike Balck dal 1989. Yaroslava è senz’altro la saltatrice del futuro: ha già vinto l’oro lo scorso anno alle Olimpiadi giovanili a Buenos Aires e quest’estate il titolo agli Europei di categoria. Qui a Doha aveva vinto, in maggio, la sua gara nella tappa iniziale della Diamond League con 1.96. Il bronzo è andato alla statunitense Cunningham con 2.00, stessa misura della quarta, l’ucraina Levchenko.

800 metri con sorpresa. – L’Africa con l’Uganda protagonista della finale degli 800 metri delle donne. Halimah Nakaayi ha messo in fila, a sorpresa, le due statunitensi Raevyn Rogers e Ajee Wilson (quest’ultima si era presa l’incarico di alzare subito il ritmo ed era la favorita) e con 1’58”04 ha stabilito anche il primato nazionale. (foto iaaf.org). Quarta l’altra ugandese Winnie Nanyondo (1’59”18) prima di esibirsi con l’amica in uno scatenato ballo per festeggiare l’impresa. Finale più “femminile” anche nel crono senza le “diversamente maschiette”, la sudafricana Caster Semenya adesso bandita dalle competizioni per via delle questioni legate al sesso (quest’anno Semenya era arrivata a 1’54”98) ma anche Francine Niyonsaba.

Il resto delle gare.Non ha corso forte come a Zurigo ma il norvegese Karsten Warholm, che al Letzigrund ha portato il record europeo dei 400 ostacoli a 46”92, ma ha mostrato la sua personalità e ha vinto l’oro con 47”42 lasciandosi dietro il rivale statunitense Rai Benjamin (47”66) che fino all’ottavo ostacolo lo pressava. Bronzo all’uomo di casa, Samba (48”03). Warholm correrà anche i 400 metri piani dove ha un limite di 45”54.

Nel disco lancione dello svedese Ståhl che si impone con 67.59. Sconfitto il giamaicano Dacres (66.94) e l’austriaco Weisshaidinger (66.35).

Vittoria in solitaria nelle Siepi per la keniana Beatrice Chepkoech, unica a scendere sotto i 9 minuti (8’57”84) ma ben distante dal suo record del mondo (8’44”32 ottenuto lo scorso anno a Montecarlo). Le altre l’hanno seguita a grande distanza; solo nel finale, quando ha rallentato, appagata e provata, si sono avvicinate: Emma Coburn, statunitense, ha conquistato l’argento (9’02”35) e la tedesca Gesa Felicitas Krause il bronzo (9’03”30).