Osservatorio / Quando la vittoria nasce dall'unione

Print

Giovedì 27 Giugno 2019

 

losanna-19 


L'assegnazione dei Giochi Invernali all’Italia – la seconda in vent’anni – nel dimostrare la compattezza vincente tra le diverse componenti, può tradursi anche in una necessaria riconferma della propria forza ed autonomia. A patto di qualche necessario cambio di rotta.

Luciano Barra

La vittoria dello sport italiano a Losanna per i Giochi Olimpici Invernali del 2026 mi ha ricordato, e mi ha emozionato, quanto quella di Marcello Lippi a Berlino nei Campionati del Mondo di calcio del 2006. Qui come li l’Italia usciva da un periodo di grandi difficoltà politico-sportive ed invece ha saputo reagire portando a casa due vittorie importantissime. Chissà se anche qui la “chimica” del successo non sia dovuta proprio a quelle difficoltà. Lo sport ha dimostrato alla politica italiana che quando c’è compattezza ed unità d’intenti si supera qualsiasi difficoltà.

Grande merito va a Giovanni Malagò che in questa occasione, finalmente, ha cambiato tattica e invece di giocare “a solo” ha cambiato giocando (anche se non più di tanto) “a squadra”. E la cosa importante è che ha capito che si deve giocare insieme anche con chi non è d’accordo con te.

Bella la mossa di mettere in prima linea soprattutto le nostre atlete che hanno ingentilito ed umanizzato la nostra presentazione. D’altronde loro sono quelle che hanno vinto quest’anno più del 50% delle medaglie negli sport invernali.

A nostro vantaggio ha giocato l’alta percentuale a favore dell’opinione pubblica per i Giochi Invernali. Cosa che ha affondato la Svezia che ha giocato solamente sulla tradizione negli sport invernali ed il fatto di non aver mai organizzato i Giochi. Un po’ poco.

Va detto che finalmente nonostante i precedenti negativi ha vinto la candidatura che aveva avuto il rapporto tecnico migliore. Ciò non accadeva da tempo, anzi spesso le migliori candidature (Roma 2004, Madrid 2012, Salisburgo 2014, Madrid 2016, Monaco di Baviera 2018, ecc.) avevano dovuto soccombere di fronte a candidature che avevano una forza “politica” maggiore di quella “tecnica”.

La vittoria di Milano-Cortina va anche ascritta al merito di un Nord Italia che continua a dimostrare di essere forza dominante per serietà e concretezza nel nostro Paese. Ovviamente ciò ha permesso alla nostra stampa di tornare sulla dolorosa vicenda del no di Virginia Raggi per i Giochi del 2024. Qui la stampa si è sbizzarrita come era giusto che fosse, dimenticando però che Roma avrebbe avuto grandi difficoltà a battere Parigi e Los Angeles. La stampa ha anche offerto “perle” come quella di collocare la sede della decisione a Basilea e inventando un aeroporto a Losanna.

La perla negativa c’è stata: e chi poteva offrirla se non il mondo del calcio? L’uscita, nella mattina della decisione, di Inter e Milan sull’abbattimento dello Stadio di San Siro è stata veramente grave. Meno male che Milano ha un Sindaco con la schiena dritta che ha risposto per le rime con energia e fermezza. Dubito che cederà alle pressioni della piazza come avvenuto a Roma per lo stadio dell’AS Roma, anche perché a Milano la “piazza” è legata a San Siro.

Ora tocca però organizzarli i Giochi e questo è un altro capitolo. La garanzia rimane proprio il fatto che siano coinvolte amministrazioni e persone serie. Pensavo che fosse necessario, una volta vinto, qualche modifica alla candidatura presentata, ma alla luce della situazione politica nostrana forse è meglio non cambiare nulla perché ciò romperebbe gli equilibri attuali. Rimangono dei Giochi molto (e troppo) diffusi sul territorio, lo abbiamo scritto molte volte, ma tanto è.

Vedo per questo molte difficoltà nei trasporti, nella sicurezza e nella logistica degli impianti dove bisognerà riuscire a soddisfare le esigenze di almeno 12 differenti tipi di utenti.

Ma la cosa più importante resta la forza dimostrata dallo sport italiano. Si deve sperare che questo permetta al rinfrancato presidente del CONI di usare maggior forza, ed anche un po’ di arroganza, nei confronti dei politici che hanno imposto una riforma inspiegabile e incomprensibile. Sarà questa una iniezione di sangue di toro, ma avrà il coraggio di liberarsi dei “nani e ballerine” e del suo cerchio magico?