Saro' greve / Berruti, 80 anni di corsa in Liberta'

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Lunedì 13 Maggio 2019

 
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"Le regole che governano lo sport restano e sono in definitiva garanzia di libertà. Tutti nella Civiltà dello Sport sono eguali quale sia il colore della pelle, la religione o la cittadinanza."

Vanni Lòriga

Questa volta più che Greve sarò Breve. Mi limito ad annunciare che domenica prossima – 19 maggio – si festeggerà a Torino l’ottantesimo compleanno di Livio Berruti. Saremo ovviamente presenti alla cerimonia che si terrà nella sede dell’ISEF Piemonte in Piazza Bernini, cioè in quella che ai miei tempi torinesi (anni Trenta) si chiamava Casa del Balilla. Lì imparai a nuotare e fui messo in guardia da un implacabile Maestro di Scherma: forse per quello, tanti anni dopo, fui chiamato ad allenare la Nazionale di Pentathlon Moderno. La predetta Casa sorge a pochi metri dal famoso Liceo Cavour, che da ragazzo frequentai così come, una dozzina di anni dopo, avrebbe fatto proprio Livio Berruti. Che conobbi come atleta nel maggio del 1956 quando vinse i 100 metri nella finale degli Studenteschi disputata al Campo Agnelli,

Porterò la mia testimonianza che si arricchì nel 1959 quando vinse i titoli di campione mondiale universitario (100, 200 e 4x100) e militare (100 e 200). Un anno dopo ci fu l’apoteosi di Roma con oro e record mondiali eguagliati. Di tutto questo parleremo a Torino e tutto verrà debitamente e doverosamente raccontato.

Per il momento mi limito a riportare una sua dichiarazione pubblicata sul periodico Maglia Azzurra, organo degli Azzurri d'Italia, Associazione fondata nel 1948 e di cui lui è Ambasciatore.

“È doveroso ricordare che dall'anno della nostra fondazione ad oggi moltissime cose nel mondo sono cambiate. Quasi tutte, ma non tutte, e fortunatamente è rimasto intatto il valore fondamentale dell'agonismo, cioè il rispetto delle regole, .... non è mutata l’osservanza della norma, per cui nessuno può partire prima del via dello starter, o tagliare le curve o fare lo sgambetto all'avversario. Le regole che governano lo sport restano e sono in definitiva garanzia di libertà. Tutti nella Civiltà dello Sport sono eguali quale sia il colore della pelle, la religione o la cittadinanza. È questo il credo morale dello sport”.

Alla prossima settimana per cronaca e commento. Ma Livio con queste dichiarazioni ci ha fatto un altro e prezioso regalo.