Saro' Greve / 5 maggio, una data storica per lo Sport

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Lunedì 6 Maggio 2019

 

scuola sport 2

 

La Scuola dello Sport, nata esattamente 53 anni fa, è stata una delle intuizione di Giulio Onesti e del "suo" CONI che si caratterizzava per la profonda conoscenza delle tematiche dello sport e, soprattutto, per innovazione e lungimiranza. Proprio quello che più si rimpiange oggi.

 

Vanni Loriga


Il 5 maggio 1966, cioè esattamente 53 anni da ieri, nasceva la Scuola Centrale dello Sport del CONI. La sua istituzione fu infatti deliberata in quel fatidico giorno dalla riunione 212 della Giunta Esecutiva del Comitato Nazionale Olimpico attuando una idea preannunciata dal presidente Giulio Onesti sin dal Consiglio del 16 dicembre 1965. Il primo Corso si aprì il 21 novembre 1966. È superfluo ricordare cosa sia una Scuola. A beneficio dei più distratti riportiamo la definizione che ne dà lo Zingarelli: “Istituzione che persegue finalità educative attraverso un programma di studi o di attività metodicamente ordinate”.


A cosa serviva una Scuola dello Sport considerato, come ho ricordato alcuni giorni fa, che già esistevano gli Istituti Superiori di Educazione Fisica?

Non un doppione dell’ISEF

La risposta la fornì proprio Onesti affermando che l’iniziativa del CONI mirava a formare tecnici altamente specializzati in una sola disciplina. Il programma dei corsi triennali per la formazione di Maestri di Sport prevedeva 24 materie fra tecnico-scientfiche e tecnico-sportive. Alla Direzione amministrativa della Scuola – ospitata dal Centro dell'Acqua Acetosa – fu chiamato il dottor Giuseppe Baldo, campione olimpico di calcio nel 1936. Grande centro-campista, sette anni nella Lazio con 167 presenze, laurea in Economia, funzionario del CONI. L'uomo giusto al posto giusto.

E i docenti erano di altrettanto livello. Ne ricordiamo alcuni: Sergio Cerquiglini, Vincenzo Virno (Direttore scientifico), Antonio Venerando, Giorgio Santilli, Michele Calimeri, Aldo Cimmino, Ferruccio Antonelli, Gemmaro Topi e Gianni Caldarone, Antonio Dal Monte, Eugenio Enrile, Vincenzo Cappelletti, Annibale Vitellozzi, Bruno Fabjan, Inigo Mariani Toro, Sisto Favre, Vittorio Wiss, Gaetano Tuccimei. Può bastare questo semplice elenco per sottolineare il valore dell’iniziativa.

Il grande “Ober” e la sua squadra

A collegare il mondo della scienza con quello operativo ci fu la grande figura di Giorgio Oberweger, Direttore tecnicio della Scuola. Insieme a lui operarono Giovanni Ferrari, Nicola Comucci e Romolo Alzani per il calcio; Dick Beaver per il nuoto; Mario Majoni per la pallanuoto; Ermanno Pignatti per la pesistica; Riccardo Agabio e Angelo Manoni per la ginnastica; Natalino Rea per il pugilato; Elio Rimedio per il ciclismo; Nello Paratore per il basket; Ivan Trinsjstic per la pallavolo; Carlo Vittori e Giuseppe Russo per atletica e preatletica con Mario Di Gregorio, Renato Carnevali, Ettore Milone; Vinceslav Petrovic Kozarskji per la lotta; Giorgio Pessina e Ugo Pignotti per la scherma. Grandi nomi e grandissimi tecnici.

Se ai vertici direttivi della Scuola ci furono un olimpionico (Baldo) e un bronzo ai Giochi ed un argento agli Europei (Oberweger), anche fra gli allievi del primo corso figuravano molti Azzurri: Cimnaghi, Carabelli, Crosa, Assi, Spingardi, Caudullo, Piovani, Pinelli, Boscaini, Benigni ed il bronzo olimpico e primatista mondiale Giuseppe Gentile. Nei corsi successivi si diplomarono anche i campioni olimpici Michele Maffei e Mario Aldo Montano.

Ci limitiamo ad alcuni nomi perchè sarebbe difficile ricordare tutti i 231 Maestri diplomati nei sette corsi tenuti dal 1966 in poi. Potrete facilmente reperirli navigando in Internet, sul libro “Trent'anni di Scuola dello Sport”, firmato da Pasquale Bellotti e Pietro Delfini. Ci si imbatterà in personaggi che hanno firmato, in ogni direzione, mezzo secolo di sport italiano, e non solo.

Dedicherò un altro numero di Sarò Greve a loro ed anche alle egregie iniziative editoriali ed ai rapporti con l'Enciclopedia Italiana, promossi soprattutto da Gianfranco Carabelli, che della Scuola sarebbe stato in seguito Direttore. Concluderò esponendo quale sia ora la nuova Fisionomia della struttura che si sta adeguando ai tempi nuovi con lavori che saranno ultimati entro il prossimo anno.

Chiudo con un curioso aneddoto. I terreni dove ora sorge il Centro Giulio Onesti erano anticamente proprietà dalla famiglia Colalucci, Proprio quella dell’avvocato Giuseppe, che fu direttore del periodico Il Tifone e dal quale abbiamo ereditato (appropiandocene ...) il titolo di questa rubrica.