Piste&Pedane / Tempo di Maratona e tempi da record

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Lunedì 8 Aprile 2019

 

milano-2019

 

Numeri da primato nella Maratona di Milano targata RCS: di partecipanti e di riscontri tecnici, sufficiente per far entrare la corsa nella Top Ten internazionale. Meno confortanti, di contro, le notizie sul fronte italiano.

 

Daniele Perboni

 

Dopo una quindicina d’anni rieccoci al cospetto di una grande maratona “privata”. O almeno così pare essersi autonominata. D’altronde, come dubitarne? Indiscussa la paternità delle ultime edizioni, targata RCS, anche se l’idea iniziale non fu di questo gruppo..., e indubbio il blasone di molti concorrenti. Nel 2019, poi, sempre stando alle informazioni raccolte sul sito ufficiale, la manifestazione è stata inserita (unica maratona italiana) nel circuito internazionale Abbott World Marathon Majors Wanda Age Group World Rankings. Non chiedeteci cosa vuol dire (anche se lo intuiamo benissimo). Sinceramente non ce ne importa nulla. Parentesi, ci scuseranno gli addetti ai lavori della maratona capitolina, ma da queste parti viviamo ...

Davanti a titoli così roboanti ci attendiamo un trattamento di “prim’ordine”. Non certo red carpet srotolati o salamelecchi al nostro apparire. Ma un minimo di informazione quella la si pretende, eccome! Non sono forse i “signori” della Gazzetta a organizzare il tutto? Saliamo dunque sul palco in zona arrivo. Soppalco che, scopriremo alla fine, è riservato esclusivamente agli ospiti d’onore. La stampa? Si fotta, fuori dai piedi! Ordini di partenza? Schede dei migliori atleti? Albo d’oro? Passaggi ai vari chilometraggi? Immagini sul maxi schermo? Buio pesto. Manco fossimo alla non competitiva “Quatar pass e na bireta”.

E così si passa il tempo fra vivaci chiacchiere, discussioni tenaci sull’ennesima assenza del presidente regionale il quale preferisce stare sul percorso a gracchiare in un microfono, sulla campagna elettorale iniziata con quasi due anni di anticipo e sulle scatole piene (eufemismo) dell’attuale vice, Generale Parrinello, che non ne può più di sentirsi chiedere se veramente è intenzionato a correre per la presidenza. Nessuno lo ha costretto, accidenti a lui. Questo estremo interessamento sul suo futuro federale è il minimo sindacale ... Il tutto inframmezzato da qualche rara notizia apparsa sul maxi schermo, o lanciata nell’etere dal solito annunciatore “vendi patate” che ogni tanto cerca di darsi un tono. Ma subito ricasca nell’urlo ferino che tanto va di moda oggidì.

Così fra un caffè, un bicchiere d’acqua, un «Accidenti come piove», un “pensierino” dell’Alitalia (il classico aggeggio da allacciare ai bagagli con nome e cognome, ma in rigorosa vera pelle) finisce che si arriva alle battute finali, scoprendo i vincitori: un tal Titus Ekiru che firma il nuovo record sul suolo italiano (2h04’46”) e, fra le donne, la connazionale keniana Vivian Kiplagat (2h22’25”) pure lei al record “all comers” (nella foto d'apertura). E tutti a stupirsi per il crono finale della donzella. Che volete farci signori, dalle nostre parti (in Italia, non certo solo in Lombardia) ormai ci si è abituati a tempi abbondantemente superiori alle due ore e venticinque/ventisei minuti.

Italiani? Stefano La Rosa, settimo in 2h14’16” che nonostante alcuni problemi muscolari tenacemente ha voluto concludere la sua prova: «Per rispetto verso gli organizzatori». Ottavo Alessandro Giacobazzi (2h17’45”). «Gli altri corrono» il commento di qualche pezzo grosso federale e che alla notizia del ritiro di Daniele Meucci a Roma non ha potuto far altro che sorridere amaramente e allargare le braccia in segno di resa. Di rimando ci vien da pensare quando un certo Luca Barzaghi, oggi vice-presidente lombardo, correva attorno alle due ore e dieci e faticava a vestire la maglia azzurra. «Forse per la Coppa del Mondo – commenta amaro – quando si andava in sei per squadra e qualcuno rinunciava ... Allora eri lì, pronto e felice». Altri tempi, signori. Inutile stare a rimembrare il passato, che non tornerà. A proposito di passato, si è rivisto Francesco Panetta, braghe corte, gambe magre, bandana a proteggere il crapone pelato, pronto a coprire una frazione di staffetta (quasi 4.000 squadre iscritte, si corre anche per beneficienza), sempre pimpante e dissacrante: «Visto ragazzi che fisico di ...».

Si chiude con la notizia che ora Milano entra nella top ten mondiale maschile in base ai record conseguiti. Si è corso forte, indubbiamente. Il percorso merita questa entrée. Fosse per l’esperienza personale, da “normale” addetto ai lavori, non riceverebbe che uno stiracchiato sei in pagella. Amen.