Piste&Pedane / "Gimbo-2", la zampata del leone

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Domenica 3 Marzo 2019

 

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Uno sprazzo d'azzurro agli EuroIndoor: Tamberi sbaraglia ogni opposizione e si riprende lo scettro europeo. Una tappa importante sulla strada che lo porterà a Doha e poi a Tokyo. Uno stimolo in più per tutto il movimento che ha bisogno di una scossa.  

 

Carlo Santi

Glasgow – Un volo per rinascere davvero, cancellare tante amarezze e spedire un segnale: ci sono ancora. Gimbo Tamberi ha vinto la medaglia d’oro nel salto in alto agli Euroindoor di Glasgow, due metri e trentadue centimetri per il nostro airone quando ormai era certo del successo, con i rivali Baniótis e Protsenko già in ritirata, loro che erano stati gli unici a mostrare qualche resistenza. Con l’oro in tasca, Tamberi ha chiesto di portare l’asticella a 2.34. Fallita la prima prova, Gimbo ha cercato il gran colpo: «Fatemi provare 2.36», ha chiesto ai giudici. I due tentativi, falliti, lo hanno visto assai vicino alla riuscita. (foto Colombo/Fidal).

Gimbo ha regalato un sorriso all’Italia dell’atletica e lo stesso sorriso l’azzurro lo ha portato nella Emirates Arena. Istrione, simpatico come pochi altri, coinvolgente, un feeling speciale con il pubblico al quale ha chiesto il ritmo. I suoi avversari, invece, sono apparsi tristi, cupi, quasi fossero stati costretti ad essere in pedana e non gli interpreti dello sport che hanno scelto, mica un tormento.

L’Italia non saliva sul gradino più alto del podio in una manifestazione internazionale assoluta dal 10 luglio 2016. Quel giorno Gianmarco Tamberi aveva vinto la medaglia d’oro agli Europei di Amsterdam saltando 2.32 mentre due giorni prima era stata Libania Grenot a conquistare il successo nel giro di pista.

Pochi mesi prima, il 19 marzo, Gimbo aveva conquistato con 2.36 l’oro ai Mondiali Indoor di Portland. Doveva essere, quella, la stagione del sogno olimpico di Rio ma proprio alla vigilia della partenza per il Brasile a Montecarlo dopo essersi arrampicato a 2.39 Tamberi aveva cercato si salire ancora provando i 2,41 ma la caviglia ha ceduto facendolo ritrovare in un attimo dal paradiso all’inferno.

Adesso Tamberi è ritornato, sa che il sogno può riprendere, che Tokyo è un’occasione da non perdere. Gli altri - parliamo degli azzurri - adesso devono seguire il suo esempio come quello di Filippo Tortu che avremmo visto volentieri qui. Devono seguire la sua allegria, il suo modo di interpretare l’atletica e l’atletica azzurra ha il compito di non nascondere quello che non va dietro la medaglia di Gimbo.

A proposito di allegria, ecco Raphaela Lukudo che ha disputato tre magnifiche gare di 400 metri mostrando non solo condizione e attenzione tattica, ma una grande voglia di non arrendersi. Oggi ha chiuso al quinto posto lottando come una leonessa fino alla fine e migliorando per la seconda volta in due giorni il suo primato che adesso è 52”48 dopo il 52”80 di ieri.