I sentieri di Cimbricus / Nulla sara' piu' come prima (forse)

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Giovedì 28 Febbraio 2019

 

sci fondo

 

Ci si chiede come andrà a finire dopo la "spettacolare" operazione di polizia ai Mondiali di fondo di Seefeld che ieri ha portato in manette nove persone. Qualcosa del genere era già accaduto a Torino 2006, ma con un nulla a procedere certificato dal CIO dieci anni più tardi. Capiterà anche stavolta?

 

Giorgio Cimbrico

Quelli delle tv hanno sempre bisogno di piccoli eroi e se sono angeli dalla faccia sporca, pazienza. Per loro, tutto può essere rubricato nel repertorio delle brutte storie che a loro non interessano: loro sono lì per parlare di ciclismo pedalato, di sci sciato, di calcio giocato. Non reclamo una superiorità ma una diversità di noi della carta stampata: quando corre Justin Gatlin non manchiamo di ricordare che s’é fatto cinque anni a guardare senza smettere di allenarsi. Mica per fare i Torquemada, i grandi inquisitori, i Savonarola, i moralisti, ma per amore dei fatti. Una volta si diceva: per dovere di cronaca.

Dimenticavo un particolare importante: quelli delle tv sono attenti all’eruttare – si può scrivere anche senza la e iniziale … – degli adepti dei social media in costante agguato. Tentare di compiacerli fa parte della loro mission (sic).  

In questi giorni sono di scena a Seefeld, Tirolo, i Mondiali di sci nordico: i commentatori di Eurosport erano eccitati come cervi in amore quando Theresa Johaug ha vinto la 15+15 per replicare un paio di giorni dopo nella 10 km. Giusto: oltre che forte Theresa è anche una ragazza molto carina. Ma non costava molto ricordare che venne prima sospesa e poi squalificata per uso di anabolizzanti. La mitezza della pena da parte della federazione norvegese impose l’intervento della FIS che portò il caso al TAS di Losanna: ne venne fuori un inasprimento di altri sei mesi che impedì alla biondina di essere al via delle gare olimpiche dell’anno scorso in Corea.

Mercoledì (27 febbraio) operazione della polizia e nove arresti (cinque sono atleti) all’interno delle squadre austriaca, estone e kazaka. L’inchiesta, che ha coinvolto la polizia di Austria e Germania, ha al centro un giro di doping ematico che va avanti da tempo. Per un succinto riassunto di quel che era appena avvenuto, era sufficiente schiacciare con un ditino su un motore di ricerca ma gli ineffabili di Eurosport si sono limitati a poche e confuse parole che, in sintesi, possono essere così tradotte: “noi siamo qui per le gare e certe cose non lo vorremmo proprio vedere. E poi sta per partire la gara …”. Il resto è silenzio, diceva Shakespeare.

Il doping che passa e va sui ciottoli del ruscello è anche un refrain sempre più udibile nelle alte sfere della rinnovata Raisport. Il nuovo commentatore tecnico del ciclismo è Alessandro Petacchi che ebbe una squalifica di un anno per uso di salbutamolo e nel 2010 ricevette un avviso di garanzia nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di sostanze dopanti.

Non è il caso di stupirsi. Ricordo che chi di recente è stato nominato al vertice della pletorica redazione sportiva dell’emittente di Stato una decina di anni fa glorificava Rodolfo Massi (“Massi, che corridore”) giusto poco prima che il giovanotto, arrestato dai gendarmi francesi, finisse in cella per due giorni non già per aver contravvenuto alla legge francese sull’uso di sostanze illecite, ma per una serie di imputazioni più gravi: importazione, detenzione, offerta e cessione di sostanze pericolose. Quel che si dice un pusher.

Sul ciclismo, si sa, c’è sempre stato accanimento. Vedi albo d’oro del Tour: gli spazi vuoti nel passaggio tra XX e XXI secolo sono abbondanti quanto quelli delle due guerre mondiali.