I sentieri di Cimbricus / Una Lady Macbeth taglia small

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Venerdì 22 Febbraio 2019

 

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Non c'è solo Wanda, anche se solo le sue (improvvide?) uscite servono ad agitare il dibattito sul palcoscenito del pensiero unico che non ha altri argomenti. Ma nessuna invasione di campo: le donne di tecnica (sportiva, of course) ne capiscono, E come.

 

Giorgio Cimbrico

Un pesce di nome Wanda (Jamie Lee Curtis), Wanda (Osiris, che cantava Sentimental scendendo le scale attorniata dai suoi boys), ora Wanda Nara che ha invaso il campo trincerato del calcio molto maschio e molto maschilista. Un bivacco di cowboys, un fuoco attorno a cui si scaldano eroi omerici? A me, devo dirlo, del caso Wanda e dello sdegno nato dalle parole di Collovati e Costacurta non me ne frega niente. O meglio, potrei essere tentato di riproporre il chiacchiericcio nobilitandolo, rendendolo quello di una Lady Macbeth di taglia X small, molto piccola: “tu sei il più grande di tutti e guarda, tanti guadagnano più di te; non solo, in quella squadra non c’è neppure chi sa darti la palla”. Macbeth ascoltò sino in fondo le suadenti parole della consorte, guardò la daga ed è noto come è andata a finire. Conclusione più spiccia: il mondo che si era abituato a Moggi o a Raiola, non si abitua a Wanda.

Comunque la pensino Collovati, Costacurta e altri commentatori (o talent, come è obbligatorio dire adesso), le donne di tecnica ne capiscono. Un’attempata a arzilla signora sudafricana, Ans Botha, ha allevato un giovanotto, Wayde van Niekerk, e l’ha portato vicino ai 43”, quella barriera che un leggendario suo collega, Lloyd Winter, per tutti Bud, aveva pronosticato, sbagliando di brutto, per un suo interessante allievo di gamba lunga. “Penso che possa correre in 42” alto, in 43” basso”, aveva detto Bud prima dell’escursione di Tommie Smith sul quarto di miglio. Record del mondo, d’accordo, ma in 44”5, tre decimi di più sulle yarde.

Nuovi modelli di donna. Da qualche giorno l’udienza è aperta al Cas di Losanna. Se il caso Wanda è uno starnazzare da cortile, l’affare Semenya è una faccenda che può portare a conseguenze che lasciano il segno. Gigantesche?

• Caso A. – Il CAS dà ragione alla IAAF e le atleta DSD, quelle con diverso sviluppo sessuale e valori elevati di testosterone, devono assumere una sorta di doping alla rovescia per depotenziarsi, avere minor potenza e un tasso inferiore di emoglobina che circola nel sangue. Qualcuno griderà “vergogna”, i più versati in storia ricorderanno l’alimentazione forzata alla quale erano sottoposte le seguaci di Emelyne Pankhurst, le suffragette, e la IAAF potrà dire di avere rinstaurato un ordine che significa anche equilibrio nelle competizioni.
Quanto al CIO, ne approfitterà per formulare nuovi parametri fisiologici da applicare ai Giochi di Tokyo. Il resto dipenderà dal comportamento che le DSD terranno davanti al nuovo regolamento: si piegheranno? vedranno le loro prestazioni appesantirsi, se è vero che i vantaggi di cui godono “regalano” sei, sette secondi? diserteranno il grande circuito e le manifestazioni ufficiali per “punzecchiare” con prestazioni mirabolanti? Fondare nuovi Barnum è un obiettivo che può sempre far gola.   

• Caso B. – Il CAS dà ragione alla ricorrente, nel caso Caster Semenya che non dovrà sottoporsi ad assunzione di medicinali che limitino i mezzi forniti da madre natura: il governo sudafricano, che la appoggia incondizionatamente, l’ha definito un dono. E la commissione dell’ONU che ha seguito il caso potrà dire che i diritti umani sono stati rispettati. Caster e le altre come lei (la burundiana Franciyne Nionsaba, la kenyana Margaret Wambui) avranno pista libera. E, come ha detto la scozzese Linsey Sharp, “noi dovremo rassegnarci a correre un’altra gara”.

• Caso C. – Non dipende dal verdetto che il CAS renderà noto tra un mese dopo aver esaminato le relazioni di endocrinologi dell’una e dell’altra parte, è solo lo scenario di uno sport non ipotetico, ma prossimo venturo. La categoria maschile e quella femminile verranno affiancate da una terza, rappresentata da chi, in parole molto rozze, sta a cavallo tra i due sessi. Qualcuno, anche fra coloro che si stanno battendo per ristabilire l’equilibrio, lo sa e in privato e lo ammette. Uno strano Olimpo, popolato di Minerve mascoline, di Ganimedi, un palcoscenico per Calibani e nuovi Farinelli.