Piste&Pedane / Chiappinelli o l'arte di crederci

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Venerdì 10 Agosto 2018

 

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Una bella medaglia di bronzo per una specialità che una volta era nostra. L'importante è sapersi contentare.


di Daniele Perboni

 

Finalmente è arrivata una seconda medaglia. Ancora un bronzo, e ancora una volta in una specialità che negli anni passati ci ha visto primeggiare. Ieri a salire sul terzo gradino del podio è toccato a Yohanes Chiappinelli, campione Under 23 in carica, nei 3000 siepi. Il ragazzo, nato in Etiopia, a sette anni è stato adottato da una famiglia senese che lo ha tolto da un orfanotrofio di Addis Abeba. Una storia, la sua, che lo accomuna a Yeman Crippa, l’altra medaglia di bronzo che è andata ad arricchire la collana di una già “pesante” collezione. Numeri, sia chiaro, non certo riferiti a questa edizione, ma al contesto storico in generale. Infatti, nella storia dei campionati continentali possiamo vantare una serie di allori da far invidia.


Il bronzo berlinese va ad aggiungersi agli ori di Francesco Panetta (1990) e Alessandro Lambruschini (1994), agli argenti, sempre di Panetta (1986) e “Lambrusco” (1998) oltre a quello di Angelo Carosi (1994) e, infine, al terzo posto del toscano di Fucecchio risalente al 1990. Insomma una certa tradizione che andava rinverdita.

Il podio, agguantato caparbiamente da Yoghi (così viene chiamato da amici e compagni di squadra), ha risollevato un poco le sorti di una spedizione che, sino ad oggi, non ha certamente brillato. Partiti con grande baldanza, sulle ali degli ottimi risultati ottenuti nelle rassegne giovanili, sembrava che l’atletica italiana fosse uscita dalle sabbie mobili in cui si era impantanata nell’ultimo decennio. Illusione pura. Al giro di boa la rassegna continentale ci vede navigare in fondo al gruppo per quanto riguarda le medaglie. Guida la fila una sorprendente Polonia con cinque medaglie (tre ori, 2 argenti), grazie ai suoi giganti che scagliano attrezzi come novelli Polifemo. Seguono i padroni casa con sette distintivi (2/4/1). Quindi britannici e greci. L’Italia? In diciottesima posizione con i bronzi di Crippa e Chiappinelli. Ultima, ventitreesima posizione, la Svizzera (1 bronzo).

Spostando il punto di osservazione la situazione non muta di molto. Classifica a punti: in cima troviamo Germania (93 punti), Gran Bretagna (68) e Polonia (66). Azzurri nella parte alta, tredicesimi (18). A chiudere Cipro, trentunesima posizione con un punto. Ma da ora in avanti la situazione non potrebbe che migliorare. Abbiamo ancora alcune frecce da scoccare: l’alto con Tamberi e Alessia Trost; la marcia con Palmisano e Giorgi; le staffette e i maratoneti (Fanel e Sara Dossena). Yeman Crippa tenterà la doppietta nei 5000 ma, sinceramente, non sembra avere molte possibilità di medaglia.

DESALU – Eseosa Fausto Desalu, grande, anzi, grandissima sorpresa! Un sesto posto, nei 200, che non ti aspetti e, soprattutto, un miglioramento cronometrico costante e inesorabile, sino al “sublime” 20”13 che gli ha regalato la sesta piazza e lo issa al secondo posto nelle liste italiane di tutti i tempi. Ora davanti gli resta il solo Pietro Mennea (19”72, che allora era record del mondo). La famiglia di Desalu (il cognome di pronuncia Desalù) è di origine nigeriana, ma Fausto è nato e cresciuto a Casalmaggiore (Cremona). Nella finale più veloce della storia dei Campionati si è inserito anche questo spensierato ragazzo che ogni sera insegue i campioni nella speranza di arricchire la sua collezione di autografi.

«Ho corso senza pressioni in settima corsia – le parole di Desalu – proprio dove volevo. Lì posso correre da solo. All’uscita di curva, quando ho visto gli altri passarmi davanti, ho pensato che il crono finale fosse un altro. Però ho cercato di rimanere sciolto. Quando ho visto 20”13 sul tabellone non ero proprio soddisfatto. Non ci credevo. Dentro questo crono ci ho messo tanta rabbia, voglia di fare grandi cose e soprattutto serenità. Volevo correre perché è la cosa che so fare meglio. Ora sono più consapevole dei miei mezzi e l’obiettivo è infrangere la barriera dei 20 secondi. E poi ... raggiungere il nostro mito (Mennea). Potrei anche non riuscirci, però dal 14 agosto scenderò in pista con quell’obiettivo. È un grande obiettivo? Certo, però la tua vita, specialmente quella di un atleta, deve avere uno scopo, altrimenti per cosa ti alleni?».

GRENOT – Delusione, tanta, tantissima nelle semifinali dei 400 metri, soprattutto per la bocciatura di Libania Grenot. Lacrime alla fine della sua gara e, soprattutto, la “confessione” di non aver ancora smaltito completamente il grande lavoro di questi mesi. Evidentemente, aggiungiamo noi, è stata completamente sbagliata la programmazione. Piccola constatazione: quanto è costata, alla Federazione, in termini di dollari, l’avventura della pantera italo cubana?

Postilla. Ieri si sono conclusi gli Europei di nuoto. La squadra azzurra torna da Glasgow con un ricco carniere: 22 medaglie. Nell’atletica servirebbero cinque campionati (e forse non basterebbero) per raggiungere tale numero. Evidentemente siamo un popolo di nuotatori, oltre che di santi e poeti. Nessuno vuol più correre, saltare, lanciare?


24. CAMPIONATI EUROPEI
Berlino - 6/12 Agosto 2018

4. Giornata (9 Ago)

Uomini
200 - 6. Eseosa Desalu, 20"13/0,7
800 - [24.] Simone Barontini, b5) 1'48"53
3000 Siepi - 3. Yohanes Chiappinelli, 8'35"81, BRONZO
3000 Siepi - 13. Ahmed Abdelwahed, 8'44"77
110 ost. - Paolo Dal Molin, b1) 13"40/1,8 (PB)
110 ost. - Hassane Fofana, b2) 13"50/1,8 (PB)
110 ost. - Lorenzo Perini, b3) 13"65/0,6
Alto - Gianmarco Tamberi, Qlf) 2.25 Q
Alto - [=13.] Marco Fassinotti, Qlf) 2.21

Donne
400 - [9.] Libania Grenot, sf3) 51"54
400 - [19.] Mariabenedicta Chigbolu, sf5) 52"26
100 m ost. - [16.] Luminosa Bogliolo, sf5) 13"09/0,2
Lungo - [13.] Laura Strati, Qlf) 6.60/-0,1
Disco - Daisy Osakue, Qlf) 58.73 Q
Disco - [17.] Valentina Anniballi, Qlf) 55.06