Piste&Pedane / Tortu e non solo, urge rifare i conti

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Giovedì 9 Agosto 2018

 
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Dopo questo strano mercoledì, cosi poco da leoni, ci si chiede cosa stia accadendo. Speriamo nei prossimi giorni, ma ...


di Daniele Perboni

 

Il cielo è blu scuro sopra Berlino. E neppure i dirigenti dell’atletica italiana dovrebbero essere sereni. Il perché è presto detto: il mercoledì da leoni si è trasformato in un più che modesto “mercoledì da bradipi”. La truppa azzurra, presentata alla vigilia in gran spolvero e con il “colpo in canna”, pronto a centrare bersagli grossi, si è ritrovata con le polveri bagnate e con un elevato numero di proiettili sparati a salve.

Dice il direttore di lasciare meno spazio alla cronaca e di puntare tutto su altri obiettivi. A dir la verità la mattinata si era aperta con un dolce amaro: tre ragazzi in semifinale nei 200, altri due nei 1.500, una ostacolista in buon spolvero e un decatleta che stava marciando spedito verso il traguardo degli 8000 punti, salvo poi “bucare” mestamente il disco e precipitare in classifica, dando così una sonora sberla al sogno cullato da tanto. Alla fine, però, Simone Cairoli, ventottenne di Gallarate, si è riscattato alla grande, finendo decimo, grazie ai quattro record personali (7.49 nel lungo, 48”77 sui 400 metri, 4.60 nell’asta e 59.62 nel giavellotto).

Il ragazzo non è il classico militare che può allenarsi senza problemi. Anzi, lavora mezza giornata in un negozio di articoli sportivi, il famoso Decathlon, e pur a mezzo servizio ha migliorato il record personale portandolo a 7949 punti, 74 in più rispetto al precedente primato realizzato nella scorsa stagione. Ora è il quarto di sempre a livello nazionale.

E aggiungetevi poi le due tripliste che si sono messe in mostra con una serie strepitosa di nulli. Avventura finita presto, prestissimo.

ALTALENA - Le gare pomeridiane, poi, si sono trasformate in un’altalena che ci ha fatto tornare indietro di un decennio, quando ci si presentava ai grandi appuntamenti mondiali e si tornava scornati come non mai. Evidentemente il virus si è annidato in profondità e in epoca di “no-vax” risulta difficile immunizzare il corpo malato. E sì, perché alla luce di quanto ottenuto negli appuntamenti giovanile dei mesi precedenti tutti, o quasi, credevano di esserne immuni. I risultati in controtendenza sono lì a dimostrare che qualcosa non sta andando per il verso giusto.

Ancora troppi flop a oscurare l’orizzonte. Tante le delusioni dopo giorni passati a cullarsi grazie a risultati che, evidentemente, non rispecchiavano il reale valore di chi li aveva ottenuti. Eccezioni ce ne sono sempre, è vero, ma, purtroppo la china intrapresa anche in questi primi giorni europei sta scivolando sempre verso il basso.

Piacevole anomalia il ritorno di una Alessia Trost che sembrava aver smarrito l’indirizzo del paradiso. Unica finalista di tre saltatrici in alto, di cui una, Elena Vallortigara, pareva predestinata a una medaglia. E come non sorridere davanti ai risultati di Eseosa Fausto Desalu (leggi Desalù) nei 200 metri? In due occasioni, batterie e semifinale, ha migliorato il “personal best” e grazie al 20”35 pomeridiano lo rivedremo in finale pronto a sfidare «Gli dei dell’olimpo europeo», parole sue. Il ragazzo di famiglia nigeriana, ma nato in Italia e cresciuto dalle parti di Casalmaggiore (Cremona), sulla distanza è il terzo di tutti i tempi. Davanti si ritrova nomi importanti, un certo Pietro Mennea (19”72, allora record del mondo), e Andrew Howe (20”28) che si è rivisto su questa pista ma con un esito negativo. Ottima anche Yadi Pedroso che nei 400 con barriere si è onestamente guadagnata il passaporto per la finale. Il resto quasi da dimenticare.

TORTU – La giornata trionfale si è conclusa con le dichiarazioni del giovane Tortu. «Sono sicuro che non sarei potuto arrivare qui in condizioni migliori ma, anzi, sottolineo che la scelta di non farmi gareggiare altre volte è stata fondamentale. Quella di domenica (la staffetta veloce, ndr) sarà l’ultima gara della stagione. Poi vacanze».

Possiamo dissentire? Non siamo tecnici, ma il nostro parere è condiviso da altri “specialisti” di navigata esperienza che hanno confermato le nostre impressioni: «45 giorni senza gareggiare sembra un errore madornale. È risaputo che le gare servono anche come allenamento, preparazione sia fisica che mentale». La doccia gelata ricevuta con il quinto posto di martedì speriamo serva a far ritornare sulla terra chi ha sognato, sperato, vagheggiato trionfi planetari. Lo abbiamo già scritto, lo ripetiamo. Il 9”99 di Madrid (600 metri di altitudine) a livello mondiale è poca cosa. Inutile, dunque, costruire castelli sulla sabbia.

Chi bramava di tornare da Berlino con una messe abbondante di medaglie e finalisti con cui gonfiare il petto, a questo punto è stato richiamato alla realtà. Urge rifare i conti.

 


24. CAMPIONATI EUROPEI
Berlino - 6/12 Agosto 2018

3. Giornata (8 Ago)

Uomini
200 - Esaosa Desalu, sf2) 20"35/0,3 [b1) 20"39/0,2] Q
200 - [17.] Andrew Howe, sf6) 20"78/0,3 [b2) 20"60/0,1]
200 - [19.] Davide Manenti, sf5) 20"81/0,3 [b3) 20"70/-0,1]
400 - [8.] Matteo Galvan, sf4) 45"17
400 - [14.] Davide Re, sf4) 45"53
1500 - Joao Bussotti Neves, b3) 3'40"87
1500 - Mohad Abdikadar Sh., b5) 3'41"09
Lungo - 11. Kevin Oijaku 7.78/0,4
Giavellotto - [26.] Roberto Bertolini, Qlf) 71.94
Decathlon - 10. Simone Cairoli 7949 [PB]
(14"66/0,1, 35.30, 4.60, 59.62, 4'28"30)

Donne

400 - Mariabedicta Chigbolu, b1) 51"76 Q
100 ost. - Luminosa Bogliolo, b4) 13"21/0,0 Q
100 ost. - [16.] Elisa Di Lazzaro, b5) 13"42/-0,1
400 ost. - Yadisleydi Pedroso, sf2) 55"13 Q
400 ost. - [8.] Ayomide Folorunso, sf3) 55"69
Alto - Alessia Trost, Qlf) 1.90 Q
Alto - [15.] Elena Vallortigara, Qlf) 1.86
Alto - [18.] Desiree Rossit, Qlf) 1.81
Triplo - [n.cl.] Ottavia Cestonaro, Qlf) 3 nulli
Triplo - [n.cl.] Dariya Derkach, Qlf) 3 nulli