Piste&Pedane / Europei tra ricordi e un certo ottimismo

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Venerdì 3 Agosto 2018

 
guida
 

Una novantina di azzurri in campo, con diversi obiettivi nel mirino. Spalato '90, certo, ma anche una verifica completa.

di Daniele Perboni

 

Finalmente ci siamo. Meglio, ci saranno gli oltre novanta ragazze e ragazzi, che dal 6 agosto faranno la fila per calcare pista e pedane dell’Olympiastadion (75mila posti), sede dei Campionati Europei (in maiuscolo, come insisteva il nostro maestro in giornalismo Dante Merlo). E qui, fossimo credenti, ci starebbe bene un “che Dio lo abbia in gloria”. Il direttore ci ha dato mano libera: «Fai tu». E noi, scimmiottando l’Eroe dei due mondi, prontamente abbiamo risposto con l’inconfondibile «Obbedisco».

Monaco 2002. Nella foto di Omar Bai, i giornalisti italiani accerchiano Maria Guida che ha appena vinto la Maratona.

Nella presentazione dell’edizione numero 24 non avevamo che l’imbarazzo della scelta. Potevamo inondarvi di numeri, cifre, curiosità, statistiche, medaglie vinte o perse, record, tabelle, chi e quando ha partecipato, o ha vinto, più volte... e via cantando. Ma su questo versante si possono tranquillamente consultare una marea di siti e di pubblicazioni. In primis quelli della Fidal che sta facendo un ottimo lavoro. E allora?


Raccontaci qualcosa, accidenti a te! Sembra di sentir mormorare i nostri centodue lettori. E noi qualcosa raccontiamo, anche se non faremo il classico giochino di quante medaglie porteremo a casa o di quanti saranno gli azzurri che riusciranno ad approdare a una finale.

Così, tanto per iniziare rendiamo noto che già lunedì pomeriggio alcuni ragazzi calzeranno scarpette e maglietta nel tentativo di superare i primi ostacoli. I nomi: Anna Bongiorno e Irene Siracusa (100), il collega Federico Cattaneo (100), Jose Bencosme (400 H), Kevin Ojiaku (lungo), Leonardo Fabbri (peso), Simone Falzoni e Marco Lingua (martello). Già il martedì si daranno fuoco alle polveri, almeno per quanto riguarda i colori azzurri, grazie ai 10.000 (Crippa e Dini) e ai 100 (Tortu e Jacobs). Senza dimenticare i faticatori della 50 km di marcia (uomini e donne) che apriranno le danze alle 8,30.

E qui affiorano i primi ricordi. Già, perché tutti, da mesi, stanno puntando sul ragazzo che a giugno in quel di Madrid ha infranto la barriera dei 10 secondi. Molti sognano una medaglia, facendo leva anche sulla giovane età del protagonista. Ma i più dimenticano che un un altro “non stagionato” fenomeno azzurro salì sul podio ai Campionati continentali. Stiamo parlando di Pierfrancesco Pavoni che, in quel di Atene 1982, si aggiudicò l’argento con 10”25 alle spalle del tedesco est Frank Emmelmann (10”21) e davanti al polacco Marian Woronin (10”28). E quel crono allora valse anche come record italiano juniores. Record che proprio il giovane Tortu ha fatto proprio nel 2017.

E dato che siamo in tema Atene, come non ricordare che proprio allora ci fu l’esordio nel programma internazionale della maratona femminile, con il successo della portoghese Rosa Mota, e meravigliosamente seconda la comacchiese Laura Fogli, con Alba Milana quarta. Medaglie? Gabriella Dorio (terza nei 1.500), Sara Simeoni (terza nell’alto) e il ragionier Cova stupendo oro nei 10.000.

Narrano le cronache che i chiamati in causa per questa edizione siano 91, la seconda spedizione più numerosa dopo quella sbarcata a Monaco (sempre Germania) nel 2002. E rieccoci sul filo della memoria. Nello stadio olimpico che vent’anni prima aveva ospitato i Giochi Olimpici, si misero in luce solo donne: Maria Guida (oro in maratona), Manuela Levorato (bronzo nei 100 e 200), Erika Alfredi (terza nei 20 km di marcia). Stop. Nessun maschietto rispose all’appello!

Sulla falsariga delle riminiscenze ci sovviene l’immagine di due fidanzati i teneramente abbracciati a Helsinki 1994. Gianni Iapichino (ottavo nell’asta con il record nazionale a 5.70) e Fiona May, fresca azzurra (terza nel lungo, alle spalle dell’immensa Heike Drechsler finita a 7.14). Ancora: il podio tutto azzurro di Budapest 1998 nella maratona. Un tris che risponde ai nomi di Baldini, Goffi, Modica (settimo Ruggero). E l’altra doppietta nella marcia? Come non dimenticare l’uno-due di Annarita Sidoti e Erika Alfridi?

Avanti così e andiamo a ritroso. Spalato 1990. Messe di medaglie azzurre, il record mondiale francese (37"79) nella 4x100 (per la prima volta tutti neri) e il successo dei britannici nella staffetta del miglio con tre “colorati” e un solo bianco ma che di nome faceva Black ... Sempre allo stadio Gradski di Spalato il fondo e mezzofondo azzurro la fece da padrona con la doppietta di Totò Antibo (5000 e 10.000), il travolgente successo di Frank Panetta nelle siepi, che fece impazzire di gioia la tribuna stampa tutta, il bronzo di Mei (10.000), oro e argento in maratona (Bordin e Poli), l’altro oro, sorprendente, della minuscola Sidoti nella marcia. E non andiamo avanti perchè i podi furono numerosi (12) con altri nomi degni di nota.

Ci stiamo dilungando troppo, ma vorremmo chiudere con una piccola annotazione. Se il direttore lo vorrà potrà accompagnare queste righe con una vecchia fotografia risalente a Monaco 2002. In un solo scatto si può constatare quanto l’atletica italiana fosse allora seguita dalla stampa sportiva tutta. L’immagine ferma gli attimi in cui Maria Guida viene letteralmente assalita dai cronisti italiani dopo la sua vittoria in maratona. Quella istantanea parla da sola ...

Buoni Campionati a tutti. La settimana prossima ci risentiremo sovente. Contateci.