I sentieri di Cimbricus / Il lusso si addice ai Signori degli Anelli

Print

Lunedì 9 Luglio 2018

 milano-neve 2

Giochi della neve e del ghiaccio del 2026: se va avanti così finisce che li facciamo (e li paghiamo) in Italia.

 

di Giorgio Cimbrico

Se va avanti così, finisce come è capitato a quel pattinatore australiano di short track, Steven Bradbury: cadono tutti e uno diventa campione olimpico. Se va avanti così, sembra quel film, “1997 Fuga da New York”: quelli che possono, scappano da quell’orrore, ma uno compie il viaggio verso l’epicentro del pericolo ed è il terribile Jena Plinsky/Kurt Russell. In “2026 Giochi a ogni costo”, il personaggio principale è GM6: in questo caso il numero non è quello di maglia, ma l’anno del suo regno, il sesto di Giovanni Malagò, pontifex romanus ecclesiae gymnasticorum.


Roma perde i Giochi estivi (non è la prima volta: capitò per quelli del 2004, dopo testa a testa finale con Atene, e per quelli del 2020, bloccati da Mario Monti, da non confondere con Vincenzo cavaliero, gran traduttor dei traduttor d’Omero, come lo chiamava con una certa punta d’acredine Ugo Foscolo), ma rassegnarsi non è possibile, specie per chi è ancora fresco di nomina e ha ambizioni vaste come lo greco mar: ancora una piccola citazione da Foscolo.

Dopo la vigliaccata del CIO che in un’atmosfera da saldo, da Black Friday, di Giochi ne assegna due in una botta, non resta che ripiegare sugli altri Giochi, quelli invernali, così ambiti che negli ultimi mesi Sion e Innsbruck si ritirano dopo referendum popolari (pare che le regole della democrazia di base altrove abbiano ancora un senso) e Graz viene sollevata dal suo impegno dal comitato olimpico austriaco dopo che è stato constatato poco interesse da parte del governo. A questo punto, tra le europee tiene solo Stoccolma, ma ignoro con quanto calore, con quanta convinzione. Di sicuro è una delle città più belle del mondo. Quanto alle montagne, non vicine.

L’Italia, sempre più simile a Kripton (il mondo al contrario dove allignavano i nemici del buon Superman) in compenso si presenta in forze: Milano Pd+Lega, Torino 5 Stelle, Cortina Lega. Molto di recente mi è capitato di leggere che sarebbe possibile un ticket (in italiano sarebbe un accordo, ma lasciamo perdere …) tra Milano e Torino anche se la signora Appendino non sarebbe felice. L’alleanza porterebbe in Piemonte pattinaggio, bob, slittino e skeleton negli impianti di Torino 2006, tutti chiusi o in disuso o cancellati tout court. Ma questi sono particolari secondari, che non è il caso di tirare in ballo, fonte di sterili polemiche. Pensate, a Oslo, nel senso di Holmenkollen, si gareggia nel salto, nella combinata, nel fondo e nel biathlon nel complesso che conobbe una profonda trasformazione per i Giochi del 1952.

I norvegesi, si sa, sono persone noiose, dedite all’alcol, umbratili, niente a che vedere con la carica di creatività, di vitalità, di energia che pervade da sempre l’Italia e lo sport italiano finalmente alle prese con qualcosa di autenticamente olimpico, il vertice di Milano 2019: 5 stelle, nel senso degli hotel; corsie preferenziali, per le nere limousine dai vetri scuri; un intenso programma sociale con l’intervento di master chef di vaglia. Il CIO vuole e raccomanda Giochi low cost, ma nella fase preparatoria il lusso si addice ai Signori degli Anelli e a chi vuole entrarne a far parte.      

Una postilla sul caso Cristiano Ronaldo che attende – uso parole che non amo – in un resort greco molto esclusivo, che ha un jet sempre pronto al decollo, che, dovesse arrivare alla Juventus, andrebbe ad abitare in una villa di 700 metri quadri con piscina e 40.000 di parco. Il tutto per la gioia della plebe che lo attenderà festante, ubriaca di gioia. Mozart e Vermeer sono morti poveri. Prosit, ma senza utilizzare il vino che fanno dalle parti del giovanotto ormai un po’ attempato: il Madeira è troppo spesso e dolce.