Piste&Pedane / Renato Canova, un italiano "cittadino del mondo"

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Lunedì 4 Dicembre 2017

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di Daniele Perboni

La notiziona con cui si è chiusa la scorsa settimana è il nuovo primato europeo di maratona ottenuto dal norvegese Sondre Nordstad Moen (2h05’48”) nella prova di Fukuoka (Giappone). Naturalmente non staremo a dilungarci su altre notizie statistiche riguardanti il longilineo (1,78 per 62 chili) ventisettenne, anche perché ormai saranno ampiamente diffuse. Come sempre, cercheremo di andare “oltre” la semplice cronaca, cercando qualcosina di più e di meglio. Sempre ribadendo che non abbiamo la verità in tasca e non pretendiamo di presentare ai lettori novità assolute. Dunque, il ragazzo con buoni precedenti in fatto di “allori” e ottimo atleta (ma non certo un talento eccelso, come è stato chiaramente definito da chi lo ha portato al crono di Fukuoka) la scorsa estate si è allenato lungamente in altura. Guarda caso al Sestrière, affittando una casa e pagandosela di tasca propria.

E chi lo ha seguito nella sua avventura pre nipponica? Guarda caso un tecnico che tutti gli appassionati conoscono: Renato Canova, torinese ma da molti anni “cittadino del mondo” (nella foto assieme al keniota Abel Kirui, campione mondiale di maratona nel 2009 e 2011). E per rifinire la preparazione dove si è recato, sempre Moen? Altra coincidenza: in Africa e sempre accanto al 74enne tecnico piemontese. Un uomo, Canova, che nella sua lunga carriera di allenatore ha seguito il fior fiore dei mezzofondisti. Qualche nome? Said Saaed Shaeen, primatista mondiale dei 3000 siepi, Kenenisa Bekele, quando il campionissimo etiope ha iniziato prepararsi per la maratona. Sul fronte italiano possiamo ricordare Maria Curatolo, Ornella Ferrara, Maura Viceconte.

Ancora: quando ricopriva la carica di responsabile del settore prove multiple, la squadra di decathlon azzurra ottenne una clamorosa vittoria contro la nazionale britannica (1980), con la ciliegina del successo individuale di Alessandro Brogini, condito dal record nazionale (7704 punti). Insomma, un curriculum di tutto rispetto se è vero che anche la Iaaf lo ritiene degno di essere un suo relatore ufficiale in vari convegni internazionali.

Domanda delle cento pistole: perché mai la sgarrupata atletica italiana si priva da così tanti lustri di un simile “fuoriclasse”?. Conoscendo un poco il personaggio, siamo tentati di credere che non ci tenga poi molto a far parte dell’establishment. Troppo autonomo. Già da molti anni le sue scelte di vita sono dettate da una grande voglia di allontanarsi dalle solite piste battute, cercando nuove strade. Ecco perché lo troviamo sempre, o quasi, dalle parti del Kenia. In quelle lande può scovare talenti da sgrezzare e senza nessuna barriera mentale a frenarli e disposti a enormi sacrifici per “arrivare”.

Insomma, un uomo con cui è difficile trattare, anche se tutte le volte che lo abbiamo incontrato non si è mai sottratto al confronto, inondandoci con fiumi di parole, statistiche, tempi, idee, progetti, programmi, proposte, congetture, intuizioni, a volte sogni, … Il classico “cane sciolto” tanto per usare un termine in voga negli ambienti della sinistra extraparlamentare anni Settanta. Un libero pensatore, alla costante ricerca di nuovi orizzonti.

Nessuna chance, dunque, di poterlo avere nuovamente “a servizio”? Ma prima di perdere ogni speranza è duopo chiedersi se che chi di dovere ha mosso i passi appropriati nel tentativo di riportarlo a casa. Non abbiamo notizie in merito. È pur vero che dal nostro eremo ai confini dell’impero non è facile ottenere notizie di prima mano. Dunque, approfittiamo delle pagine offerte da SportOlimpico per chiedere lumi agli uomini e alle donne che reggono le sorti della Federazione. Un tentativo, pensiamo, dovrebbe essere messo in atto, presentandogli un serio e organico programma. Se non altro per poter affermare: “Abbiamo provato, ma ci è stato risposto con un netto rifiuto”.

Morale della favola? Tecnici preparati ci sono, esistono, magari son pronti a collaborare, lavorare, mettersi in gioco. L’importante è coinvolgerli. Qualcuno ci ha provato seriamente? A saperlo!