Piste&Pedane / Bilanci di fine anno: solo una questione di numeri?

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Mercoledì 29 Novembre 2017

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di Daniele Perboni

Fine anno, anche se abbiamo davanti ancora trenta giorni. Tempo di bilanci. Provvisori fin che si vuole, ma pur sempre indicativi della tendenza, o della direzione se volete, che sta prendendo la determinata materia che si sta trattando. E in queste righe di cosa volete che si parli se non di atletica? E noi abbiamo provato, così per curiosità, a stilare un bilancio dell’ultimo decennio. Intendiamoci: sappiamo benissimo che tutto quanto scriveremo potrà essere ribaltato, confutato, contraddetto. Non abbiamo la verità in tasca e la nostra breve e anche superficiale ricerca non ha neppure la pretesa di essere inoppugnabile. Non staremo a tediarvi con tempi, misure, tabelle, parametri. Semplicemente siamo andati a “vedere” le statistiche ufficiali, dunque rilasciate dalla FIDAL, sui tesseramenti dell'ultimo decennio (2007-2016).

Quelle tabelle parlano chiaro, anzi chiarissimo. I numeri ci dicono chiaramente che dal 2007 al 2016 i tesserati sono aumentati di 52.839 unità, passando da 154.998 a 207.837. In codesto crogiolo, naturalmente, ci sta di tutto: dai master ai senior, dai cadetti agli amatori. Insomma tutte le categorie dello scibile FIDAL. Dunque, stando a quanto riferiscono le statistiche possiamo sorridere e dormire sonni tranquilli? Almeno riguardo ai tesseramenti parrebbe di sì. Ma se spostiamo l’attenzione ai risultati tecnici, … Meglio stendere, per ora, il classico velo pietoso. Ma, c’è sempre un ma.

Andando un po’ più in profondità si scopre che la maggior parte di questi nuovi aficionados dell’atletica sono i cosiddetti master. Cioè quella gran massa di persone che ogni domenica si mette in mutande per il solo piacere di correre, stare all’aria aperta, seguire quella nuova religione che sta facendo proseliti in ogni dove: dall’Alpi alle Piramidi… (Manzoni). Il punto focale di questo esercito è che a lor signori non importa una sega (Il Vernacoliere) dell’atletica, dei suoi problemi, dei risultati in pista o sui prati, dei campioni passati, presenti e futuri, dei medaglieri olimpici, mondiali, continentali.

Sospettiamo finanche che non conoscano la maggior parte dei protagonisti in maglia azzurra. Ecco. Il punto è questo. Ci si fa belli per il costante aumento di tesserati senza considerare che si tratta di una crescita drogata. Sempre i numeri, infatti, settimanalmente ci rendono edotti di quanti “runner” scendono sulle strade di tutta Italia per correre maratone, mezze, 5, 10, 15, 20 chilometri, camminate, mini e maxi corse, passeggiate più o meno ecologiche e via con infinita fantasia.

Vogliamo farci ancora del male? Sono ancora i numeri a venirci in soccorso. Nell’ultimo decennio questa categoria (master) è passata dai 63.528 tesserati (2007) ai 95.521 del 2016. Più 31.993. Confrontati con i più 52.839 di tutte le categorie, … Lasciamo a voi l’onere dei conti.

Concludendo (Mike Bongiorno), che cosa ha intenzione di dimostrare l’estensore di queste righe? Potrebbe domandarsi più di uno dei nostri pochi lettori. Nulla di trascendentale. Semplicemente che forse chi di dovere (la FIDAL?) sta puntando l'obiettivo sul bersaglio errato. D'altronde altri numeri, sempre made in FIDAL, ci informano che “A tre anni dal debutto la card dedicata ai runner ha fatto correre 87.811 persone, con una crescita del 44% negli ultimi 12 mesi. L’inizio è stato lento, poi è cominciata una crescita inarrestabile. Dai 13.757 runcardisti del primo anno si è arrivati a 52.082, con una crescita del 44% solo nell'ultimo anno (…)”.

Consoliamoci, fra pochi giorni ritorna l'atletica, quella vera, … e chissà se noi ci saremo!