Osservatorio / Qualche riflessione per gli Stati Generali

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Lunedì 13 Novembre 2017

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di Luciano Barra

Ho ricevuto un gentile invito dal Presidente del CONI per partecipare agli Stati Generali dello Sport Italiano in programma a Roma il 20/21 Novembre. Spero che l’invito sia giustificato non dai miei lunghi anni come Dirigente Generale del CONI, 10 dei quali a capo della Preparazione Olimpica (1993-2003), ma per i miei continui “pungolanti” articoli su Sport Olimpico. Ci andrò ed in particolare vorrò assistere con attenzione alla sessione sullo “Sport di Vertice”, sessione moderata da due giornalisti di cui ho molta stima: Giovanni Bruno di Sky e Daniele Dallera del Corriere della Sera. Salterò invece la lezione di etica di Sandro Donati la cui presenza è imbarazzante. Ovviamente visto il formato, moderno ma ingessato, nelle sessioni sarà praticamente impossibile inserirsi nel dibattito e per questo lo faccio tramite questo articolo che spero possa offrire qualche motivo di riflessione.

Ovviamente spero che in questa sede gli interventi non siano impostati sul “guardate quanto siamo bravi”, portando ad eventuale discarico alcune delle tesi di cui ho letto negli ultimi mesi, quali l’assenza della Scuola o il calo demografico della popolazione giovanile, fatti veri, ma che poco hanno a che fare con i prossimi Giochi di Pyeongchang 2018 o di Tokyo 2020, e che forse avranno influenza sui nostri risultati nella seconda parte di questo secolo. Parlare di demografia in un momento in cui vediamo nazioni come Norvegia, Belgio, Svezia, Slovenia e Croazia appuntarsi medaglie in varie discipline, mi pare risibile.

Spero invece che l’occasione sia utile per evidenziare aspetti che possano migliorare le nostre aspettative per ambedue le edizioni dei Giochi Olimpici, anche se tutto ciò potesse sembrare un’autocritica. Non va dimenticato che pur essendo, in assoluto, la stagione degli sport estivi andata molto bene con 29 medaglie (di cui 12 d’oro), 22 sono state vinte da soli quattro sport: Scherma, Nuoto, Tiro a Volo e Canottaggio.

Marcamento a uomo o a zona?

Sicuramente nel convegno non saranno toccati gli aspetti relativi alla preparazione tecnica dei nostri atleti, perché non mi pare che l’auditorio sia adatto. Forse sarebbe utile toccare da parte dei responsabili il ruolo che il CONI, ed i suoi uffici di Preparazione Olimpica, vogliono giocare con le Federazioni: a uomo o a zona? Personalmente ritengo che il modello a zona non dia alcuna garanzia nel controllo e nel raggiungimento degli obbiettivi e i prossimi tre mesi per i Giochi Invernali e i prossimi tre anni per quelli Estivi necessitino di un “marcamento” stretto nel rispetto dei programmi, dei finanziamenti e delle giuste motivazioni per gli atleti.

In particolare sulle motivazioni spero che i due giornalisti, e i relatori, scelti per moderare i due dibattiti, vogliano indirizzare la discussione. Sono più che mai convinto che il raggiungimento dei migliori risultati siano legati. sia per gli sport di squadra che per quelli individuali, alle motivazioni che durante la preparazione e nell’avvicinarsi agli eventi si è in grado di mettere in campo. Esse sono il carburante fondamentale per far scattare nella testa degli atleti quel quid in più per salire sul podio. Non aggiungo altro perché l’argomento e le diverse idee meriterebbero un lungo trattato che toccherebbe anche aspetti psicologici. Non sono i soldi messi in palio per chi vince le medaglie o la pubblicizzazione di Casa Italia (dove, come accaduto a Rio, gli atleti vanno al massimo dopo le proprie gare) che fanno scattare la motivazione per vincere. È ben altro.

E visto che i moderatori sono due importanti personaggi dell’informazione mi parrebbe giusto che proprio loro, con un po’ di autocritica, toccassero l’argomento relativo alla visibilità che, non durante i Giochi, ma prima degli stessi, durante la preparazione, riescono ad avere le diverse discipline ed in particolare i papabili a salire sul podio. Lo sport è sacrificio sia fisico che mentale, spesso di tante persone fra cui, in primo luogo, le famiglie. È durante la preparazione che gli atleti hanno bisogno di essere sostenuti.

È triste doverlo dire ma purtroppo gli organi d’informazione dedicano veramente poco spazio a tutto ciò. La stessa “rosea” e Sky, che sono sicuramente l’eccezione, sono condizionati dal Calcio e da ogni “spiffero” che da lì arriva. Due terzi degli spazi e delle informazioni sono dedicati al nostro maggiore sport e poi ci sono i motori trainati dalla loro pubblicità. Il tutto sempre giustificato dal “leitmotiv” che questo vuole il pubblico. Un falso. Il pubblico vuole quello che gli si serve meglio e di più.

Un esempio per tutti

Faccio un esempio emblematico: il Canottaggio. Agli ultimi Campionati del Mondo l’Italia sorprendentemente ha vinto 5 medaglie. Ma superato il giorno dopo nessuno ha più parlato di Vicini e Lodo o del Quattro e dell’Otto. Ma come si fa ad allenarsi in una disciplina così dura come quella del remo se non si è accompagnati da un minimo di attenzione e visibilità? Senza dimenticarsi che la RAI (grande assente agli Stati Generali) ha trasmesso i Mondiali di Canottaggio solo in differita.

Al momento la RAI, non dimentichiamolo, la TV di Stato per cui paghiamo il canone, è la grande assente nel “pompare” motivazioni agli sport olimpici (non valgono le ore di trasmissioni di gare legati a diritti acquisiti grazie ad accordi internazionali con l’Eurovisione). Ancora non abbiamo capito chi trasmetterà, a parte Eurosport, i Giochi Olimpici in Italia. Se mettiamo insieme lo spazio dedicato all’oro del Canottaggio con l’infortunio dell’ultimo dei giocatori della Serie A c’è da rimanere allibiti.

Ma qui c’è anche una colpa delle Federazioni che poco fanno, e spendono, per guadagnare spazio sui giornali e nella pubblica opinione. Un esempio? Esso vale per l’atletica, ma anche per tutto lo sport nazionale. Nell’ultimo mese le varie organizzazioni sportive e, nel nostro caso, le varie Federazioni di atletica hanno scelto, eletto, indicato gli atleti dell’anno organizzando Gala o trasmissioni televisive di vario genere. Si tratta di qualcosa di cui la nostra cultura sportiva poco fa o ha dimenticato di fare. Si a fine anno qualcuno ci prova con uno “shot unico” quasi per lavarsi la coscienza.

Allego un file che riassume quanto, in un solo mese, è avvenuto in atletica nel mondo: sono una cinquantina di avvenimenti elencati in 6 pagine. Leggere (anzi, cliccare) per credere.

In Italia sono anni che la Federazione di atletica, ma anche le altre, non fanno nulla in tal senso. Manca nell’elenco il più famoso di questi show, quello organizzato ormai da un ventennio dalla BBC (ho assistito dal vivo ad un’edizione che ricordo fece oltre 8 milioni di ascolto con in sala campioni del passato e leggende dello sport britannico chiamati a consegnare i premi) che quest’anno vedrà una battaglia per il primo posto fra Lewis Hamilton, Antony Joshua e Mo Farah.

Ma è utile la nostra clamorosa assenza da questo tipo di attività ?

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