Atletica / Si vuotano gli stadi, si punta sulle piazze

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Domenica 10 Settembre 2017

stadio-rieti

di Carlo Santi

Spariscono i meeting che hanno fatto la storia della nostra atletica, dalla Notturna di Milano al meeting di Formia per non parlare di Rieti (nella foto: giusto tre giorni fa ricorreva il decennale del record del mondo di Asafa Powell nei 100 metri con il suo 9"74) mentre nascono tante piccole competizioni. Ognuna di queste vuole proporre la formula magica per rilanciare il movimento. Dimenticano, però, questi organizzatori, che per raggiungere la vetta occorrono sudore, determinazione, volontà e grande applicazione. Non basta l'inglese. Chivasso ha riproposto giusto ieri "Jump Experience" (l’esordio di questa nuova invenzione due anni fa a Chieri), una gara di salto in alto in piazza che ha visto lo svizzero Loich Gasch ed Elena Vallortigara vincere rispettivamente con 2.18 e 1.85. Salti e musica per intrattenere il pubblico, proprio quello che accadrà il 20 settembre a Roma in piazza del Popolo con "Fly Europe".

L’atletica sta percorrendo la strada dello spettacolo per avvicinare un po’ di pubblico, ma nello stesso tempo appare immobile nella ricerca dei veri campioni, dello studio, della programmazione e dell’allenamento. Non è, a nostro avviso, un passo verso il futuro bensì un passo verso la decadenza.

Mancano i campioni, non esiste più lo stimolo della competizione e del miglioramento, caratteristiche che hanno marcato la nostra atletica negli anni Ottanta e parte dei Novanta. E non ci riferiamo a Sara Simeoni e Pietro Mennea che rivali in casa non ne avevano. Loro si confrontavano solo con il resto del mondo, ma nel giardinetto della nostra atletica c’erano ragazzi che progredivano e lo facevano con grande applicazione e la voglia di superarsi l’un l’altro.

Adesso non vediamo più tutto questo. Chi raggiunge un risultato pensa poi a gestirsi al minimo. Qualcuno, anche, crede bene di concedersi un anno sabatico (Libania Grenot) dopo le stravolgenti vittorie conseguite in carriera. Direte: due titoli europei nei 400 metri ... con il secondo conquistato in un’edizione senza la Russia e senza troppe campionesse che pensavano a Rio 2016 e il primo con 51”10.

L’atletica azzurra ha fatto acqua a Londra. Adesso pensa al riscatto a Berlino, l’anno prossimo, sede degli Europei. Ma dove sono gli atleti? Nello stadio, al Mondiale di Londra, non c’è stato alcun finalista (consideriamo i primi 8), con il solo Marco Lingua ad accedere alla finale del martello dove, poi, ha chiuso al decimo posto.

Lo scorso febbraio abbiamo assistito a "Nitro Athletics" con la firma del campione che rappresentava l’atletica per lanciare una nuova sfida e catturare altre attenzioni. Usain Bolt è stato il padrino di Nitro Athletics, circuito di tre appuntamenti in una settimana che a Melbourne, appunto nel mese di febbraio, ha proposto sfide a squadre in gare che definiamo troppo innovative. Il nuovo format, che Sebastian Coe, il gran capo dell’atletica mondiale, ha definito necessario con lo scopo di «tornare a far divertire i bambini», perché, ha aggiunto, «abbiamo bisogno di idee grandi e coraggiose per coinvolgere i tifosi».

Cos’è "Nitro Athletics"? A nostro avviso più che sport vero è illusionismo. È un circo dove ci sono atleti (gli acrobati) e c’è lo spettacolo (i clowns), ci sono i giochi. La manifestazione è una competizione a squadre in cui ogni team ha la possibilità di giocare un jolly in una specifica gara nella quale spera di fare centro raddoppiando così il punteggio. Ma non è finita qui, con i giochi e le scommesse, perché nel salto in lungo un o una concorrente può dichiarare di ottenere 8 o 6 metri. Se indovina, ha diritto a un bonus. Nel miglio, poi, a ogni passaggio chi transita in ultima posizione è eliminato. Il resto del programma è completato da 60, 150, 300 e 400 metri, gare ad ostacoli, asta, lungo, giavellotto, 4x100 e altre staffette miste oltre a una strana gara di resistenza nella quale un atleta dovrà percorrere quanto più possibile in 3 minuti prima di cambiare con un compagno di squadra.

Questi giochi senza frontiere, che il programma delle Olimpiadi vuole quasi copiare visto che, già da Tokyo 2020, ci sarà l’ingresso di cinque nuovi sport tra i quali il surf, l’arrampicata sportiva e lo skateboard oltre a baseball/softball e karate, appaiono come un grande azzardo per il futuro dello sport agonistico.

Selfie, autografi, sorrisi, abbracci hanno caratterizzato Nitro Athletics che può funzionare a patto che rimanga una competizione lontana dai grandi appuntamenti, Olimpiadi o Mondiali, che devono conservare intatto il loro fascino.

Alla base di tutto c’è il divertimento e un po’ meno la voglia di raggiungere grandi prestazioni che arrivano solo attraverso serietà e allenamento. Qui, invece, al posto del sudore sembra esserci il videogioco e si trasforma uno sport in una sfida a volte virtuale dove conta di più l’attenzione al posto della forza.

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