Piste&Pedane / Assoluti: una certa voglia di atletica

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Martedì 4 Luglio 2017

fotofinish-200f 2

di Daniele Perboni

Tema della settimana? Giocoforza i Campionati Assoluti di Trieste, svoltisi sul “Viale della Rimembranza”. Tutto un florilegio di quando in città si tennero i precedenti tricolori, di chi era presente allora, del valore tecnico di quei risultati e chi erano quegli atleti… Insomma, abbiamo passato la settimana antecedente a celebrare un evento che, ricordiamolo, avvenne esattamente 49 anni or sono. Mezzo secolo, una vita, generazioni di atleti, un’altra Italia, un altro sport e, soprattutto, un’altra atletica. Forse più ruspante, divertente, sanguigna. Ma stiamo parlando pur sempre di “roba” vecchia. Non da buttare, perché la storia insegna ma l'uomo non impara… e vai con la retorica!

A parte le battute, a riportarci con i piedi per terra è stato uno che allora era presente e gareggiava e che abbiamo ritrovato, sempre più pimpante e pronto alla battuta, anche nei giorni triestini del nuovo Millennio: Eddy Ottoz. Dice l’ostacolista aostano: «Quando eravamo giovani e ci parlavano di gente come Oberweger e Missoni o dei Giochi di Londra (del 1948) ci sembrava andassero troppo indietro con i ricordi. Eppure si parlava di 20 prima. Qui stiamo parlando di 50 anni. A quell’epoca se avessimo fatto riferimento a 50 addietro avremmo dovuto parlare della preistoria dell’atletica: dei Giochi Olimpici di Anversa (1920), di Parigi (1924), di Luigi Facelli e Ugo Frigerio».

Tutta questa tiritera per giungere alla conclusione che è inutile stare a piangerci addosso. Questo è quanto passa il convento, il materiale umano su cui si deve lavorare. Margini di miglioramento, lo abbiamo detto mille volte, ce ne sono, specialmente nella divulgazione, nel reclutamento e nella pratica, ma per ora … E la riconferma ci viene da un altro vegliardo incontrato allo stadio Grezar, Luciano Gigliotti. Riferendosi alla sua allieva Francesca Bertoni, vincitrice dei 3000 siepi (9’56”96) dice: «È una brava ragazza, tosta, ci mette impegno e tanta grinta, non si arrende mai, ma nel mondo corrono in un minuto in meno». E se ne va allargando le braccia aggiungendo in tono ironico «ed è seguita da un grande allenatore».

Partecipazione ed entusiasmo del pubblico

E con queste riflessioni potremmo anche chiuderla qui. Analisi, considerazioni, risvolti politici, tecnici, tattici, e tutto quanto ruota attorno agli Assoluti è già stato sviscerato in abbondanza. Anche dal direttore di questo giornale elettronico. Che resta, dunque, ancora da anatomizzare? Un aspetto che abbiamo colto nella tre giorni atletica nell’ex principale sbocco marittimo dell’Impero Asburgico è l’ottima partecipazione e l’entusiasmo che il pubblico ha manifestato. Non immaginatevi folle oceaniche e applausi di “92 minuti”, tanto per citare un film di Paolo Villaggio (scomparso proprio in queste ore). Nulla di tutto ciò. Ma almeno si è intravista una certa voglia di atletica. Che non guasta mai.

Risultati? Qualità tecnica delle gare? Presenze più o meno importanti dei big azzurri? Luci e ombre, come sempre. I migliori del mazzo, a parte gli infortunati (non pochi), sono stati lasciati liberi di organizzare la loro stagione. Sembra che un accordo a livello federale e societario sia stato stilato per non intralciare il cursus agonistico dei pochi top che il Bel Paese possa vantare. Personalmente non condividiamo. Ma dato che non contiamo una beata fava non staremo a sprecare ulteriori righe. Il tempo, come sempre, dirà quale è stata la scelta migliore.

Altra notizia positiva. Sembra che il doppio contrattempo, mancati controlli antidoping, nel quale è incappata Gloria Hooper (per altro tricolore nei 200 con 23”14/-2,00 come mostra il fotofinish) consista soltanto nell’aver compilato erroneamente parte del modulo. Sarà anche vero, ma sbagliare per ben due volte non ci pare una motivazione sufficientemente credibile. Anche in questo caso stiamo ad aspettare quale strada imboccheranno FIDAL e IAAF.

Fra i migliori visti in azione, ci piace menzionare Lorenzo Vergani, poco più che 23 anni, milanese doc, primo sul traguardo dei 400 ostacoli (49”36), miglioratosi di 82 centesimi e finito davanti allo stra-favorito Jose Bencosme de Leon (49”45). E come non condividere la gioia del suo tecnico Aldo Maggi? «Sapevo che era in forma e poteva andare forte, ma non mi aspettavo questo crono. Poi sono ancora più contento – e qui abbassa la voce, nei pressi è situato il presidente Alfio Giomi, onnipresente – perché è finito davanti a uno delle Fiamme Gialle…». Rivalità, scuole e filosofie differenti. Il sale dello sport.