Piste&Pedane / Informazione, sintonia da ricostruire

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Mercoledì 12 Aprile 2017

atletica-generica

di Daniele Perboni

Interessa ancora l’atletica agli organi di informazione? Ci, e vi, facciamo questa domanda perché il dubbio ci assale sempre allorquando cerchiamo informazioni su ogni qualsivoglia manifestazione di questo genere. Pista, strada, montagna. Fate voi. Parliamo di carta stampata sia chiaro. Per quanto riguarda la televisione, infatti, è tutta un’altra faccenda che non riusciamo ancora a comprendere appieno. Se la soluzione dell’enigma viene data contando la presenza di “inviati” a determinati eventi la risposta è… ni. Sì se prendiamo in considerazione Olimpiadi, Mondiali, Europei (all’aperto) ma non sempre, tappe di alcuni Grand Prix.

Assolutamente no per quanto riguarda tutte le altre competizioni. L’esempio più eclatante è dato dai Campionati Europei di cross e di quelli “sottotetto”. Lo scorso dicembre, a Chia (Cagliari), Europei di cross, si è notata l’assoluta assenza di “inviati”. Eppure si giocava in casa. Ai primi di marzo a Belgrado (Serbia) identica situazione per i Campionati continentali indoor. Inviati ufficiali? Uno (La Gazzetta dello Sport). Altri giornalisti italiani? Tre. medesima sorte hanno subito i Campionati tricolori di Ancona.

A parte i giornalisti dei giornali locali (così come successo a Chia) la carta stampata nazionale ha bellamente ignorato l’evento (non fanno testo, naturalmente, i tre giornali sportivi), relegando la notizia nelle “brevi”. Certo, il secondo posto di Fabrizio Donato ha improvvisamente ringalluzzito tutti, ma si è trattata solo di una coincidenza. Non fosse atterrato sull’argento, tutto sarebbe passato sotto silenzio, o quasi. La risposta, cari cinque lettori, cercatela da soli.

Fa molto più clamore il mondiale di Giuseppe Ottaviani, arzillo centenario che nel lungo porta il mondiale a… un metro e sedici centimetri. La speranza, questo punto, è che Fabrizio Donato allunghi di qualche decennio la carriera…

Debutti eccellenti (o quasi) …

Maratona di Milano. Tralasciamo chi ha vinto e con quale tempo, non parliamo poi dello spettacolo che ruota attorno a questo grande carrozzone che sono le “42 chilometri”, e proviamo a concentrarci sull’enfasi data a Yassine Rachik, 23enne di origine marocchina, italiano dal 2015, e al suo sesto posto ottenuto nella prova meneghina. Il bronzo europeo under 23 dei 10.000 metri, al debutto sulla distanza, ha fermato i cronometri dopo 2 ore, 13 minuti e 22 secondi. Esordio positivo? Sembrerebbe di sì, vista anche la giovane età del soggetto.

Ma non ci sembra proprio il caso di esaltarci poi così tanto. Quel crono, a livello internazionale, è poco più che nulla. Il nostro modesto consiglio? Aspettiamo qualche altra prova di efficienza. Tanto per fare un esempio ricordiamo un altro celebre esordio lontano 27 anni. Siamo nell’ottobre del 1990 a Carpi, maratona d’Italia e valida come Campionato nazionale. Vince un atleta che nell’estate si era imposto nella Coppa del Mondo di Maratona: Severino Bernardini. Il suo tempo? 2 ore 11 minuti, 53 secondi.

Nulla di trascendentale, ma in questo nuovo millennio quanti atleti italiani sanno correre così velocemente una maratona?