Italian Graffiti / Roma 2024 e gli ultimi soldati giapponesi

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Domenica 5 Febbraio 2017

raggi-italia

Non viene altro termine di paragone che richiamarsi agli ultimi soldati giapponesi che, abbandonati sugli atolli del Pacifico, si sentivano ancora in guerra decine di anni dopo la conclusione del conflitto. Stiamo parlando di due valorosi colleghi della Gazzetta dello Sport - Valerio Piccioni a Roma e Fausto Narducci a Milano - che, caparbiamente, non perdono occasione per rinfocolare la frustra faccenda della rinuncia alla candidatura di Roma ai Giochi del 2024. Rinuncia, del tutto legittima e sostenuta, checchè se ne pensi, dal totale disinteresse della cittadinanza, firmata dal sindaco Virginia Raggi e votata dal consiglio comunale. Tra l'altro, in piena aderenza col programma elettorale del Movimento 5S. Tutto qui. Ma pare che queste considerazioni, per i citati colleghi, non abbiamo valore alcuno.

Una tendenza tornata in auge in coincidenza con la vicenda che ha visto il sindaco Raggi interrogata (per una decina d'ore di seguito, ...) dagli inquirenti in merito alle sue scelte in Campidoglio e ai rapporti con i suoi collaboratori più stretti. Quale occasione più ghiotta per nuove geremiadi sul gran rifiuto e sulle conseguenze che lo stesso avrà sulle sorti della Capitale? Gran rifiuto alla candidatura, intendiamoci, non all'assegnazione, come si è a volte cercato di far filtrare.

Apre così il primo (Piccioni) che, tirando in ballo "Terminator" Tramp e i suoi decreti sull'immigrazione, afferma che si tratta di "una serie di situazioni che imbarazzano anche i dirigenti di Los Angeles 2024, moltiplicando i rimpianti olimpici italiani per la candidatura interrotta [sic!] di Roma (4 febbraio). Rincara l'altro (Narducci), parlando dei sopralluoghi del CIO nelle tre residue città (Budapest, Los Angeles, Parigi), "col rimpianto di Roma che cresce proporzionalmente ai problemi politici di Virginia Raggi: con la revisione delle regole CIO, un'occasione così non capiterà più" (5 febbraio).

Bene, sono opinioni, ma entrambi utilizzano il termine "rimpianto". Siamo più chiari: rimpianti di chi? Della cittadinanza? Non pare che qualcuno a Roma si sia stracciato le vesti per il rifiuto della Raggi. Dei promotori? Possibile e, se vogliamo, anche comprensibile, visto che per l'intero progetto era stato scelto il titolo "la più grande festa dello sport". Ecco, proprio una festa, e quando una festa salta, oltre al mal di testa, lascia sempre, come dire, un po' di rimpianto.

Per di più, per quanto si frughi nella memoria, non risulta che alla cittadinanza - che dando il 70% dei suffragi alla Raggi nel cui programma elettorale, al primo punto figurava un chiarissimo "No alle Olimpiadi", la sua volontà l'aveva espressa - siano stati spiegati con chiarezza e con reali dati alla mano i costi (pochi) e i ricavi (tanti) dell'operazione. La cortina fumogena, e il qualunquismo, stesi sull'operazione hanno fatto il resto. Ormai tanta acqua è passata sotto i ponti dell-ex biondo Tevere e sarebbe ora di chiudere per sempre quel dossier, del tutto inutile anche nel caso che il povero sindaco Raggi venisse condannato ... all'ergastolo. O, più semplicemente, optasse per le dimissioni cui, almeno a sentire sue dichiarazioni, avrebbe già pensato.

Che quella di Roma 24 - anzi, come dicevano gli addetti ai lavori, "Roma ventiventiquattro", addetti ai lavori che secondo quanto si legge continuano tranquillamente a percepire i loro sudati stipendi, malgrado il "gran rifiuto" - fosse una candidatura tutta da costruire, pare non voler proprio attecchire. Neppure le recentissime poco commendevoli vicende all'Alitalia presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, già a capo anche di Roma 24, riescono ad instillare qualche dubbio. (Per i dettagli chiedere all'AD Cramer Ball che è alla disperata ricerca di un piano industriale e nuovi fondi, in vista dei tagli di personale).

E allora, per favore, amici cari, fatevene una ragione, tanto più che è cambiato (almeno di nome) anche il governo. Si trattava di un progetto del tutto campato in aria dal valore economico imprecisato e dalle ricadute molto problematiche. Tanto per ricordare: a chi, sano di mente, poteva venire in mente di proporre lo scavo di un bacino lungo due chilometri e mezzo nel popoloso quadrante della Magliana? Ancora qualche giorno fa, in uno degli stucchevoli talk televisivi anti-Raggi, è capitato di ascoltare un esponente politico affermare che Roma ha colpevolmente rinunciato ai miliardi del CIO da utilizzare per far rinascere le periferie.

E' solo questa l'eredità di Roma 24?