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Piste&Pedane / Personaggi: quella che non ti aspetti
Martedì 1 Ottobre 2019
Tra i personaggi meno noti emersi a Doha figura la minuta ugandese Nakaayi. Grazie all’assenza, forzata o meno, di chi ha finora dominato la distanza (Semenya e le sue compagne) si è imposta a sorpresa sugli 800.
Daniele Perboni
Quarto appuntamento giornaliero. Per stemperare la tensione e, soprattutto, neutralizzare la bile che monta, monta, monta (ormai l’avete compreso tutti: non riusciamo a ingoiare il boccone amaro della mancata trasferta), decidiamo per una sgambata. Tutto ciò per introdurre il pomeriggio atletico. Sei le finali programmate: alto, 800, 3000 siepi donne e disco, 5000, 400 ostacoli uomini. Peripezie varie impediscono si assistere serenamente alla trasmissione completa in TV. Alla fine puntiamo gli occhi sui 5000 dove i tre fratelli Ingebrigtsen (Jakob, Henrik e Filip) si oppongono alla solita marea nera. Puntiamo sul più giovane dei norvegesi, Jakob. Tutto sbagliato. Vince Edris (12’58”85) con buona pace della famiglia nordica.
Piste&Pedane / Tortu a lezione dal professor Lewis
Lunedì 30 Settembre 2019
Un incontro importante tra il ragazzo della Brianza e il Figlio del vento. Per conoscersi, fare il punto sulla stagione e guardare al futuro, con l’invito, con il papà-coach, a Houston per allenarsi in vista di Tokyo 2020.
Carlo Santi
DOHA – Gli esami non finiscono mai per Filippo Tortu. Dalla finale mondiale dei 100 metri alla lezione con il professor Carl Lewis. L’incontro tra lo sprinter azzurro e il figlio del vento al The Torch Doha, l’albergo accanto allo stadio dove Carl è arrivato “scortato” da Leroy Burrell, è stato divertente e accattivante. Emozionato il giusto, attento e curioso, Filippo ha chiesto consigli al grande campione americano, 58 anni e leggenda autentica dello sport con le sue 10 medaglie olimpiche, di cui 9 d’oro, e altrettante mondiali tra il 1983 e il 1993 (8 i successi) oltre a quattro record del mondo nei 100 metri. «Sei stato bravo a correre la finale dei 100 a 21 anni», ha esordito Lewis che poi ha “interrogato” Tortu invitandolo, con il papà-coach, a Houston per allenarsi in vista di Tokyo 2020. «A Houston c’è l’ambiente ideale per la velocità – ha spiegato Lewis – e può essere un’esperienza fantastica».
Fatti&Misfatti / Consigliato: viaggio nell'Antartico per tutti
Lunedì 30 Settembre 2019
Nella domenica dei mondiali traditi: dal tempo quello del ciclismo nello Yorkshire, non certo dalla gente; dal caldo quello dell’atletica in Qatar, dall’avidità di chi ha preferito i soldi a tutto il resto.
Oscar Eleni
Dalla base antartica Concordia dove ha portato Giampaolo e Messina, due sceriffi che a Milano dovevano cambiare tanto e nell’ultima domenica sono rimasti nudi fra i calcinacci di San Siro e le puzze del Forum. Viaggio di studio leggendo il libro di Marco Buttu, l’ingegnere della Barbagia che per sopravvivere nel Marte bianco faceva yoga. Visto che lavorava anche al software di Sardinia Radio Telescope forse ci permetterà di captare immagini della marcia imperiosa di Sassari e di Pozzecco nella domenica dei mondiali traditi: dal tempo quello del ciclismo nello Yorkshire, non certo dalla gente che ama tutto lo sport, che ha cultura della vera competizione sportiva come si capisce sempre andando a gareggiare in Gran Bretagna; quello dell’atletica in Qatar dal caldo, dall’avidità di chi ha preferito i soldi a tutto il resto.
Osservatorio / Lettera dal deserto: "Non sparate su Doha"
Lunedì 30 Settembre 2019
Il risvolto opaco della medaglia (o delle medaglie). Pareri diversi a confronto, ma anche una motivata analisi fuori dal coro sul pro e sul contro di certe scelte. Con qualche (intelligente) proposta per l’avvenire.
Luciano Barra
Se c’è uno che avrebbe tutti i titoli per “sparare” sui Campionati del Mondo a Doha, quello sono io. Sin dal dicembre del 2014 quando Doha batté Barcellona, eravamo a Montecarlo, nel voto per l’assegnazione, sono stato contro. Forse ero prevenuto per il coinvolgimento del Diack jr con Doha (e tutto quello che ne può conseguire viste le gesta del pargolo) ma anche dal fatto che mia figlia aveva lavorato per la Candidatura Catalana. Negli anni successivi grazie al mio ruolo di “influencer” (non certo come la Ferragni) avevo più volte spinto affinché la IAAF trovasse una scusa per rimuovere questo "errore".
I sentieri di Cimbricus / Il senso e il consenso dello sport
Lunedì 30 Settembre 2019
"Tribune vuote e disinteresse totale. Mi congratulo con Kevin Mayer che ha avuto il coraggio di dirlo: Una catastrofe. Qui non sanno cosa sia l’atletica”. Intanto a Berlino, in una galassia lontana, ...
Giorgio Cimbrico
Il senso dello sport venduto al miglior offerente è visibile guardando lo stadio vuoto di Doha. E’ l’immagine di chi è ricco, compra il patè e lo dà al cane, beve il Sauternes con il pesce e poi dice che schifo, compra un quadro e lo mette nel caveau, va al festival di Salisburgo e si annoia. Morale fulminea: non merita le cose belle e buone su cui può mettere le zampe. E’ ricco, compra da chi è felice di vendere, si balocca, non gliene frega niente.
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