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Duribanchi / “Chi cammina a Venezia, diventa Venezia”
Martedì 19 Novembre 2019
Su Venezia l'importante sarà non “spegnere” i riflettori non appena la marea si sarà ritirata, il vento non soffierà più, le notizie finiranno nelle pagine interne dei giornali. Non solo Venezia: l'Italia non ha più bisogno di parole.
Andrea Bosco
Tra le centinaia di articolesse di questi giorni su Venezia e l'acqua alta ho apprezzato il tentativo estetico-filosofico di Alessandro D'Avenia che in qualche modo replica quello precedente (sempre sul Corriere della Sera) di Antonio Scurati. Ha scritto Scurati, lapidando cittadini ed istituzioni, che “l'acqua alta siamo noi”, di fatto rispolverando antichi concetti. D'Avenia è andato oltre scrivendo che “chi cammina a Venezia, diventa Venezia”. Questo nel libro dei sogni, purtroppo: pochi sono come D'Avenia. La maggior parte degli “infradito” che arriva a Venezia, semplicemente, la calpesta.
Fatti&Misfatti / Il vallo del buon gusto? Scavalcato
Lunedì 18 Novembre 2019
Da tempo, oramai, e con successo. Come stanno ad attestare gli avvenimenti ultimi presenti, tra premature esposizioni mediatiche e un basket che affanna sulle peste della V nera, ultima imbattuta.
Oscar Eleni
In barca con il panda che non vuole tornare in Cina, cercando nell’acqua di rame del lago di Coniston, Cumbria britannica da dove vedi un pezzo del vallo di Adriano, le rondini e le amazzoni che un tempo ispirarono un bel libro per bambini. Voglia di tenerezza adesso che abbiamo scoperto che l’Italia ama almeno una cosa legale: l’ora. Voglia di sprofondare nel lago della signora assassinata ora che ci è passato il bruciore per una gomitata del caro caporedattore Franco Imbastaro quando gli proponemmo come titolo per una riunione di atletica nella capitale dove lanciava Simeon: “Roma non fa la stupida coi discoboli”. Bocciato, con insulti da vecchio rugbista.
I sentieri di Cimbricus / Il falso raffronto Mancini-Pozzo
Lunedì 18 Novembre 2019
L’Italia sventata, superficiale, ignorante sembra avere un dannato bisogno di storicismo d’accatto. Tranquilli, nasce tutto dall'ignoranza: nel senso di chi ignora, come dire di chi non sa ed improvvisa ritenendo di creare.
Giorgio Cimbrico
Roberto Mancini meglio di Vittorio Pozzo, annotano gli statistici e gli obbligati corifei che marciano verso l’Europeo VentiVenti: è più o meno come dire che oggi chi salta 8.14 è meglio di Jesse Owens, 8.13 (pardon: 26'8"1/4) con un unico salto su un pedana, quella di Ann Arbor, Michigan, che le fotografie non rendono come particolarmente scorrevole. L’Italia sventata, superficiale, ignorante sembra avere un dannato bisogno di storicismo d’accatto. Tutto è improvvisamente storico, e perdonate la raffica di virgolette. Figurarsi per chi, come me, considera storica la battaglia di Waterloo, la pubblicazione di Madame Bovary, la prima bavarese del Tristan (und Isolde) e poco altro.
Duribanchi / Come hanno reso triste Venezia!
Venerdì 15 Novembre 2019
“A Venezia il crimine presenta aspetti di una inaudita violenza. Crimini contro gli uomini, contro la salute, contro le cose, contro la bellezza. Se Venezia sarà distrutta, l'Italia si ritroverà imputata indifendibile sui banchi del tribunale della Storia”.
Andrea Bosco
Io c'ero a Venezia nel 1966 quando l'acqua arrivò oltre i 190 centimetri d'altezza: ci abitavo. Ero lì quando la città arrischiò di collassare. Con il mare che fece saltare caldaie di riscaldamento, tubature dell'acqua, della luce, del gas, del telefono. L'intera città per lunghe, drammatiche ore “prigioniera in casa”. Oggi, anno del Signore 2019, lo scempio si è ripetuto. In questa pagina parliamo abitualmente e prevalentemente di sport. Parlerò, stavolta, di crimini: crimini contro l'umanità. L'Italia è un paese di impuniti criminali: dall'Aquila a Taranto, da Matera a Venezia.
Fatti&Misfatti / Benvenuti nel paradiso delle bugie
Venerdì 15 Novembre 2019
“Ci saranno tutti per il ritiro della maglia numero 11, quella di Meneghin Dino, l’uomo per tante bellissime stagioni del nostro basket, da giocatore, da chioccia per Azzurra, da presidente federale che non ce la faceva a trattare con tutte le facce di bronzo del piccolo reame”.
Oscar Eleni
Dalla via lattea vista sotto il cielo cinese di Anhui dove le bugie, le più sfrontate, fanno ridere angeli e diavoli come negli ospedali dove manca sempre qualcosa per “merito” dei super laureati che tagliano teste, posti di lavoro, mettono gente sulla strada dimostrando che avere la lode in ateneo non vuol dire niente se poi escono mostri come quella tipa che faceva riunioni con poche sedie e poi diceva: accomodatevi. Sogghignando, davanti ai chi restava in piedi, diceva, lapidaria, vedete che siamo in troppi, lei che ha “resistito” ai sindacati (magari questi in cachemire), che protetta dalla polizia presidiava i posti perduti per guadagnare un dollaro in più.
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