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I sentieri di Cimbricus / Un colpo di scure sul passato
Martedì 26 Novembre 2019
La ex-IAAF ha incoronato Eliud Kipchoge come Atleta dell'Anno 2019. Che lo meritasse o meno, siamo di fronte al più grande maratoneta della storia, primatista mondiale e campione olimpico in carica. Può bastare. Ma un tempo l'avrebbe squalificato.
Giorgio Cimbrico
La IAAF, che ora si chiama WA, World Athletics, ha proclamato Eliud Kipchoge "Atleta dell’Anno": un tempo l’avrebbe squalificato. Capitò a Dorando Pietri, a Jim Thorpe (per pochi spiccioli), a Paavo Nurmi che avrebbe chiuso con l’unico titolo olimpico sulla distanza che gli mancava, la maratona. Kipchoge, che gode della mia stima, del mio affetto, della mia simpatia, è stato l’interprete di un’impresa destinata alla storia: ha corso i 42 chilometri della maratona venti secondo sotto le due ore. Qualcuno ha riesumato Edmund Hillary, Auguste Piccard o magari Cristoforo Colombo: il giorno, il 12 ottobre, ha permesso l’accostamento: un’esplorazione, la scoperta di un mondo possibile, l’approdo su nuovi lidi.
Fatti&Misfatti / Ti aspetti progressi e scopri debolezze
Lunedì 25 Novembre 2019
Chi cercava rifugio nel mistero agonistico dello sport, chi sa davvero, guarda con sgomento allo sport svenduto, dalla Davis alla Diamond atletica, dal calcio da abbrustolire alle Olimpiadi dovunque: degli atleti chissenefrega.
Oscar Eleni
Dalla nebulosa di Orione così diversa dal ponte di ghisa che a Budapest, fortunatamente, non dà segni di cedimento come troppe cose in questo paese di odiatori seriali, nell’Italia del furto compulsivo, dell’io so io, mai un noi, dove, dicono la burocrazia, il vero potere occulto, tiene fermi 60 miliardi mentre cadono ponti, franano troppe cose che se curate prima avrebbero resistito anche ai messaggeri del maltempo che, appunto, siamo andati a trovare su Orione. Volevamo sfogarci. Ci hanno guardato come si fa con i poveracci che non hanno speranza. Sapevamo di stare male, ma non così.
Duribanchi / Hugo Pratt, uno veramente speciale
Lunedì 25 Novembre 2019
Nel mondo magico della GIL (Gioia Interna Lorda) si sperimenta la Scuola che verrà, fatta mettendo assieme un po' di buon senso e quello che si trova su Internet. È il progresso, bellezza. E non puoi farci niente.
Andrea Bosco
Dovrei parlare di sport. Io: perché il marinaio non ha più nave, non ha più rotta, non ha più sogni. Il pessimismo della vecchiaia? Facciamo così: cito titoli, sommari, passaggi di articoli, tratti dal Corriere della Sera e da Il Giornale, (domenica, 24 novembre, anno del Signore 2019), quotidiani politicamente antitetici. Le conclusioni traetele da soli.
“Sono incinta e ti amo: lui la uccide”.
“Vi dico perché i terrapiattisti negano il reale”.
“Agli Esteri stanno spendendo molto di più di quando c'era Angelino Alfano”.
Osservatorio / Presidenziali: non basta solo candidarsi
Lunedì 25 Novembre 2019
Si contano le candidature, si annunciano i programmi. Bisognerebbe invece partire da una domanda: di cosa ha veramente bisogno l’Atletica italiana (e non soltanto la FIDAL)? E soprattutto: quali sono gli obiettivi del prossimo decennio e a quali modelli conviene riferirsi?
Luciano Barra
L’appuntamento più importante per l’atletica italiana sarà fra 13 mesi. Non datemi dell’ignorante in matematica, so perfettamente che i Giochi Olimpici sono fra 8 mesi e che gli esami di riparazione (leggi Campionati Europei di Parigi) sono fra 9. Io mi riferisco al rinnovo delle cariche federali. Si perché questo appuntamento, più che a quelli agonistici citati, deve assolutamente dare una svolta all’atletica italiana. Quali sono le previsioni? A distanza di oltre un anno mai si erano viste tante offerte di “disponibilità”, che sembrano voler dire: “chiedetemelo ed in massa appoggiatemi “. Stranamente nessuno ha avuto il coraggio di dire “passo” o confessare la propria “disponibilità a non candidarsi”.
I sentieri di Cimbricus / Quando la leggenda si chiamava Davis
Giorgio Cimbrico
Interminabili viaggi – almeno cinque scali – per le trasferte australiane e natalizie di Nick e di Orlando, per le loro imprese impossibili che chi ha superato abbondantemente i 60 ricorda con un languore che non è mai monotono. Parlare oggi di Davis è trasformarsi in Karen Blixen che piange sulla tomba dell’amato Dennis Finch Hutton: lo strazio del dolore verrà meno quando sapremo – ma non lo dubitavamo – che sul sepolcro, come su quello sperduto tra l’erba alta delle colline Ngong, vanno a sonnecchiare leoni. Non lenoni.
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